venerdì 24 giugno 2011

Ricercatori di meraviglia

"Entrammo in una baia e scoprimmo un villaggio a modo di città, collocato sopra le acque come Venezia, nel quale vi erano venti grandi case, non distanti tra loro, costruite e fondate sopra robusti pali. Davanti agli usci di codeste case vi erano come dei ponti levatoi, per i quali si passava da un'altra, come se fossero tutte unite."

Così Amerigo Vespucci descrive un villaggio durante il primo viaggio in America. Proprio oggi ricorre lo sbarco di Amerigo nel Nuovo Mondo nella spedizione insieme a Juan de la Cosa. (Bello che abbia pensato alla nostra cara Venezia).

Mi hanno sempre affascinato queste scoperte, la voglia di ricerca e di vedere cose nuove... la curiosità dell'uomo, il suo sapersi meravigliare della natura e di se stesso hanno qualcosa di straordinario. Ci rendono unici e irripetibili.

Se vogliamo parlare di curiosità, forse ti farebbe piacere sapere che il nome America potrebbe non derivare dall'esploratore Vespucci. Secondo le fonti storiche, mentre Amerigo approdava sulle coste dell'attuale Colombia, un altro navigatore, di origine genovese, un certo Giovanni Caboto, raggiungeva, esattamente il 24 giugno del 1497, le coste del Canada.

Mi dirai: "ok, ma il nome America deriva comunque da Amerigo, non certo da Giovanni o Caboto...". Sì, hai ragione, di certo non potrebbe derivare dal nome dell'esploratore genovese, ma sembra che questa spedizione del Caboto sia stata finanziata dal gallese Richard Ameryk... Allora? Ti suona meglio?

Tralasciando queste simpatiche curiosità - sinceramente credo sia meglio continuare a dire che l'America deve il nome ad un italiano che non ad un "gallo" ;-) - vorrei soffermarmi brevemente sulle capacità di questi navigatori ed esploratori.

Loro si sono accorti che quelle coste non potevano essere l'Asia, ma "la quarta parte della Terra". Hanno avuto, oltre alla curiosità, quell'intuizione che unita ad un grande sapere, ad una profonda conoscenza, ha permesso loro di raggiungere la fama.

È importante coltivare il valore positivo della curiosità, non quella curiosità fine a sé stessa, che molte volte porta alla critica (altro argomento che vorrei trattare presto), ma quella curiosità che ci fa crescere, ci fa scoprire le cose più belle che ci circondano e ci spinge a fare qualcosa di nuovo per il bene di tutta l'umanità.

È però altrettanto importante coltivare il valore dello studio e dalla formazione. Quella conoscenza che nasce dalla curiosità di trovare e raggiungere la verità.

Oggi è anche l'anniversario della nascita di un grande italiano: Silvio Pellico, patriota, scrittore e poeta del nostro bel Paese, conosciuto dai più per il suo meraviglioso scritto "Le mie prigioni", dove, con reale schiettezza, manifesta le condizioni disagiate del carcere, soffermandosi più sul bene che sul male e riuscendo a far scaturire dalla sua penna, quel barlume di speranza che è tipico degli uomini saggi.

So che stai pensando: ma perché mi parli di Pellico adesso??? ;-/

Semplice, per concludere: un altro bel libro di Silvio Pellico è "Dei doveri degli uomini", dove lo scrittore italiano afferma che "Tutto ciò che impari, t'applica ad impararlo con quanta più profondità è possibile. Gli studi superficiali producono troppo spesso uomini mediocri e presuntuosi".

Conclusione: non lasciare che la tua curiosità ti faccia restare solamente alla superficie delle cose, vai in profondità... abbi la capacità di meravigliarti, non solamente della cornice di un quadro, ma del suo contenuto.

Fai così con la tua vita, apri gli occhi e usa la mente, senza essere mediocre o presuntuoso.

Buon anniversario America!

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