mercoledì 29 giugno 2011

Saper osservare

Hai mai provato uno di quei giochi per vedere se hai una discreta memoria visiva? Come sei andato? Ti piacerebbe potenziare incredibilmente la tua capacità di osservazione?

Molte volte in queste prove, ti chiedono di osservare attentamente un'immagine per un tempo preciso, poi o ti fanno una serie di domande per vedere cosa ti ricordi o ti ripropongono la "stessa" immagine con alcune piccole modifiche da individuare.

Essere dei bravi osservatori non è solo utile per gli investigatori privati, per i vari Sherlock Holmes più o meno improvvisati che si possono trovare in giro. Saper osservare è utile a tutti. Qualsiasi cosa tu debba fare. Inoltre, non puoi mai sapere se qualcosa che hai visto, ti potrà essere utile nel futuro.

Bisogna giocare d'anticipo. Imparare ad osservare la realtà che ci circonda ci darà molte chance in più nel futuro, non solo per vincere dei premi alle gare di memoria, ma per non cadere in errori evitabili.

Sono sicuro che se ti chiedessi di descrivere alla perfezione un oggetto che hai quasi sempre sotto gli occhi, nella tua casa, non riusciresti a dirmi ogni singolo particolare... Magari possiamo provare con qualcosa di più semplice: che segni caratteristici ha il volto del tuo migliore amico? Quanti nei per esempio?

Ecco qui come fare ad osservare veramente qualcosa (molte persone che vedono, sembrano cieche).

- Per osservare utilizza tutto i tuoi sensi, non solo la vista. Cerca di "vedere" anche con gli orecchi, cercando di immaginare il suono che potrebbe produrre ciò che stai osservando. Prova a immaginare di toccarlo: che sensazione ti dà? Freddo, caldo, ruvido, liscio....
Che gusto avrebbe se lo assaggiassi? Certe cose avrebbe davvero un sapore terribilmente indimenticabile... bleah!

- Guarda a 360° e come Flash. Osserva da tutte le angolazioni e da tutte le prospettive. Se non puoi girare attorno all'immagine che stai osservando, puoi usare la fantasia per completare. La nostra mente può fare anche questo ;-) Dai movimento a ciò che stai guardando: prova a fare uno zoom immaginativo, fai girare ciò che hai davanti come una trottola...

- Osserva i dettagli. La maggior parte delle persone ha uno sguardo d'insieme e basta, invece bisogna cercare di cogliere i vari dettagli di ciò che osserviamo. Come fare? Dividi il tuo campo visivo come se avessi davanti agli occhi una griglia. Poi osserva dal primo all'ultimo i singoli quadrati, in questo modo coglierai in modo più rapido ed efficace i singoli dettagli.

- 1,2,3... Conta! Molte volte in ciò che vediamo, in un paesaggio, in una camera, in una foto, ci sono vari elementi che si ripetono (finestre, archi, mensole, penne, persone...). Abituati a contare gli elementi simili. È un buon sistema per aumentare la capacità visiva e il ricordo.
- Guarda a occhi chiusi. No, aspetta, non premere sulla x in alto a destra per chiudere la pagina... non sono pazzo (poi dipende sempre dalla definizione di pazzia...) ;-) Comunque, intendo dire di ricostruire l'immagine che hai appena visto

- Gioca con gli amici. Ecco un bel gioco da fare quest'estate, anche al mare, in spiaggia, ovunque... Disponi su un piano 6-8 oggetti e coprili con un telo. Toglilo e conta lentamente fino a 10. Ricopri gli oggetti. Ora fai descrivere i vari particolari ai tuoi amici (puoi usare del piccoli foglietti). Quando diventate bravi, aggiungi uno o due oggetti... ;-)

- Fai un ripasso a fine giornata. Potrebbe essere una bella novità provare a ripassare mentalmente tutto ciò che hai visto durante la giornata (magari non proprio tutto... ma le cose più importanti). È un modo divertente per accorgerti anche di come impieghi il tuo tempo.

Magari, un giorno riuscirai a scrivere qualcosa di simile al meraviglioso libro di Marcel Proust "Alla ricerca del tempo perduto" che mette in risalto l'abilità di osservazione e il conseguente vivo ricordo delle varie situazioni. "Forse l'immobilità delle cose intorno a noi è loro imposta (...) dall'immobilità del nostro pensiero nei loro confronti".

Ricordati che saper osservare significa anche saper sviluppare il valore dell'osservazione positiva, che ti fa vedere le cose sempre con ottimismo e realtà. In fondo essere nella verità significa essere in accordo con la realtà.

Per concludere: quante matite ci sono nell'immagine scelta per quest'articolo??? Quante sono temperate e quante no? Ci sono delle matite dentro al portamatite?...

martedì 28 giugno 2011

Maturità? Qualche consiglio per gli orali

Dopo una settimana esatta (ecco qui la prova), voglio nuovamente parlare di esami di maturità. Si avvicina per gli studenti dell'ultimo anno di liceo e di tutte le scuole superiori l'ultima prova che decreterà il risultato finale.

La prova orale è solitamente molto temuta. Molti giovani non sanno affrontare bene i colloqui, non riescono a gestire il confronto diretto con un professore e molte volte preferiscono gli scritti.

Ecco alcuni metodi per affrontare al meglio l'esame orale, ma non solo... sono regole che valgono per saper parlare in pubblico in generale: esami universitari, presentazioni, conferenze, congressi, colloqui di lavoro...

La comunicazione è importantissima e il public speaking è una parte fondamentale di questo settore. Parlare in pubblico (a una o a tante persone) è qualcosa che capita a tutti, quindi non credere di poter sfuggire da queste prove della vita. La cosa che puoi fare è preparati al meglio!

1) Ricordati che hai tutte le capacità per essere un grande oratore. Bhe, magari non diventerai come Cicerone o Bernard Shaw, ma ogni persona ha tutte le potenzialità e i mezzi per diventare un affascinatore di folle. Infatti, l'abilità della comunicazione risponde a regole di base ben precise che si possono acquisire e applicare.

2) Molti sostengono che tra quello che dico (il contenuto) e come lo dico (la forma, il tono della voce, il linguaggio non verbale, che comprende gesti, posizione del corpo, sorriso, sguardo) conta molto di più il secondo aspetto, ossia come lo dico.
Il mio consiglio è di non sottovalutare i due aspetti: uno dei problemi di oggi è che si dà troppa importanza al modo, al "come lo dico", ma c'è sempre più una perdita dei contenuti (un esempio sono alcune pubblicità o programmi TV, belli da vedere, ma poi???). Quindi, accompagna sempre ad un ottimo contenuto (ben preparato, profondo e con parole ben scelte), un entusiasmate e dinamico contorno visivo e auditivo (è importante anche il tono della voce, cerca di trasmettere sicurezza).

3) Prova, prova e prova. Se in questi giorni stai ripassando le varie materie o la tesina, cerca di ripetere gli argomenti ad alta voce, ma non in modo passivo come magari sei abituato a fare. Oltre a verificare se ti ricordi le informazioni, cerca di prestare attenzione a come dici le cose, a che tono di voce utilizzi, cerca di immaginarti già davanti alla commissione, di guardali negli occhi uno ad uno con sicurezza e con un sorriso tranquillo. Ripeti davanti allo specchio e vedrai...

4) Lasciati aiutare e accetta le critiche. Un buon modo (che ti sprono veramente a fare per preparare l'esposizione della tesina) è ripetere davanti ad altri.
Invita qualche tuo amico e organizzati per esporre la tua tesina, chiedendo loro di essere dei bravi osservatori e di rizzare bene le orecchie. Fatti dire alla fine queste cose:
- quali sono i tic lessicali che ripeti più spesso? Forse ehm, ehm, ehm? Magari diciamo, evidentemente o praticamente? Tipo... tipo... tipo...?
Molte volte nemmeno ti accorgi di quali suoni privi di significato ripeti 40 o più volte in 5 minuti di discorso. Rendersene conto è un ottimo punto di partenza per eliminarli (ti dico già che ci vorrà un po' di tempo).
- come hai tenuto le gambe? Le braccia? Dove guardavi? Sono vietate gambe e braccia incrociate, sguardo in basso verso il pavimento o in alto verso le nuvole (non devi convincere loro, anche se lo so che il soffitto e le mattonelle acconsentono sempre ;-)
Ti garantisco che sarà molto divertente! Poi fate cambio: chi ha esposto diventa giudice e viceversa. Se proprio volete fare le cose fatte bene: ripetete il giro e vedrete che i miglioramenti già ci saranno.

5) Parti con il piede giusto. Rompi il ghiaccio coinvolgendo chi ti ascolta (stimola la loro curiosità). La tesina è il tuo icebreaker, sfrutta al massimo questa occasione, perché (e questo non vuole essere terrorismo psicologico) "non ci sarà mai una seconda occasione per fare una bella prima impressione" ;-)

6) Domanda che, al momento, non ricordi? Non agitarti, vai con calma, fai due respiri profondi, riprendi la domanda che ti hanno fatto e cerca di girarla a tuo favore, provando a collegarla con qualcosa che sai e che riguarda lo stesso argomento. Questo sistema può aiutarti a farti venire in mente la risposta specifica alla domanda e, in caso contrario, sarà sempre meglio della classica "scena muta".

7) Non ti viene un termine, ma ce l'hai sulla punta della lingua? Ti sembrerà sciocco e banale, ma prova a ripercorrere velocemente l'alfabeto e quando sarai arrivato alla lettera della parola dimenticata, dovresti ricordare... Tentar non nuoce. Con tanti ehm ehm ehm, non otterrai risultati migliori (a meno che la parola non inizi proprio con la E).

8) Visualizza, visualizza, visualizza. Come ti avevo suggerito per le prove scritte, anche per l'orale prova a immaginarti, con tutti i maggiori dettagli, il tuo colloquio orale. La commissione, l'esposizione ottima della tua tesina, i sorrisi dei professori mentre stai spiegando le varie materie... Cerca di vedere la scena dall'esterno, cerca di osservare te stesso che espone, il tuo atteggiamento positivo, il tuo corpo seduto e rilassato, il tuo sguardo che passa da un professore all'altro...

9)Studia, studia, studia! Eh, eh, eh... non dimenticarti di concentrarti sul contenuto!

In bocca al lupo!

lunedì 27 giugno 2011

Dominare l'ira

Ti piacerebbe riuscire a controllare la tua rabbia? Ti capita di andare su tutte le furie, di perdere la pazienza? Cosa ti succede quando ti fanno arrabbiare? Sei forse quel tipo di giovane che sembra tranquillo tranquillo, ma che in realtà ha dentro una collera repressa?

Non sarà facile cercare di spiegare qualche semplice sistema per controllare e dominare l'ira. È sicuramente più facile dirlo che farlo questa volta. ;-)

Se si vuole dominare qualcosa, averne controllo, bisogna prima capire che cosa è. Partiamo allora dal fatto che l'ira, la collera, la rabbia, l'odio fanno parte di sentimenti ed emozioni (tralascerò la parte generale sui sentimenti e le emozioni, per trattare direttamente solo l'ira, ma ti consiglio di leggere prima di continuare qui, qui e qui).

Mi piacerebbe partire dalla domanda: da dove viene l'ira? Rispondendo brevemente, ma non così banalmente, dico: dalla nostra libertà, dal nostro libero arbitrio. Questo ci fa capire che la libertà tanto ricercata e inneggiata, non porta con se solo cose positive, ma è un valore che deve andare sempre a braccetto con un altro: la responsabilità.

Se sei di Padova, come me, o se ci sei stato, conoscerai la Cappella degli Scrovegni, affrescata da Giotto. Se non conosci Padova e la Cappella degli Scrovegni ti starai domandando cosa c'entra Padova con l'ira... Ti dico subito che non credo sia una città di irosi (e in ogni caso basterei io ad abbassare la media.. ahahah).

Entrando nella Cappella degli Scrovegni, si aprono davanti a te due percorso paralleli: lungo la parete nord i 7 vizi capitali e lungo la parete sud le 7 virtù (4 cardinali e 3 teologali). Giotto è stato geniale in questa scelta, perché ti ritrovi davvero lungo due percorsi, ti trovi di fronte ad una scelta: parete nord o parete sud? Consiglierei la sud ;-)

Questa volta però dobbiamo puntare il nostro sguardo verso la parete nord, dove, circa a metà strada (un pò prima per essere precisi) incontriamo l'immagine che vedi qui sopra: la raffigurazione dell'ira.

Il grande professore Giuliano Pisani, del liceo Tito Livio di Padova, che ha scritto un bellissimo libro che ti sprono a leggere - I volti segreti di Giotto - Le rivelazioni della Cappella degli Scrovegni -ed. Rizzoli - con queste parole descrive la più tremenda delle passioni:
"l'ira deforma i tratti del viso, fa perdere totalmente l'equilibrio interiore, induce a una follia momentanea che porta a gesti inconsulti, sconsiderati, talora perfino autolesionistici: così la fancioulla dipinta da Giotto si lacera la veste sul petto (...) mentre i lineamenti del volto sono completamente alterati in una smorfia orrenda. (...) gli occhi mandano fiamme, le labbra tramano, i denti si serrano, si rizzano i pacelli, tutto il corpo è in preda a un'agitazione incontrollabile, si gonfia e si distorce, diventando sconcio e orribile da vedersi."

Descrizione straordinaria e incredibilmente autentica la rappresentazione di Giotto. Non trovi?

Come superare la rabbia, come non farsi prendere dall'ira? Ecco qualche consiglio:

1) Fai come una mamma con il bimbo che piange. Guarda l'uccellino! Uno dei modi migliore per far passare il momento di ira è distrarsi. Portare la mente da un'altra parte, spostare l'attenzione su un oggetto diverso da quello che ci ha fatto arrabbiare.

2) Se fossi in una partita di pallavolo dovresti fare l'opposto. Ossia cercare di controllare la passione della collera con l'idea opposta a quella che l'ha generata. Non è facile, ma si può sempre trovare il concetto opposto. Per farti un esempio terra terra: non pensare che gli altri ti hanno trattato male, ma prova a ricordare quante persone ti vogliono bene ;-)

3) Allo stesso modo puoi entrare nella case degli specchi e deformare il tuo volto. Non credere che quando ti arrabbi il tuo volto sia tanto più bello di quello della signorina qui sopra ;-) Se non vuoi sembrare la strega di Biancaneve (quando diventa brutta intendo) o Maga Magò (al naturale questa volta), cerca di rilassare il viso, prova a superare la rabbia con l'espressione opposta. Fai un sorriso (tra l'altro coinvolgi molti meno muscoli e quindi ti verranno molte meno rughe!).

4) Prendi spunto da B. Spinoza: "chi vive guidato dalla ragione si sforza, per quanto può, di ricambiare l'odio, l'ira, il dispregio, eccetera, di altri contro di lui, con l'amore, ossia con la generosità". Usa la ragione e cerca di capire che con la rabbia non riuscirai a valutare la situazione in modo obiettivo; inoltre, che servirà arrabbiarti? Purtroppo molte volte a dire brutte parole alle persone alla quali vogliamo bene...

Hai qualche altro consiglio?

Il prossimo lunedì preparerò un post sul come affrontare e superare il timore e la paura e il lunedì successivo (che se non sbaglio sarà l'11 luglio), cercheremo di vedere come vincere la tristezza. Quindi non perderti le puntate del lunedì sul controllo delle emozioni. ;-)

P.S.: puoi anche iscriverti al blog per essere sempre aggiornato sui post che vengono pubblicati... e se non sai come fare, lascia un messaggio sui commenti e ti spieghiamo come fare con pochi click ;-)

venerdì 24 giugno 2011

Ricercatori di meraviglia

"Entrammo in una baia e scoprimmo un villaggio a modo di città, collocato sopra le acque come Venezia, nel quale vi erano venti grandi case, non distanti tra loro, costruite e fondate sopra robusti pali. Davanti agli usci di codeste case vi erano come dei ponti levatoi, per i quali si passava da un'altra, come se fossero tutte unite."

Così Amerigo Vespucci descrive un villaggio durante il primo viaggio in America. Proprio oggi ricorre lo sbarco di Amerigo nel Nuovo Mondo nella spedizione insieme a Juan de la Cosa. (Bello che abbia pensato alla nostra cara Venezia).

Mi hanno sempre affascinato queste scoperte, la voglia di ricerca e di vedere cose nuove... la curiosità dell'uomo, il suo sapersi meravigliare della natura e di se stesso hanno qualcosa di straordinario. Ci rendono unici e irripetibili.

Se vogliamo parlare di curiosità, forse ti farebbe piacere sapere che il nome America potrebbe non derivare dall'esploratore Vespucci. Secondo le fonti storiche, mentre Amerigo approdava sulle coste dell'attuale Colombia, un altro navigatore, di origine genovese, un certo Giovanni Caboto, raggiungeva, esattamente il 24 giugno del 1497, le coste del Canada.

Mi dirai: "ok, ma il nome America deriva comunque da Amerigo, non certo da Giovanni o Caboto...". Sì, hai ragione, di certo non potrebbe derivare dal nome dell'esploratore genovese, ma sembra che questa spedizione del Caboto sia stata finanziata dal gallese Richard Ameryk... Allora? Ti suona meglio?

Tralasciando queste simpatiche curiosità - sinceramente credo sia meglio continuare a dire che l'America deve il nome ad un italiano che non ad un "gallo" ;-) - vorrei soffermarmi brevemente sulle capacità di questi navigatori ed esploratori.

Loro si sono accorti che quelle coste non potevano essere l'Asia, ma "la quarta parte della Terra". Hanno avuto, oltre alla curiosità, quell'intuizione che unita ad un grande sapere, ad una profonda conoscenza, ha permesso loro di raggiungere la fama.

È importante coltivare il valore positivo della curiosità, non quella curiosità fine a sé stessa, che molte volte porta alla critica (altro argomento che vorrei trattare presto), ma quella curiosità che ci fa crescere, ci fa scoprire le cose più belle che ci circondano e ci spinge a fare qualcosa di nuovo per il bene di tutta l'umanità.

È però altrettanto importante coltivare il valore dello studio e dalla formazione. Quella conoscenza che nasce dalla curiosità di trovare e raggiungere la verità.

Oggi è anche l'anniversario della nascita di un grande italiano: Silvio Pellico, patriota, scrittore e poeta del nostro bel Paese, conosciuto dai più per il suo meraviglioso scritto "Le mie prigioni", dove, con reale schiettezza, manifesta le condizioni disagiate del carcere, soffermandosi più sul bene che sul male e riuscendo a far scaturire dalla sua penna, quel barlume di speranza che è tipico degli uomini saggi.

So che stai pensando: ma perché mi parli di Pellico adesso??? ;-/

Semplice, per concludere: un altro bel libro di Silvio Pellico è "Dei doveri degli uomini", dove lo scrittore italiano afferma che "Tutto ciò che impari, t'applica ad impararlo con quanta più profondità è possibile. Gli studi superficiali producono troppo spesso uomini mediocri e presuntuosi".

Conclusione: non lasciare che la tua curiosità ti faccia restare solamente alla superficie delle cose, vai in profondità... abbi la capacità di meravigliarti, non solamente della cornice di un quadro, ma del suo contenuto.

Fai così con la tua vita, apri gli occhi e usa la mente, senza essere mediocre o presuntuoso.

Buon anniversario America!

giovedì 23 giugno 2011

Il coraggio di essere giovani

Siete venuti a combattere da uomini liberi, e uomini liberi siete: senza libertà cosa farete? Certo, chi combatte può morire, chi fugge resta vivo, almeno per un po'... Agonizzanti in un letto fra molti anni, siete sicuri che non sognerete di barattare tutti i giorni che avrete vissuto a partire da oggi, per avere l'occasione, solo un'altra occasione di tornare qui sul campo ad urlare ai nostri nemici che possono toglierci anche la vita, ma non ci toglieranno mai la libertà!

È il discorso che fa William Wallace (interpretato da Mel Gibson) agli scozzesi,prima della battaglia di Stirling Bridge, nell'indimenticabile film Braveheart.

Un discorso veramente motivante: chi non si sarebbe entusiasmato dopo certe parole, chi non avrebbe ritrovato il coraggio perduto?

È proprio di questo che voglio parlare: di coraggio.


È un valore che molte volte oggi viene dimenticato, perché troppe volte ci hanno fatto credere che questo coraggio fosse qualcosa di brutto e negativo. Altre volte si vuole dimenticare il coraggio perché comporta dei rischi (a volte la morte)... e c'è chi invece preferisce non avere "problemi" e mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi.

La parola coraggio, richiama il termine cuore, forse più nel significato morale che in quello fisico. Non a caso il film di Mel Gibson si intitola Cuore Impavido e in un'altra frase del film si sottolinea: "Il tuo cuore è libero, abbi il coraggio di seguirlo". E non si vuole certamente mettere l'accento sulla parte emotiva e sentimentale quando ci si riferisce al cuore (perché sono sicuro che le emozioni in certi momenti tradirebbero chiunque).

Non ci vuole, infatti, alcun coraggio a seguire il sentimento della fuga... Ci vuole un coraggio da leoni, per seguire ciò che dice il più profondo di se stessi, che in ogni momento, ci fa percepire, se abbiamo il coraggio di sentirlo e seguirlo, la direzione giusta da seguire. Non la via più facile, ma la strada giusta!

Coraggio significa non avere paura? Credo proprio di no. Coraggio significa piuttosto, affrontare le proprie paure, con la consapevolezza che molto spesso sono solo qualcosa di irreale che alimentiamo e facciamo crescere con la nostra immaginazione. Ho sempre in mente la bellissima frase di Goethe a questo proposito: "La paura bussò alla porta, il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno".

Scrivila da qualche parte, magari memorizzala, e cerca di motivarti tutte le volte che qualche problema ti blocca. Spero che anche tu in questo modo possa superare una serie di ostacoli che prima sembrano dei grandi scogli e poi si rivelano solo dei semplici granellini di sabbia.

Il coraggio non è la forza fisica, non è l'astuzia, anche se queste possono servire ad un uomo coraggioso. Il coraggio significa piuttosto tener duro, non darsi per vinti, non demoralizzarsi, ma avere sempre la speranza in qualcosa di più grande. Accettare il rischio delle proprie scelte, perché senza rischio non ci potranno mai essere eroi. Io vorrei invece che tu fossi un grande eroe!

Il vero coraggio, quello probabilmente più difficile, è riconoscere se stessi per quello che si è. Avere la consapevolezza delle proprie abilità e capacità, essere coscienti che si possono sempre migliorare e perfezionare. Avere il coraggio di essere giovani è capire i valori più alti e seguirli senza venirne meno, anche a costo di sudare 7 camicie.

Non posso che concludere con una frase del mitico Walt Disney: "Tutti i nostri sogni possono diventare realtà se abbiamo il coraggio di perseguirli".

Noi giovani dobbiamo avere il coraggio di realizzare i nostri sogni!

mercoledì 22 giugno 2011

Maturità: Enrico Fermi, le emozioni e la fama

Devo ammettere che le tracce di quest'anno per la prima prova dell'esame di maturità mi sono particolarmente piaciute. Peccato non essere tra gli studenti che hanno affrontato oggi la prima prova scritta e si sono trovati a scegliere tra Enrico Fermi; l'amore, l'odio e la passione; la fama; destra e sinistra; gli anni '70; l'alimentazione; Ungaretti...

Non voglio qui svolgere un tema di questi, piuttosto fare qualche ragionamento a partire da questi spunti. Di emozioni e sentimenti ne abbiamo già parlato altre volte, ma leggendo questa traccia mi è venuta in mente una frase attribuita a G.K. Chesterton, che proprio ieri ho avuto occasione di rileggere, ecco perché posso citarla a memoria ;-) "È l'odio che unisce gli esseri umani, mentre l'amore è sempre individuale".

Un frase che può sembrare pessimista, ma che racchiude una grande realtà, il fatto che odio, amore e passione sono così strettamente legati che da un lato è facile confonderli, perché molte volte "finché si odia, si ama ancora"; altre volte serve l'uno per eliminare l'altro, come diceva Gandhi "L'odio può essere sconfitto soltanto con l'amore". Questo amore che riesce a distruggere l'odio non esisteva prima del cristianesimo, quando Gesù arriva a dire di amare i propri nemici.

Sono tre emozioni molto forti, che arrivano a rappresentare situazioni davvero paradossali, come quando l'odio diventa qualcosa di positivo, che serve per affermare e difendere un bene: "odio l'indifferenza" per esempio... L'odio può diventare perfino una domanda d'amore...

L'amore e la passione sono quelle che hanno mosso la ricerca fervente e inarrestabile di Enrico Fermi, premio Nobel per la Fisica nel 1938. Sono queste emozioni che stanno alla base della scienza. Una ricerca e una tecnologia che però può essere utilizzata in modi diversi.

Da una parte al servizio dell'uomo e delle future generazioni, dall'altra per distruggere l'uomo e il suo futuro. In quest'ultimo caso la scienza e la tecnica, nate dalle faville della passione e dell'amore, vengono messe al servizio dell'odio. Non dobbiamo mai dimenticare che "non tutto ciò che è tecnicamente possibile, è anche lecito".

Enrico Fermi ha ottenuto la vera fama. È un uomo che ha dato tanto, che si è concentrato sulle proprie qualità e capacità e non ha sprecato il proprio tempo. La sua è la fama che rimane nel tempo. Quella autentica che sovrasta pure la morte e non si esaurisce con essa.

Bisogna puntare a questo tipo di fama, proprio perché oggi c'è il pericolo che viene sottolineato dalla frase di Andy Warhol "Nel futuro ognuno sarà famoso per un quarto d'ora".

Abbiamo già affrontato la questione dei mass media, della televisione e dei social network, che molte volte fanno si che la persona venga convertita in celebrità... ma non dobbiamo per questo dimenticare che questi strumenti vengono dall'inventiva e dal sapere dell'uomo, possono aiutarci a vivere meglio, probabilmente anche a mangiare meglio, e ci potranno portare anche ad una fama futura... ma questo dipenderà tutto da noi.

Se abbiamo un obiettivo, che non sia solo quello di apparire, se abbiamo un vero ideale che ci muove, sicuramente non verremo dimenticati e dedicheremo la nostra vita a qualcosa che ci porterà alla fama con la F maiuscola, quella che oltrepassa il tempo e anche noi stessi.

In fondo anche qui si può osservare un paradosso: chi ha come unico obiettivo la fama non la raggiungerà, se non per un breve tempo. Chi si dedica con tenacia ad un grande ideale, dimenticandosi di sé stesso, raggiungerà una fama invidiabile. Qui potrei fare un lungo elenco di personaggi... non trovi?

Non mirare alla fama passeggera, punta i piedi su qualcosa di più solido, di duraturo. Conquista i tuoi obiettivi con le tue vere capacità e non con quelle di altri. Fai cose concrete e che possano essere d'aiuto agli altri, senza preoccuparti se per questo otterrai un "like" o una serie di "tag" ;-)

martedì 21 giugno 2011

Esami di maturità: 8 consigli per la memoria

È ormai iniziato il tototema, tutti in questi giorni parlano di maturità, di esami che si stanno avvicinando, anche coloro che non sono direttamente coinvolti, sono bombardati di notizie sull'esame di maturità.

Chi c'è già passato, ricorda le emozioni di quei giorni; chi ci deve ancora passare e gli mancano ancora alcuni anni, inizia magari a preoccuparsi... c'è poi chi (e ho diversi amici in questa situazione) è già pronto sulla linea di partenza e domani inizierà lo sprint finale verso la maturità.

La preoccupazione maggiore è "Come farò a ricordare tutte queste informazioni?" oppure "Quali sono le cose più importanti di queste pagine tutte evidenziate con mille colorini diversi?"... "Cosa succederà davanti alla commissione se come al solito rimarrà quella parolina sulla punta della lingua?"

Trattando di giovani e valori, non si può certo dimenticare il valore così importante dell'educazione, della formazione e della memoria. Apprendere è qualcosa di meraviglioso, lo studio è qualcosa di noioso.

Sei d'accordo? Allora smetti di studiare e inizia ad apprendere! Cambia atteggiamento e il tuo rendimento migliorerà prima che tu te ne accorga.

Comunque, visto che in questi giorni (se sei tra i "fortunati" maturandi) non hai molto tempo da dedicare ad altro, passiamo subito a qualche suggerimento, che potrà servirti da subito e per molto tempo ;-)

1) Scopri subito i tuoi canali preferiti d'accesso: ogni persona possiede potenzialità di comprensione diverse in base agli stimoli che preferisce ricevere. Ci sono persone prevalentemente visive, altre auditive e altre ancora cinestesiche. Prova a capire dove ti trovi pensando a quando riesci a memorizzare di più: quando ripeti ad alta voce o ascolti qualcuno; quando vedi delle immagini o sei uno di quelli che si ricorda che quella determinata informazione era proprio in alto a destra di quella pagina? Una volta capito questo, potrai scegliere la tecnica migliore per te!

2) Ascolta musica prima di metterti a studiare! È vero, la musica aiuta la concentrazione. Molte volte la difficoltà maggiore è proprio il fatto di ritrovarsi dopo aver letto 10 righe a dire "Ah, stavo leggendo???". Prima di metterti a studiare, prova ad ascoltare a basso volume per alcuni minuti della musica sinfonica (dicono che Mozart sia il top del top per trovare la giusta concentrazione ed attenzione).

3) Inizia lo studio facendoti delle domande. È la cosa fondamentale. Stimola l'attenzione e ti aiuta a ricordare di più quello che poi studierai. Prima di buttarti sui libri o sugli appunti, prenditi un minuto per ripassare mentalmente, in grande velocità ,quello che ti ricordi: date, luoghi, che cosa si deve dire di quel filosofo, cosa ha dipinto quell'artista, quando e come si applica una formula... Non preoccuparti di sbagliare, anzi se in questa fase commetterai degli errori, vedrai che quando andrai a vedere nel testo, queste informazioni sbagliate saranno quelle che ricorderai più a lungo! In qualche caso gli errori ci facilitano le cose... ;-)

4) Fai pause. Non restare sui libri quando non serve. Non sprecare il già poco tempo che hai. Il nostro cervello può restare concentrato per un tempo che va dai 20 ai 40 minuti circa. Prova allora ad applicare questo orario: 5 minuti per quello che abbiamo detto sopra (preparazione: musica e domande); 40 minuti di apprendimento; 5 minuti di pausa. E poi si ricomincia il ciclo! Così potrai andare avanti per molto tempo e con una concentrazione sempre alle stelle.

5) Aria, movimento, acqua e sonno! 4 elementi indispensabili in questi giorni di intenso studio. Sfrutta le pause di studio per alzarti dalla sedia e fare due passi, apri la finestra e prendi qualche bel respiro a pieni polmoni, lasciati riscaldare dal sole, bevi dell'acqua fresca per dare una sferzata al tuo metabolismo e alla tue cellule...

6) Sfrutta la tua creatività e immaginazione. Uno dei sistemi più potenti per memorizzare è quello di utilizzare le immagini e di legarle a qualcosa di conosciuto. Questo rende anche l'apprendimento divertente. Per esempio, hai mai pensato di memorizzare alcune informazioni sul tuo insegnante? Sarà la persona che ti troverai davanti nel momento dell'esame. Se mentre studi provi a immaginare il tuo professore con attaccati tanti post-it, tante immagini, in diverse parti del corpo, sono sicuro che ti divertirai e riuscirai più facilmente a ricordare le informazioni, magari facendo anche qualche buffo sorrisetto, mentre ricordi che cosa aveva attaccato al naso...

7) Coinvolgi tutto te stesso nello studio. Soprattutto le tue emozioni. Lo sai benissimo anche tu che ciò che ti ha emozionato in modo particolare, lo ricordi molto di più.
Dall'altra parte è molto importante riuscire a controllare le emozioni. Di questo però ne abbiamo già parlato (1), (2), (3).

8) Ultimo suggerimento: visualizza il tuo esame. La notte prima quando vai a letto, chiudi gli occhi e inizia a immaginarti l'esame. Cerca di vedere tutti i particolari, il tuo banco, i professori che conosci, quelli che ti danno più sicurezza... cerca di vedere con degli occhiali speciali, quelli dell'ottimista. Immagina che appena ti consegnano i fogli, inizia a scrivere con rapidità, senza indugio e sei così tranquillo e contento di sapere bene quello che ti hanno chiesto. Prova ad immaginare questa sensazione di sicurezza. Lo stesso prova a farlo prima dell'orale. È straordinario quanto serve (io lo faccio sempre e mi aiuta tantissimo... soprattutto ad addormentarmi) ;-)

Solo otto consigli, ma che ti aiuteranno per tutta la vita, all'infinito (ogni corrispondenza tra 8 e infinito è puramente casuale) ;-)

BUONO STUDIO... AH NO, BUON APPRENDIMENTO!!!

lunedì 20 giugno 2011

Segui il tuo sentiero

Se non puoi essere un pino in cima alla collina,
sii un arbusto nella valle, ma sii
il miglior, piccolo arbusto accanto al ruscello;
sii un cespuglio, se non puoi essere un albero.
Non possiamo essere tutti capitani, dobbiamo essere anche equipaggio.
C'è qualcosa per tutti noi qui,
ci sono grandi compiti da svolgere e ce ne sono anche di più piccoli,
e quello che devi svolgere tu è li, vicino a te.
Se non puoi essere una via maestra, sii solo un sentiero,
se non puoi essere il sole, sii una stella.
Non è grazie alle dimensioni che vincerai o perderai:
sii il meglio di qualunque cosa tu possa essere.
(Douglas Malloch)

Iniziare la settimana con questa poesia mi dà molta carica e spero la dia anche a te!

Credo siano delle parole per tutti, ma in modo particolare per noi giovani. Per noi che ci troviamo in questo periodo storico, in questi anni di grandi sfide. Sono questi anni di studio (alla scuola superiore o all'Università o in qualsiasi altro corso di formazione) di cruciale importanza!

Devi scoprire al più presto per quale compito sei fatto, quali qualità e capacità ti rendono unico e irripetibile. Devi impegnarti instancabilmente per raggiungere l'eccellenza della tua vita.
Non devi aspettare "il giorno in cui..."; non siamo tutti chiamati ad elevarci ai massimi livelli del sapere o del genio; non siamo tutti chiamati a ricoprire cariche importanti...

Nessun compito è insignificante; chi non va all'Università, non è di serie B se realizza il compito della propria vita. Anzi, preferisco 100 volte un giovane cameriere che serve i clienti con il sorriso più sincero, con la disponibilità più vera, con la pazienza più coraggiosa, rispetto a un giovane universitario che ancora non ha capito quanto sia importante assaporare le pagine di ciò che sta studiando...

Cerca di carpire il segreto della tua vita, il suo senso, per cosa sei chiamato... e inizia da subito a farlo nella maniera più appassionata possibile. Rendi i tuoi occhi più limpidi, affinché riescano a vedere oltre, verso la realizzazione di te stesso, affinché riescano a vedere tutta la lunghezza della tua vita!

La poesia ad un certo punto dice che non possiamo essere tutti capitani. Non soffermarti sul piano gerarchico, vai oltre. Il miglior sottoufficiale, carbonaio o mozzo, non è forse il più grande dei leader? Lui veramente ha capito che la vera realizzazione non può rimanere chiusa in sé stessi, deve aprirsi agli altri nel servizio e nella generosità.

È solo grazie a dei sentieri puliti, accoglienti e che ti spingono ad andare avanti che si raggiunge la via maestra. Non dimenticarlo.

venerdì 17 giugno 2011

Run For Children e il valore della salute

“RunForChildren”: una Onlus con l’intento di aggregare tutti coloro che credono nei valori della solidarietà umana e dell’impegno sociale, piuttosto che nel sostegno alla Ricerca scientifica come strumento indispensabile al progresso della Società e, dunque, al miglioramento della qualità della nostra stessa Vita.

Così si può leggere nel sito www.runforchildren.it.

A partire dalle ore 21 di oggi, si svolgerà, nella suggestiva cornice di Prato della Valle a Padova, una staffetta della durata di 24 ore, dove ogni partecipante dovrà correre 100 metri nel minor tempo possibile per conquistare un nuovo Guinness Record.

Sempre sul sito dell'evento si legge lo scopo dell'iniziativa: anche questa volta l'intero ricavato della manifestazione di sport e solidarietà sarà interamente devoluto a realizzare i progetti scientifici e sanitari dell'Istituto di Ricerca Pediatrica "Città della Speranza".

Per prima cosa voglio spronare anche te ad iscriverti a questa staffetta... c'è ancora tempo e se sei di Padova non puoi di certo mancare. Io ci sarò e insieme a dei miei amici, abbiamo scelto un orario suggestivo: dalle 2 a.m. alle 3 a.m. ;-) Sarà incredibile correre stasera in Prato della Valle a quell'ora della notte!

Voglio approfittare di questa occasione per fare un brevissimo accenno a un valore che molti ritengono ai primi posti di un'ipotetica classifica: la salute.

Un proverbio afferma che "Chi ha la salute è ricco e non lo sa". Credo che ognuno di noi sarebbe pronto a confermare questa frase, ma siamo davvero sicuri di avere la salute? Di possedere questo valore? Anzi, di avere questo diritto?

Risulta difficile possedere veramente questo valore se si applica la definizione dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) del 1948. Una definizione di un bel po' di anni fa, ma che rimane valida: "stato di completo benessere psichico, fisico, sociale".

Bella vero questa frase? Pensaci un momento. Quando riesci ad essere realmente in questo stato completo (non si dice circa, quasi, pressappoco...)? E in oltre da ogni punto di vista, non solo un benessere fisico, ma totale...???

In poche parole la salute diviene irrealizzabile, non sarebbe più un valore, ma un modello ideale impossibile da raggiungere. Diventa un diritto che non potrò mai avere, per definizione!

Si finisce così per far diventare tutto una malattia, cosa che si sta verificando per esempio facendo diventare una malattia la menopausa, la gravidanza, l'invecchiamento... o stabilendo nuove malattie, soprattutto nei giovani, come l'ADHD che fa diventare la distrazione e l'iperattività una patologia...

Se tutto diventa malattia, significa che nessuno potrà essere più sano, viene meno il concetto di salute, ma con esso, e qui si raggiunge il paradosso, nulla è più malattia.

Questi sono solo alcuni pensieri sul tema, per stimolare la tua riflessione (spero). Se vuoi andare oltre, ma questo lo lascio alla tua personale analisi (per il momento), è interessante a questo punto notare la differenza tra salute, benessere, felicità... che molte volte sembrano un'unica cosa.

Intanto prepariamoci alla corsa di stanotte! ;-)

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giovedì 16 giugno 2011

Kenny Random

Oggi sono rimasto immobile per qualche minuto... in realtà non so di preciso per quanto tempo esattamente (forse solo qualche secondo) ad ammirare (sì mi sembra il termine giusto) una parete di un edificio della città di Padova.

Non prendermi per pazzo, ti spiego subito. Quel pezzetto di muro non era spoglio, come gli altri edifici attorno, ma era ed è, passatemi il termine, "vivo".

Se siete abituati a passeggiare per Padova, capirete subito di cosa sto parlando (non ho scelto un titolo molto enigmatico e anche la foto è palese), solo dicendovi le poche lettere che ho letto in un angolo di questa parete: Kenny Random.

Tutti sanno che è il più promettente e poliedrico artista padovano di questo momento.

Non conosco personalmente questo straordinario artista della mia città... e devo ammettere che sono distante anni luce dall'arte. Mi piace, mi appassiona, mi incanta... ma non sono affatto un tecnico e probabilmente è meglio così.

Quindi per prima cosa chiedo scusa a Kenny per quello che sto per scrivere, ma confido che un artista, che lavora non solo con le sue braccia, ma con le sue mani, il suo cervello e il suo cuore, possa apprezzare il semplice entusiasmo di un giovane che una mattina si è ritrovato davanti a qualcosa che lo ha fatto "restare".

Nel bel mezzo del trambusto quotidiano, l'artista è in grado di farci fermare a riflettere, donando l'espressione vivace e tangibile, di un'idea.

Ecco cosa mi è successo: subito mi ha strappato un bel sorriso! Non è scontato al giorno d'oggi; far sorridere o ridere è qualcosa che serve.
Poi mi sono accorto che questo sorriso non era solo della faccia, ma era un inarrestabile entusiasmo che mi entrava dentro. Ecco perché ho detto che quel muro è "vivo".

Credo proprio che anche per Kenny quegli squarci di edificio siano qualcosa di speciale e non un luogo scelto a caso.
Mi sono reso conto, in un istante, che la posizione era perfetta!

Un tocco ha fatto muovere alla velocità della luce il mio cervello e messo su di giri il mio cuore... Un tocco ed esce qualcosa di straordinario, da un terreno, da un cappello, dalla punta di una bomboletta spray... trabocca qualcosa di magico, qualcosa di esplosivo, che ti colpisce anche se non lo vuoi, anche se non ci stai pensando...

Questi buffi personaggi che mi guardavano con aria assente e quasi sballata sembravano lo specchio di molti di noi. Come se volessero dire "Perché sei così stralunato, svampito, quasi triste e apatico, quando la vita è così fenomenale e meravigliosa?" È questa estrema bellezza, questo irrazionale paradosso ironico (di questi personaggi che sembrano lì per prenderci in giro, risvegliando in noi la gioia della vita), questo incanto creativo che mi ha pervaso in quei minuti o secondi di ammirazione.

La magia di questi colori che si scontrano con il "non colore" fanno perdere il concetto di tempo e di spazio, smuovono l'animo di chi guarda verso di loro per poi farlo ritornare dentro te stesso in una maniera tanto prepotente, che non puoi rimanere imperturbato.

Una specie di mago, farfalle, gatti e uccellini, un cuoricino, gigantesche figure umane così irrazionalmente profonde... una magia che paradossalmente è fin troppo reale.

È questo che mi ha felicemente sconvolto, questo qualcosa che si racchiudere dietro l'opera di Kenny Random, che ti fa capire che c'è qualcosa di più, non solo nelle sue creazioni, ma in ognuno di noi.

Direi che per oggi posso essere veramente soddisfatto!

Un sogno in più? Ovviamente sorprendermi ancora per un nuovo scorcio di Padova che ha preso vita e, magari, scambiare due parole con Kenny Random, perché credo sappia comunicare ai giovani, trasmettendo dei valori positivi con estrema verità ed efficacia!

CARO KENNY: UN GRAZIE PERSONALE!!!

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mercoledì 15 giugno 2011

L'empatia è fondamentale per i giovani

The Oxford English Dictionary definisce l'empatia la "capacità di proiettare la propria personalità nell'oggetto contemplato e di comprenderlo appieno in tal modo".

Con questo post, vorrei cercare di rispondere ad una e-mail che mi ha inviato una mia carissima amica qualche giorno fa, quindi se ti dovesse piacere quello che c'è scritto qui, sono pronto a ricevere tanti complimenti; se, invece, non troverai nulla di interessante credo dovresti fare riferimento a questa mia amica ;-)

A parte gli scherzi... anche questa ironia è un modo per entrare in empatia con il lettore, cercare di strappargli un sorriso e coinvolgerlo in quella che è la mia realtà, mentre scrivo queste righe.

L'empatia è, infatti, il vedere il mondo con gli occhi dell'altro, è la libertà di sentire gli stessi desideri di chi ci sta vicino.

Probabilmente avrai sentito parlare di empatia in collegamento con i neuroni specchio, una recente scoperta delle neuroscienze di un nostro italiano, il prof. Giacomo Rizzolatti. Potrai trovare tante notizie su internet o leggere qualche suo libro sull'argomento. Visto che queste ricerche sono ancora all'inizio, non voglio soffermarmi e analizzarle, perché certamente ti annoierei.

L'empatia non è semplicemente quello che ho accennato sopra, non coinvolge solo i sentimenti e i desideri, ma comporta che si arrivi a considerare l'altro un nostro pari, vuol dire entrare così in profondità nella vita dell'altro, oltrepassando la mera simpatia, da poter entrare in una vera e autentica comunicazione.

Dunque la voce tua, che 'l ciel trastulla
sempre col canto di quei fuochi pii
che di sei ali facen la coculla,

perché non satisface a' miei disii?
Già non attendere' io tua dimanda,
s'io m'intuassi, come tu t'inmii»

Quando Dante nel canto IX del Paradiso dice "Dunque la tua voce, che sempre rallegra il cielo insieme al canto dei Serafini, gli angeli che s'ammantano di sei ali, perché non soddisfa i miei desideri con una risposta? Se io mi immedesimassi nei tuoi pensieri, come tu ti immedesimi nei miei, già non attenderei una domanda", parla proprio di empatia, nella sua essenza più profonda, quella che ci fa entrare nell'altro comprendendolo appieno, senza bisogno di domande.

Proprio come un amico resta vicino all'altro senza parlare, nel momento del bisogno... come una madre sta in silenzio vicino al figlio che non riesce ad aprire il suo cuore sofferente...

Per concludere, ti vorrei consigliare un piccolo e semplice esercizio, che lo stesso Edgar Allan Poe scrive in uno dei suoi racconti polizieschi: La lettera rubata.
"Quando desidero scoprire quanto qualcuno sia saggio o stupido, buono o cattivo, o cosa stia pensando in un dato momento, atteggio il mio volto, con la maggiore accuratezza possibile, nella stessa sua espressione, quindi aspetto di vedere quali pensieri o sentimenti mi affiorano alla mente e al cuore, complementari o corrispondenti all'espressione."

Ci hai mai provato? Non dico che in questo modo entrerai in perfetta sintonia con chi ti sta vicino, ma può essere un modo per sforzarti a metterti nei panni degli altri, per sviluppare alcuni valori travolgenti: comprensione, benevolenza, generosità, accoglienza...

Se poi è vero che fare un sorriso produce nel cervello molti dei cambiamenti che avvengono quando si prova piacere e di conseguenza tutti gli effetti benefici di questa attivazione del sistema nervoso autonomo, cerca di sorridere più spesso e come abbiamo già detto impara a fare una "grossa risata".

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martedì 14 giugno 2011

I giovani e la felicità

«Beatus nemo dici potest extra veritatem proiectus» è lo stesso Seneca che ci dice che "Nessuno lontano dalla verità può dirsi felice".

Tutti riconoscono che la felicità è una condizione alla quale ogni uomo aspira, alla quale tutti noi tendiamo. In cosa consiste davvero la felicità? Chi può ritenersi pienamente felice? Possiamo tutti essere felici allo stesso modo o ci sono dei gradi di felicità?

Tutte queste sono domande essenziali per la vita di ogni persona e soprattutto per la vita di un giovane.
I giovani sono alla ricerca della felicità, vogliono essere felici, ma ci rendiamo conto che molti giovani non lo sono... sembrano così lontani dalla felicità, che quasi guardandoli ci appare un valore irraggiungibile e per questo inesistente.

Perché molti giovani che hanno tutto, che hanno più possibilità di quante ce ne erano nel passato, sembrano ogni giorno meno felici?

Vediamo insieme come poter rispondere a quest'ultima domanda, nella speranza di riuscire a risolvere, in questo modo, anche quelle iniziali.

Per prima cosa dobbiamo capire cosa è la felicità.

- È sicuramente un obiettivo comune di tutti gli uomini, una meta di ogni uomo.

- È una meta e non un punto di partenza... infatti, caratteristica propria della felicità è l'autosufficienza, la completezza. Significa che è un bene supremo, il valore per eccellenza, perché una volta raggiunta non cerchiamo nient'altro, non abbiamo bisogno di altro.

- È il compiere e l'adempiere alla propria funzione, esercitando le proprie capacità e potenzialità, realizzando pienamente sé stessi.

Proviamo a vedere adesso cosa NON è la felicità, vedrai che tutto sembrerà più chiaro e, forse, capirai perché non hai ancora raggiunto la felicità:

- La felicità non è semplice appagamento, eccitazione, piacere; sicuramente porta con sé questi sentimenti, ma non può esaurirsi in essi. Infatti, un giovane che segue esclusivamente i suoi piaceri non sempre è felice.
Come abbiamo già detto più volte, non possiamo farci guidare dai sentimenti e dalle emozioni, ma dobbiamo applicare la nostra ragione alla sfera delle passioni. Solo in questo modo esercitiamo tutte le nostre capacità.
- La felicità non dipende nemmeno dal fatto di possedere o no qualcosa.
Questo è il problema più attuale, l'ostacolo più grande che oggi un giovane deve superare per poter raggiungere la propria felicità.
La felicità dipende dal modo di usare quello che ho. Grande differenza c'è tra l'avere una cosa e saperne riconoscere il valore e il giusto utilizzo. Purtroppo, oggi, succede anche con le persone, con i sentimenti... vogliamo, abbiamo, non diamo il giusto valore a ciò che abbiamo tra le mani... e finiamo per non essere felici...

Da qui è nato il concetto di rifiuto, mai esistito nei tempi passati, proprio perché solo oggi qualcuno può pensare che esista qualcosa senza un senso.

Il problema della felicità è questo: se vuoi raggiungerla devi riconoscere la verità (e così torniamo alla frase di apertura di Seneca). Prima di tutto devi riconoscere la verità di te stesso, capire quali sono le facoltà (quelle capacità e potenzialità di prima) che ti rendono quello che sei (ossia un uomo o una donna); poi devi riuscire a dare il giusto valore ad ogni cosa, perché non c'è nulla senza uno specifico senso.

Lo so che non ho esaurito il tema della felicità, tante cose ancora si potrebbero dire, partendo dall'etimologia stessa, ai diversi concetti che abbraccia (come per esempio quello della creatività)... spero però di averti dato qualche spunto per raggiungere questa bellissima meta dove poi potrai riposare.

Magari potrai scoprire che ogni uomo felice ha nel suo cuore un sogno: rendere felici gli altri!
Buona ricerca ;-)

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lunedì 13 giugno 2011

Giovani e creatività

Molte volte si ritiene che la creatività sia una caratteristica esclusiva di poche persone: artisti, musicisti, scienziati, poeti, scrittori... che sembrano possedere facoltà straordinarie che altri non hanno.

In questo post, vorrei soffermarmi sul valore della creatività!
Oggi, molte aziende puntano su questo valore per fare la differenza ed essere più competitive. Ci sono tante tecniche che vengono proposte per svilupparla.

Il brainstorming, che consiste nel proporre molteplici soluzioni ad un problema; il pensiero laterale, che propone di risolvere i problemi logici con un approccio indiretto, vedendolo da angolazioni diverse; le mappe mentali, che non sono solo semplici tecniche per prendere appunti... sono alcuni dei vari strumenti per potenziare la propria creatività.

Ci sono varie definizioni di creatività che portano con sé concetti diversi : da una parte la creatività come semplice remake (cosa che va tanto di moda in questi tempi nel mondo del cinema e non solo), in poche parole un copia-incolla-modifica; dall'altra il concetto che rispecchia di più il significato etimologico di creare dal nulla, o meglio creare qualcosa di nuovo.

Spesso si dice che "in medio stat virtus" e sicuramente anche l'equilibrio è un altro grande valore da ricercare e sviluppare. S. A. Mednick la definisce come "la capacità di formare nuove combinazioni", J. S. Bruney invece "la produzione di ciò che genera effettiva sorpresa"; altri come vedere tutte le cose contenute in un grandissimo recipiente e riuscire a formare nuove combinazioni con questi stessi elementi.

Alla fine la vera creatività è imitare i grandi pensatori, artisti, sportivi, insomma i grandi uomini di ogni tempo, facendo ciò che essi hanno sempre fatto: non imitare nessuno!

Una persona creativa fa meno fatica a ripensare ai concetti, a rimettersi in gioco; con estrema rapidità si meraviglia di ogni piccolo dettaglio e ne sa apprezzare la novità; è capace di abbracciare (tutta in un colpo) la globalità, senza perdersi.

Il segreto della creatività è saper guardare l'orizzonte, riconoscendo che per tutti quello è un orizzonte e, allo stesso tempo, cogliere, da un lato, i particolari che lo rendono unico, riuscendo però ad andare al di là dello stesso orizzonte. Solo così possiamo creare vero stupore e meraviglia in ogni campo della nostra vita.

Probabilmente anche i giochi di parole sono parte della nostra creatività, quindi mi rimane una domanda: si può parlare di creatività in modo creativo?

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venerdì 10 giugno 2011

Cosa conta di più per te nella vita?

Ho scoperto che è molto utile farsi questa domanda: cosa conta veramente?

Nella mia routine mattutina, dedico sempre un paio di minuti per rispondere a questo quesito. Ricordarmi cosa sia davvero importante, mi aiuta a tenere ben salde e in mente le mie priorità.

Ti ricordi quando ti ho dato alcuni consigli su come "non rimandare sempre le cose"?. Bene, anche questa volta vorrei darti semplicemente alcuni consigli, che potrai mettere in pratica da subito.

Non tornerò a parlare di valori, di quali sono i più importanti, di come fare per scoprirli e per scegliere la gerarchia migliore...

Arriva un momento in cui si deve passare dalla teoria alla pratica, come nella vita di tutti i giorni al mattino tutto ricomincia: ti alzi dal letto e ti metti in moto.

Il mattino ha l'oro in bocca si dice ed è proprio questo il momento migliore per decidere e fare della nostra giornata qualcosa di più che eccellente!

Ecco qui alcuni brevi spunti: saranno un modo per iniziare a scoprire i valori che stai seguendo e quelli ai quali tieni di più.

1. Sii il tuo migliore amico. Non tradirti mai, non aspettarti la fiducia degli altri, quando sei il primo a prometterti cose che non mantieni. Decidi una sola cosa (piccola che sia), ma falla!

2. Fatti questa domandina: "Che cosa potrebbe rendermi più felice oggi?" Cerca di pensare non solo ad un appagamento istantaneo, ma a qualcosa che possa farti dire di essere stato baciato dalla fortuna a fine giornata.

3. Non aspettare che siano gli eventi della giornata a colpirti (molte volte come macigni), non aspettare di essere sorpreso, ma cerca di essere tu a sorprendere la vita.
Cerca di essere sempre tu a compiere il primo passo. Anche con gli altri è un buonissimo sistema per farti sentire fenomenale.

4. Quando hai deciso su cosa puntare quel giorno, chiediti che importanza avrà fra una settimana, fra un mese, fra un anno. Forse ti metterai a ridere davanti allo specchio, accorgendoti che non ne vale proprio la pena...

5. Punta sulle cose che a distanza di tempo ti faranno sentire magnificamente ricolmo di felicità.

Cerca al mattino, mentre ti stai preparando, anche sotto la doccia, di farti domande che ti possano far capire tutto questo.
Scoprire a che cosa stiamo dedicando la maggior parte del nostro tempo, fermarci ogni singolo giorno a rivedere la nostra vita, a proiettarci nel futuro, potrà farti guardare il mondo con occhi nuovi... senza rendertene conto sarai ad un passo dalla felicità! ;-)

Un ultimo consiglio, almeno per oggi:
6. Non essere troppo rigido con te stesso. Sii pronto a cambiare, a rimetterti in gioco e in discussione e soprattutto convinciti che in ogni momento puoi ripartire, l'importante è iniziare, solo dopo puoi mettere il turbo!

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giovedì 9 giugno 2011

Buon compleanno Paperino!

Oggi, non tutti lo sanno, ma è il compleanno di Paperino.
Il famoso e buffo personaggio Disney, conosciuto con il nome di Donald Duck è stato creato nel 1934 ed ha esordito nel cartone animato "la gallinella saggia" proprio il 9 giugno dello stesso anno, quindi compie esattamente 77 anni. Auguri!

Non è la prima volta che in questo blog parliamo di Disney. Puoi leggere la straordinaria storia di Walt Disney e della nascita di Topolino qui.

Parliamo però del festeggiato, del vicepresidente del Circolo dei pigri, del personaggio Disney più sbeffeggiato e ridicolo di sempre. Quello che fa più ridere i bimbi per le sue disavventure, per le sue facce e il suo spassoso modo di parlare.

Alcune caratteristiche di Paperino possono ricordarci che un sorriso, un pò di follia, una caparbia costanza e testardaggine ci possono aiutare a vivere davvero.

Per prima cosa, Peperino è perseguitato dalla sfortuna, sembra che capitino tutte a lui, ma resta sempre ottimista ed estremamente divertente.

Quanti sarebbero così tranquilli, sereni e autoironici, quando tutto il mondo sembra girare nel verso contrario? Dobbiamo imparare da lui questa lezione e quando ci sentiamo tristi, soli, con problemi che ci sembrano insormontabili, dobbiamo fare come Paperino quando si ritrova "costretto" (molte volte da Zio Paperone) in una difficile impresa. Lui non si arrende, cerca soluzioni (e molte volte complicano le cose ulteriormente) e con tenacia e determinazione riesce a continuare a ridere, divertendoci.

Compie sempre gesti inaspettati e incomprensibili (come le sue parole), con estrema ironia e felicità, rompendo gli schemi monotoni della nostra vita e della quotidianità. Scardina ogni schema, come succede quando ci troviamo davanti qualcosa di non programmato, facendoci capire che un eccessivo autocontrollo, un'estrema autoriverenza non sono altro che i presupposti di un uomo presuntuoso.

Nella sfortuna, negli incidenti, nella vita di tutti i giorni, capita a tutti di commettere piccoli o grandi errori, di sbagliare, ma se uno ha lo spirito di Paperino, può trasformare questa "sfortuna" in avvincenti avventure, in indimenticabili viaggi, come succede in molte sue storie...

Può persino arrivare, nella sua spensieratezza e sana ironia, a scoprire qualcosa che solo un grande inventore potrebbe ipotizzare.
Forse non lo sai, ma proprio Paperino in un racconto del 1944, scopre un composto chimico (CH2), che solo un decennio dopo verrà individuato dagli scienziati. Paperino diventa così il più grande chimico di tutti i tempi. Pensa che nel medesimo fumetto "Paperino Chimico Genio", anche intitolato "Paperino Chimico Pazzo", fornisce alcune caratteristiche di questa classe di molecole ancora sconosciute: i carbeni.

Il vero genio è sicuramente il creatore di questa storia di Paperino, ma solo un personaggio come il simpatico papero bianco poteva permettere un azzardo così fantasioso e bizzarro... che poi si è rivelata una grande realtà. Se impariamo ad osare ogni tanto nella nostra vita, sapendo che in ogni momento può capitare un imprevisto, sapremo trasformarlo in un'opportunità.

A volte, nella vita, bisogna saper osare, saper mettere quel pizzico di determinazione, di creatività, che la maggior parte delle volte, non viene capita, che ci potrà rendere anche ridicoli (come appare molte volte il povero Paperino ai nostri occhi), ma che il modo più bello e vero di vivere la vita e di renderla fantastica!

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mercoledì 8 giugno 2011

Saper riposare e godersi le vacanze

Ti è mai capitato di distenderti per alcune ore senza far nulla, credendo di riposare, per poi accorgerti di essere più stanco di prima? Hai mai dormito tante ore di seguito e poi sei rimasto tutto il giorno sconnesso, come direbbero molti "in coma"?

Un detto popolare dice che "un buon riposo val meglio di un buon pranzo". Il nostro organismo non può restare per lungo tempo senza riposo, mentre potrebbe rimanere per un periodo prolungato senza dormire.

Con questo vediamo subito che esiste una differenza tra riposare e dormire. Possiamo riposare mentre dormiamo, ma non sempre durante il sonno riusciamo a riposare. Possiamo anche recuperare le energie e far cessare il logoramento del nostro organismo anche quando siamo svegli.

Nella stanchezza normale e generale solitamente percepiamo una pesantezza del capo e un calore della fronte che successivamente di irradia attorno alle orbite, facciamo fatica a concentrarci e a seguire i discorsi di chi ci sta attorno...

Ci stanchiamo perché siamo degli "emittenti di attenzione", per dirla in parole semplici, è come se il nostro cervello fosse una batteria di accumulatori e l'attenzione che prestiamo alle varie attività che svolgiamo, fosse una lampadina continuamente accesa, che scarica questa batteria (il nostro cervello). Dobbiamo cercare, se vogliamo riposare veramente, di trasformarci da "emittenti" in "riceventi".

Ci sono vari esercizi e tecniche per rilassarsi fisicamente e per far riposare in modo specifico gli occhi, che come abbiamo detto prima sono i primi a stancarsi... in realtà sono i muscoli, che muovono gli occhi, quelli che si affaticano.

Per esempio, un ottimo esercizio da fare quando si legge molto o si devono passare diverse ore davanti al computer è il cosiddetto Palming:
- sfrega molto velocemente i palmi delle mani un contro l'altro in modo da scaldarli,
- appoggia le mani sugli occhi, coprendoli con il cavo delle mani e facendo attenzione a non premere sui bulbi oculari,
- devi infine cercare di vedere il maggior nero possibile...

Provaci per un paio di volte al giorno e poi fammi sapere come va, se in più durante questi minuti di palming pensi a cose belle, a ciò che ti piace, alla tua vacanza ideale... sicuramente qualche beneficio verrà.

Abbiamo così toccato il secondo argomento di questo post: la vacanza. La maggior parte delle volte quanto si pensa alla vacanza si pensa al dolce far nulla... invece proprio il significato antico e profondo di vacanza (vacare) indica "l'avere tempo per occuparsi di qualcosa".

La vera vacanza è un tempo per dedicarsi a qualcosa che ti piace, che magari durante l'anno hai tralasciato. Deve essere un tempo per ritrovare un equilibrio con se stessi e con gli altri. Un momento per riscoprire la natura, la bellezza dello sport...

Una vacanza dedicata a riscoprire i veri valori è un modo perfetto per occupare questo tempo.
Viva la vacanza che ci permette di ricoprire con gioia ed entusiasmo degli ideali forti, nuovi, umani, anzi umanissimi. Un tempo per dedicarsi ad altro, ma a qualcosa che possa davvero servire per la "vita" che domani ricomincerà.

Due sono i valori che vorrei proporti per le tue prossime vacanze.

Il primo è il valore dell'incontro, che è l'essenza della vacanza e del riposo. Un incontro che mette insieme i più bei valori dell'amicizia, dello stare insieme in modo disinteressato e costruttivo per coltivare sentimenti d'affetto che ci riempono e ci rigenerano.

Il secondo valore è quello della generosità, perché non c'è forma più bella del riposare nella generosità. L'esempio più sublime di questo tipo di riposo è quello di una mamma che quando lavora per i figli che ama, si riposa. Sii generoso nelle tue vacanze!

Con questo post sulle vacanze non voglio salutarti e dirti "ci vediamo dopo l'estate", anzi spero di poter dedicare più tempo a questo blog, proprio come generoso gesto d'amicizia nei tuoi confronti!

Buone vacanze comunque, perché se svolgiamo le nostre attività con dedizione e gioia, tutta la vita è una vera e propria vacanza! ;-)

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