mercoledì 31 agosto 2011

Con cosa riempi i tuoi giorni?

Lo sai che se ti dedichi ogni giorno per solo mezz'ora ad una qualsiasi attività poco importante, superflua o insignificante... è come se buttassi nel cestino 2 anni della tua intera vita?

Pensaci adesso prima che sia troppo tardi. Il calcolo è molto semplice, basta pensare che 30 minuti al giorno, sono circa 180 ore in un anno, che corrispondono a poco più di una settimana.
Quindi, quello a cui ti dedichi per circa mezz'ora al giorno, ti costerà due anni della tua vita (ovviamente calcolando una vita media di circa 80 anni e se la matematica non è un'opinione).

Questa premessa non vuole essere qualcosa di deprimente e non ti voglio assolutamente rendere triste. Se sei un giovane in gamba avrai già capito che questo stesso discorso si può stravolgere e può diventare fondamentale per il tuo futuro!

1) Per prima cosa eliminando mezz'ora ogni giorno di attività non necessarie, inutili, potrai ritrovare un po' di spazio per te stesso.

2) Se poi decidi di dedicare questi stessi 30 minuti per attività essenziali, indispensabili, che ti fanno crescere, che ti migliorano... vorrà dire che alla fine della tua vita avrai impiegato 2 anni per qualcosa di buono.

Mezz'ora in realtà non è molto. Prova a pensare che cosa potresti fare di straordinario in questa mezz'ora. Quando sarai vecchio, a che cosa vorresti aver dedicato due anni della tua vita?

Per esempio, a me piacerebbe poter dire di aver riempito questi due anni avendo letto qualcosa di interessante che ha arricchito la mia fantasia; scoperto qualcosa di nuovo; imparato qualcosa di utile; aiutato chi è in difficoltà; giocato con gli amici, aiutandoli, sentendoli... mi piacerebbe poter arrivare a dire che almeno due anni della mia vita sono stati riempiti condividendo qualcosa di importante con la mia famiglia e i miei cari...

È semplice ottenere questi risultati, soprattutto adesso che sai che mezz'ora del tuo tempo è così preziosa. Non credo serva programmare tutti i momenti della nostra vita (sarebbe davvero troppo e potrebbe diventare una malattia), ma tenere in considerazione che 30 minuti sono un tempo considerevole, se visti già da ora in un'ottica futura, ci può aiutare a controllare e scremare con più accortezza quello che facciamo.

Prova a farti due semplici domande:
a) Con cosa riempio i miei giorni attualmente?
b) A cosa vorrei dedicare almeno due anni della mia vita?

Le risposte ti faranno capire su cosa devi indirizzarti, quali cambiamenti devi fare, che tempi devi ritagliare nella tua giornata per una determinata attività...

Così potrai arrivare a dire, fra molti e molti anni, "ho dedicato almeno due anni della mia vita per qualcosa di buono".

Allora sì che la tua vita sarà stata riempita!

martedì 30 agosto 2011

Giovani, sport e valori 3

Circa un mesetto fa, prima della pausa estiva, ho parlato due volte dello sport: un primo post che trattava in breve di doping e di una delle tre principali caratteristiche del vero sport (il movimento); un secondo post sulla componente ludica dello sport (il gioco).

L'estate è veramente il tempo dello sport in generale e ancora una volta, da qualche giorno, si stanno svolgendo i Campionati del mondo di atletica leggere a Daegu, in Corea del Sud. Cerchiamo di prendere spunto da queste gare per parlare della terza e ultima caratteristica essenziale dello sport.

Abbiamo già detto che lo sport deve avere, anzi è, movimento e gioco. Quale sarà la terza indispensabile essenza di questa attività? Un qualcosa che è proprio anche della nostra vita, di ogni essere umano. L'agonismo!

È la più difficile e problematica componente dello sport, perché se da un lato il movimento e il gioco fanno parte dello sport anche se la persona stessa non le ricerca volontariamente (facendo un qualsiasi sport è molto difficile non muoversi e non giocare), l'attività agonistica si deve volere e ricercare.

Cerchiamo di capire meglio... Partiamo come sempre dal significato etimologico, che ci riporta subito ad una dimensione di lotta e superamento (agoné vuol dire infatti lotta). Potrei anche terminare qui, poiché ognuno può capire come tutta la nostra vita è una continua lotta, una battaglia travolgente, intensa, eroica a volte, stupenda da affrontare per chi vive la vita con gioia ed ottimismo... ma rimane pur sempre una lotta.

Così è lo sport. Deve essere un campo dove ci si confronta con sé stessi e con gli altri, dove si mette in gioco il superamento dei propri limiti. Si lotta contro ciò che ci si trova davanti, proprio come nella vita. Ostacoli di tutti i tipi: materiali, fisici, dovuti al confronto con gli altri (sia con i compagni di squadra sia con gli avversari)...

L'agonismo è un elemento imprescindibile della nostra vita umana, ci educa, ci forma e ci modella. Porta con sé una serie di valori e aspetti positivi come la tenacia, la perseveranza, la determinazione, la capacità di stingere i denti e portare a termine un compito, un'impresa.

Ci fa crescere insegnandoci ad accettare le sconfitte nel campo e nella vita di tutti i giorni. Ci fa capire che molte volte non dobbiamo aspettarci solo risultati facili, ma che quelli più intensi sono quelli "sudati". Ci fa comprendere gli altri, arrivando a rispettare anche il proprio avversario (il nemico nella vita di tutti i giorni), d'altra parte, senza di lui non ci potremmo divertire.

Il centro dell'agonismo non è tanto lo sport, ma chi lo pratica. Siamo noi il centro dello sport, così come della vita. Non è importante la vita in sé, ma il fatto che questa vita sia quella di un qualcuno, chiunque esso sia, rende questa vita speciale e unica.

I fini agonistici dello sport sono quelli che tendono al miglioramento di sé, oltre al superamento dell'altro. Questo deve essere chiaro e tenuto sempre in considerazione. Ecco perché il doping è qualcosa di antisportivo e di antiumano: non rispetta il vero miglioramento di sé (poiché ci danneggia e ci distrugge) e non rispecchia un vero superamento dell'altro. Tutto questo è negativo e sminuisce se stessi e gli altri, facendoci vivere in un inganno (come quando nella vita mentiamo o utilizziamo delle subdole scorciatoie).

Lo sport con il suo agonismo, ci aiuta ad accettare i rischi della vita, a valutarli e imparare che ci sono dei rischi che vanno al di là del prevedibile e dell'accettabile, dai quali dobbiamo tenerci alla larga.

Dobbiamo anche ricordarci che c'è tutto un periodo che viene prima della gara, della partita, dalla competizione che ci carica, ci stressa, ci mette in tensione. Questi sono momenti importanti che lo sport porta con sè e che ci insegnano ad affrontare le simili tensioni fuori dal campo, per un esame, un colloquio, un appuntamento...

L'agonismo fa scaturire una tensione, quella verso una meta, un obiettivo da raggiungere, da soli o insieme ad altri. Ci fa capire che questa meta non è sempre facile da raggiungere e che molte volte si può cadere, ci si può sbucciare le ginocchia, ci si può infangare... ma sempre ci si potrà rialzare!

Lo sport deve incentrarsi su vero bene della persona, allora sì che potrà raggiungere tutti i suoi scopi e fini.

Sarebbe straordinario condividere ciò che lo sport ha dato ad ognuno di noi, quello che siamo riusciti ad imparare dallo sport. Cercare di condividere le nostre esperienze nella preparazione di gare, dello svolgimento di una partita tra amici, può aiutare tanti giovani a rivalutare lo sport e a trovare in esso dei valori positivi che potranno arricchire e far risplendere la propria vita.
Che ne pensi?

sabato 27 agosto 2011

Il valore della solitudine

Victor Hugo diceva che la solitudine "crea persone d'ingegno o idioti". A te la scelta!

A me piace cercare di vedere le cose sempre da un lato particolare, non dal lato comune, ma con degli "occhiali speciali", quelli dell'ottimista. È magnifico come le situazioni possano cambiare quando si usano questi occhiali.

Ti faccio un esempio... la solitudine. Nessuno vuole essere solo e molti dichiarano di soffrire perché vivono in solitudine. Credo invece che la solitudine sia un tempo particolare, un tempo speciale.

A volte bisogna rompere degli schemi mentali, dei concetti, delle credenze che abbiamo in testa, per poter capire che anche la solitudine, come tante altre occasioni che ci sembrano un "buco nero", possono essere momenti intensi e pieni.

La solitudine è davvero un banco di prova, un periodo esclusivo di formazione personale, di conoscenza di sé stessi, di analisi interiore.

Non è mai un tempo neutro: lascia sempre qualcosa in ognuno di noi. Non passa senza lasciare la sua orma. Questo ci fa capire che non ha senso l'assidua ricerca frenetica di riempire questi tempi "vuoti" con tante e tante attività (molte delle quali veramente vuote). La solitudine non è un vuoto da colmare. È piuttosto un momento da sfruttare! Ecco come è possibile cambiare prospettiva.

La solitudine diventa così uno spazio personale, completamente proprio, dove ritrovare sé stessi e guardarsi dentro. Dove fare una revisione della propria vita, affetti, amicizie, azioni e verificare le scelte che si stanno portando avanti.

Questo momento di riflessione personale permette di affrontare meglio e con più sicurezza il mondo. È un tempo difficile. Non è facile vivere la solitudine in modo positivo e fruttuoso. In fondo è una sfida con sé stessi e si sa che le sfide con sé stessi sono quelle più difficili.

Non sempre è facile stare da soli... si è faccia a faccia con le proprie insicurezze, ci si vedere chiaramente come si è, non ci sono distrazioni che ci fanno pensare ad altro, emergono piuttosto i nostri fantasmi, le nostre paure... ci ritroviamo davanti la nostra interiorità che prepotentemente si fa avanti.

Non è facile, ma chi impara a star bene da solo, vive con intensa e proficua armonia anche la relazione con gli altri. Chi conosce bene sé stesso può dare realmente qualcosa di suo a chi lo circonda, senza usare maschere, senza usare filtri che appartengono alla comodità.

Non solo! Anche raggiungere un obiettivo, sviluppare e portare a termine un progetto, richiede una buona conoscenza delle proprie risorse personali. Il tempo della solitudine può allora servire per analizzare alcune azioni del passato, rivalutandole e cercando di capire ciò che può servire per la realizzazione di un progetto futuro.

Un semplice modo per iniziare a sfruttare in modo positivo i propri momenti di solitudine?
Mettere nero su bianco le proprie riflessioni personali, le proprie insicurezze, le proprie idee, progetti, capacità, i propri lati positivi e negativi... sempre meno giovani hanno un proprio diario, che serviva e serve per conoscersi meglio, raccontarsi non agli altri ma a sé stessi per capirsi, accettarsi, crescere e migliorarsi.

Un ultimo consiglio: la solitudine deve comunque rimanere un tempo, un periodo limitato, non una vita. L'uomo non può vivere una vita da solo, deve, proprio per poter diventare una persona armonica, confrontarsi con gli altri, crescere con gli altri per arricchirsi reciprocamente.

Quindi, sfruttiamo i momenti di solitudine che la vita ci presenta e a volte ci "costringe", come tempi positivi, ma non rimaniamo imprigionati in essi. Chi rimane tra le sbarre della solitudine è proprio chi non riesce ad affrontare se stesso, chi ha paura di conoscersi e si rifugia in una desolazione senza via di fuga.

Al contrario, non cerchiamo di fuggire continuamente da questi momenti di solitudine, occupando forzatamente in nostro tempo con attività inutili.

Quanti non riescono a stare nemmeno per pochi minuti in silenzio, senza svolgere un'attività pratica? Quanti, insieme ad altri, non riescono a godere di un minuto di silenzio (molte volte il minuto più bello, soprattutto quando si è in due) e riempono questi tempi di parole che a volte li fanno apparire perfino sciocchi?

"La solitudine è qualcosa di più di un'esperienza diffusa. Sotto certi aspetti è un'esperienza necessaria, ineluttabilmente connessa alla condizione umana. È la nostra stessa individualità a imporci la solitudine; non è possibile sfuggirle se non a costo di perdere la nostra identità"

L'incertezza di ieri, la certezza di domani

Mi sono sempre chiesto se gli animali, i cani, i gatti, il Panthera leo (il re della savana) o la Mustela putorius (la puzzola europea) vivono il tempo come lo viviamo noi. Loro sono costantemente in una tensione tra passato, presente e futuro, come noi uomini?

Si preoccupano per quello che hanno fatto o per quello che potrà accadere loro? La gazzella, per esempio, è sempre in una situazione di tensione costante, nell'attesa che qualcuno la sbrani, o semplicemente vive il momento, l'istante presente, allertandosi nel momento in cui sente un rumore strano, l'odore caratteristico di qualche Panthera?

Se gli animali non vivessero "tutto ora e in questo istante", povera Mustela, sempre preoccupata di non... ;-)

Difficile avere una risposta certa su una questione come questa, studi su studi si stanno sviluppando su tematiche come la percezione del tempo e la differenza tra uomini e animali. E qualche differenza di sicuro c'è!

Non voglio analizzare articoli scientifici, soprattutto per non annoiarti, ma raccontarti qualcosa di più interessante, un colloquio su questo tema con un addestratore di cani da salvataggio. Mentre stavo guardando un'esercitazione, mi chiese: "Hai mai pensato perché gli animali reagiscono più prontamente alle emergenze di noi?"

Sinceramente non ci avevo mai pensato più di tanto e quelle poche volte che ci avevo pensato la mia risposta era stata che gli animali agiscono per istinto, non condizionati dai loro sentimenti ed emozioni del momento o dalla logica razionale...
Bhe, avevo ragione, ma l'addestratore mi diede una risposta ancor più ragionevole: "Gli animali vivono il presente, agiscono istante per istante, non si aspettano e non prevedono un pericolo. Lo affrontano quando questo si presenta!"

Mi disse anche qualcosa in più: "Ecco perché non si può dire che un cane o un leone è coraggioso e nemmeno che è timido o pauroso". Queste caratteristiche sono prettamente nostre, di chi si proietta nel futuro e può per propria decisione andare incontro a qualcosa di pericoloso, ad un ostacolo che ancora non vede, dimostrando coraggio. Viceversa, chi pensa troppo al passato, può dimostrare paura, timidezza, incertezza...

L'incertezza di ieri, la certezza di domani (titolo suggerito da un amico), rappresenta uno straordinario paradosso. Nessuno direbbe mai che il passato è incerto, insicuro... il passato è qualcosa di accaduto, di reale, di raccontabile... quindi nessun uomo ragionevole potrebbe affermare che il passato è incerto.

Una cosa però è sicura: chi vive ancorato nel passato, in ciò che ha fatto, nelle paure per qualcosa che gli è capitato, non potrà che vivere nell'incertezza e nella "disperazione" più o meno evidente.

Oggi, purtroppo sentiamo troppo spesso che "del doman non v'è certezza" e da una parte è vero. È vero, se ragioniamo e vediamo le cose in maniera superficiale. È ovvio che nessuno, almeno tra noi uomini, può essere certo di ciò che gli accadrà domani o dopo domani o tra 5 anni.

C'è però una certezza incredibile che deriva dal domani. La certezza presente, il nostro essere radicati nell'oggi, nei nostri valori, nella nostra speranza. Quanti giovani adesso non sanno più sperare? Quanti vivono un oggi sofferente, incerto (molto spesso nemmeno coscienti di questo), perché non sanno credere nel proprio futuro?

Vivere l'oggi e basta, prendere il momento, come tanti ci suggeriscono di fare, è come dire: "Non abbiate sogni", " Non pensate al domani, al vostro futuro", "Non c'è un domani per voi", "Non datevi obiettivi più grandi di quelli che potete raggiungere ora"...

Chi dice questo si dimentica che l'uomo, per sua natura, non agisce "tutto ora e in questo istante", ma vive in una speciale e unica tensione tra passato, presente e futuro, una sana irrequietezza che lo fa sentire costantemente vivo e che lo fa vivere nel tempo e fuori dal tempo. Un'unicità che non possiamo perdere!

Quindi, non facciamoci ingannare, decidiamo di vivere da uomini e non da animali. Viviamo la speciale certezza dell'oggi che deriva dalla speranza nel domani!!!

venerdì 26 agosto 2011

Madre Teresa: Dai il meglio di te

Oggi non voglio scrivere molto, solo poche righe e lasciare spazio a queste bellissime parole di Madre Teresa di Calcutta. È questa straordinaria donna che ha accesso in alcuni giovani la voglia e l'entusiasmo di trasmettere al mondo una corrente di valori positivi. È grazie a lei se ci troviamo dentro a questo meraviglioso progetto...

Voglio semplicemente riprendere il post di ieri sulla generosità e condividere con te questa poesia di Madre Teresa. Inizia dicendo "Dai il meglio di te" e credo rappresenti proprio il succo della generosità. Essere generosi significa dare sé stessi, senza pretendere nulla in cambio, senza nessun secondo fine, senza una ricompensa.

Il mio augurio è solo uno: oggi, dai il meglio di te!



DAI IL MEGLIO DI TE...

L'uomo è irragionevole, illogico, egocentrico,
NON IMPORTA, AMALO
Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici
NON IMPORTA, FA' IL BENE
Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici
NON IMPORTA, REALIZZALI
Il bene che fai verrà domani dimenticato
NON IMPORTA, FA' IL BENE
L'onesta e la sincerità ti rendono vulnerabile
NON IMPORTA, SII FRANCO E ONESTO
Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo
NON IMPORTA, COSTRUISCI
Se aiuti la gente, se ne risentirà
NON IMPORTA, AIUTALA
Dà al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci
NON IMPORTA DA' IL MEGLIO DI TE

giovedì 25 agosto 2011

Il valore della generosità

Nei giorni scorsi ho visto tanti gesti di generosità che mi rimarranno nel cuore per lungo tempo. Non c'è lo spazio per descriverli qui, sia perché non saprei quali scegliere, sia per questione di spazio...

Generosità significa disponibilità, quella capacità di distacco personale che ci porta ad essere disposti a fare a meno di qualcosa di proprio per porlo al servizio di...

Generoso è colui che mette a disposizione, colui che condivide tutto ciò che ha. Serve una buona dose di distacco personale per avere un generoso interesse! Quasi un controsenso, in realtà è nell'equilibrio che sta la virtù!

La generosità non è pietà, non deriva dalla tristezza che ci fa una particolare situazione di sofferenza, non deriva in poche parola da qualcosa di esterno. Se così fosse, non sarebbe più vera generosità. Molte volte pensiamo di essere generosi, ma in verità facciamo gesti quasi dovuti, spinti da un'esigenza esterna che ci porta a fare qualcosa. Lo facciamo per un dovere, ma la generosità non è un'imposizione, un dovere, una costrizione.

Quel qualcosa che facciamo non è vera generosità, non è un donarci, ma un donare. Una gran differenza!

La generosità, infatti, non scaturisce da una spinta esterna, ma dalla nostra volontà, dalla nostra libertà. È qualcosa che da dentro ci fa guardare fuori e non il contrario. È apertura e non chiusura.

Non essendo qualcosa che viene dall'istinto, ma un atto proprio della nostra volontà, dobbiamo imparare fin dalla tenera età ad educarci alla generosità, ossia sviluppare e prendere coscienza delle necessità di chi ci circonda, essere consapevoli che non siamo soli e non possiamo vivere in solitudine; solo così possiamo arrivare a rispondere senza indugio, solo così possiamo essere davvero pronti. Essere generosi, infatti, è saper cogliere il momento, non arrivare più a dire: "avrei potuto fare questo".

Dobbiamo richiedere a noi stessi di essere generosi, dobbiamo sforzarci di esserlo. È un valore che dobbiamo conquistare e far maturare giorno dopo giorno, esercitandolo.

Dobbiamo cercare di determinare concretamente come vogliamo manifestare la nostra generosità. Come potrò essere generoso oggi? Con chi? Come posso manifestare praticamente la mia generosità?

Chi è generoso sviluppa alcune caratteristiche bellissime:
- prima di addormentarsi pensa: "Domani farò..." ( al contrario chi non è generoso potrà pensare: "Quanto ho fatto oggi...")
- ha un qualcosa dentro che continua a ripetere questa parola: ANCORA, ANCORA, ANCORA!
- non si stanca mai degli altri, ma per gli altri.
- non si ferma a pensare quanto ha fatto di buono oggi, perché non pensa ad una ricompensa, non si aspetta nulla dagli altri, anzi si considera sempre debitore...
- le domande che fa più spesso sono: "Hai bisogno di me?" "Posso aiutarti in qualche modo?" "Sappi che ci sono!" Non dice quasi mai: "Non ho tempo!"
- è consapevole che deve donare sé stesso prima ancora del denaro!
- sa sorprendere, spezzando la regola del regalo atteso e dovuto. Sa fare doni inaspettati!
- possiede un grande segreto: la consapevolezza che la cosa più grande che può donare è il proprio tempo, l'unica cosa che mai potrà tornare. Stando con gli altri, semplicemente donando il proprio tempo, ha capito che è più bello darsi che dare!

Dove si impara ad essere generosi? Per rispondere a questa domanda si può cercare di andare alla ricerca del significato di una parola molto vicina alla generosità.

Chi è generoso è anche gentile. La gentilezza deriva dal latino gantilis, da gens, ossia da famiglia. È lì, nella famiglia, che si impara e si trasmette nel modo migliore ogni valore e in particolare la generosità.

Credo davvero che questo sia uno dei valori più grandi. È tramite la generosità che si dividono gli uomini. Non tanto tramite l'intelligenza, la ricchezza, la fortuna, la capacità nello svolgere un particolare compito, il potere... È la generosità che fa la differenza, che veramente divide gli uomini in due categorie: generosi ed egoisti.

Tu da che parte vuoi stare?

domenica 7 agosto 2011

Una breve pausa

È da qualche giorno che non aggiorniamo il blog. Non preoccuparti, non siamo del tutto spariti. Solamente abbiamo pensato di fare una piccola pausa estiva.

Un pò di vacanza fa bene a tutti.
Ci rivediamo qui il 25 agosto 2011.
Non mancare!

Tu che tipo di vacanza farai o hai già fatto? Dove ti ha portato? Con chi sei stato, chi hai trovato?

Ogni vacanza porta con sé alcuni valori specifici... per esempio, una vacanza in mezzo alla natura o d'avventura stimola la ricerca, l'osservazione, la curiosità, la libertà, lo sport, la riflessione...

Una vacanza in gruppo ti fa sviluppare dei valori diversi di una vacanza da solo... spirito di squadra, adattamento, generosità, riflessione, cura di sé...

Prova a pensare a che tipo di valori può trasmettere la vacanza che hai scelto!
Ci risentiamo tra poco più di 2 settimane...