sabato 25 dicembre 2010

Buon Natale da Gente Nuova


E’ Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.

E’ Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.

E’ Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.

E’ Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.

E’ Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.

E’ Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.

Madre Teresa di Calcutta

giovedì 9 dicembre 2010

I valori della vita

Il valori sono ciò che reputiamo più importanti. Apprezzare qualcosa significa darle importanza. Se vuoi capire cosa può essere un valore fai questo piccolo esercizio.

Pensa ad una persona che secondo te ha realizzato qualcosa di bello nella vita, una persona che ammiri, che puoi considerare un modello da imitare, da prendere come punto di riferimento.

Ok, questo è il primo passo. Ora devi farne un altro: domandati perché lo consideri un tuo modello. Qual è la sua caratteristica che più apprezzi, che vorresti avere?

Fatto anche questo? Adesso dovresti sapere che cosa è un valore. Sì, esatto. Proprio quella caratteristica che hai pensato: il coraggio, la costanza, la determinazione, la bellezza, la generosità… l’onestà, la disciplina, il rispetto

I valori sono le tessere di un mosaico che compone la nostra vita e le nostre scelte.

Chi conosce i propri valori e vive in base ad essi riesce ad essere felice e a realizzare ciò che vuole. C’è una grande forza nelle persone che conducono la propria esistenza con coerenza seguendo i propri valori. In questo modo anche le loro azioni sono un tutt’uno con la loro vita. La forza di prendere decisioni si basa sulla chiarezza dei valori.

Le persone che diventano modelli per gli altri sono spesso persone che hanno più riferimenti a proposito di ciò che conduce al successo, proprio perché hanno ben chiari i loro valori e su cosa puntare ogni giorno.

Quali sono i valori che vuoi che caratterizzino la tua vita e il tuo futuro? Non devi deciderli domani, ma oggi. Devi valutare bene quali sono i valori che reputi più importanti, quelli senza i quali non potresti vivere, perché essi segneranno quello che tu diventerai.

Josheph Wood Krutch diceva che “ogni volta che nasce un valore, l’esistenza umana assume un significato nuovo”.

Far nascere un valore in noi non significa solo pensarlo, rifletterci sopra…

C’è un momento in cui dobbiamo smettere di valutare ed entrare in azione. I valori devono essere praticati e tradotti in azioni. Queste devono essere azioni positive!

Sono i valori che fanno i geni, gli eroi e i santi.

Ecco la forza magnetica che hanno i valori nella nostra vita ed è per questo che puntiamo a “trasmettere una corrente positiva di valori tra i giovani”. Conoscere i nostri valori è essenziale per vivere rispettandoli e rispettandoci.

Se ti fa piacere nei prossimi post ogni tanto posso affrontare alcuni dei valori che reputo più importanti e che metto ai primi posti. Tu, intanto, pensa quali sono i tuoi e se ti va avanza qualche proposta ;-)

lunedì 6 dicembre 2010

L'ultimo regalo

"Il mio sogno era di avere un giorno felice e oggi l’ho avuto", ecco una delle frasi più belle del film “The ultimate gift” di Michael O. Sajbel. Un film ai più sconosciuto che vi consiglio di vedere, magari con gli amici, come ho fatto anch’io.

Il vecchio e ricco Howard “Red” Stevens (interpretato da James Garner) è morto. Il giovane e viziato Jason Stevens (alias Drew Fuller) è l'unico membro della famiglia, che apparentemente, non sembra ricevere una parte di eredità alla morte del nonno. Forse a lui è riservato il gruzzolo più grande…

Il “caro” vecchio nonno ha però indicato nel suo testamento un misterioso "ultimo regalo" per il nipote Jason, che gli sarà consegnato solo dopo aver completato 12 prove…

Tu cosa avresti fatto? Ti saresti lasciato scappare l’opportunità di incassare un assegno miliardario? Avresti abbandonato la sfida pensando in una misera parte di eredità? Avresti affrontato le 12 sfide solo per curiosità, per non darla vinta al nonno…?

Non so cosa avresti fatto tu, ma io avrei fatto come Jason. Avrei accettato e intrapreso la prima prova!

Ecco come inizia il film, Jason prende la prima busta e scopre che il primo dono è quello del lavoro. Per un ragazzo che non è mai nemmeno salito in un autobus sicuramente non sarà facile imparare che dobbiamo lavorare ogni giorno per ottenere la felicità, la motivazione, la tenacia e la perseveranza.

Molti sono gli insegnamenti, i “doni” che il nonno tramite le varie prove lascia al nipote.

  • I soldi non sono tutto nella vita, ci sono altri aspetti importanti per ottenere la felicità.
  • Si impara sempre da altre persone a prescindere dalla loro età, razza o classe sociale.
  • Ogni giorno si deve vivere intensamente, con amore e generosità, come se fosse l'ultimo giorno della propria vita.

In una società caratterizzata, come la nostra, dai consumi, con famiglie disgregate, dove gli interessi personali prevalgono su quelli degli altri, Jason scoprirà a valutare la vita per quello che è, a viverla con gioia, ad aiutare gli altri, a riconoscere quali sono i propri obiettivi e mettere tutto se stessi per raggiungerli.

Grazie alle persone che trova, tra le quali la piccola Emily (interpretata dalla simpaticissima Abigail Breslin), imparerà ad essere felice nonostante gli ostacoli, a pensare prima agli altri che a se stessi e a valutare il grande valore dell’amicizia (di cui abbiamo già parlato qui) e della lealtà.

Jason imparerà ad avere un sogno! Ecco quello che auguro a tutti voi, di avere un sogno, grande o piccolo che sia. Un sogno che metta insieme i valori più alti che possiate raggiungere, che vi faccia migliorare ogni giorno e che vi stimoli sempre a crescere. Ogni mattina, quando apro gli occhi, ho davanti a me il mio sogno! E tu?

mercoledì 1 dicembre 2010

Il potere della televisione

Si dice che Darryl Francis Zannuck, fondatore insieme a Joseph Schenck della 20th Century Fox, avesse un’unica certezza nel 1946: “la televisione non potrà reggere il mercato per più di sei mesi. La gente si stancherà subito di passare le serate a guardare dentro a una scatola di legno”.
Oggi si stima che il tempo trascorso dai bambini davanti allo schermo della TV è di circa 40 ore settimanali. Troppe per poter essere in accordo con la frase di Zannuck.

Nessuno oggi può negare la forza, la diffusione e l’influenza che ha la televisione sulla maggior parte delle persone e in modo particolare sui giovani. Ha provocato nell’arco degli anni degli sconvolgimenti nelle abitudini e nel modo di pensare della gente.

Un’immagine vale più di mille parole… pensa per un momento alle immagini che hanno lasciato un segno positivo nella tua memoria e in quella di milioni di persone grazie alla televisione: il tuo personaggio preferito dei cartoni, le grandi vittorie sportive, l’intervista ad un personaggio che ammiri…

La televisione è una finestra aperta sul mondo, aperta su un’infinità di mondi, vicini e lontani, reali o immaginari. Ha un potere magnifico dovuto alla sua immediatezza, alla profonda impressione che lasciano le immagini in ognuno di noi.

Il mondo si paralizzò il 20 luglio 1969 quando la trasmissione 25 ore sulla Luna, durata 28 ore consecutive in diretta televisiva via satellite, incollò alla televisione più di 500 milioni di persone. Nessuno avrebbe pensato ad un evento del genere quando l'ingegnere scozzese John Logie Baird diede dimostrazione della prima tv nel centro commerciale Selfridges di Londra il 25 marzo 1925.

La televisione permette di “calarci” nei panni di milioni di persone e trasmettere un messaggio chiaro e diretto, che a volte ha bisogno di poche spiegazioni. Pensa di avere questo incredibile strumento a portata di mano, di poter scegliere e realizzare un programma televisivo di successo. Puoi vedere la telecamera e sentire che guardi gli occhi di milioni di persone, uno ad uno…

Pensa di essere la voce e il volto di molti giovani che vorrebbero dare un messaggio di speranza, di libertà e pieno di entusiasmo… Che cosa diresti loro per trasmettere un messaggio positivo? Come faresti per trasmettere e far nascere in coloro che ti stanno guardando un valore?

giovedì 4 novembre 2010

Giovani e nuove tecnologie

(Questo post può essere letto da un “lettore normale” in circa 3 minuti: se non avete questo tempo “virtuale” passate direttamente all’elenco a punti…)

Avete mai pensato che differenza esiste tra un orologio con le tre lancette e quello con il display dove compaiono dei numeri? Una differenza notevole! Le tre lancette del primo orologio posso indicare uno qualsiasi degli infiniti punti della circonferenza del quadrante, nel secondo caso invece i numeri del display posso solamente indicare gli 86.400 momenti in cui possiamo suddividere un giorno (considerando i secondi).

Se avete capito questa differenza allora avete capito cosa significa analogico (primo caso) e cosa invece si intende per digitale. Semplice vero?

È proprio delle nuove tecnologie digitali che vorrei parlare in questo post… e come non parlare di questo argomento quando proprio in questo momento sto scrivendo la pc, ascoltando la musica con l’mp3, senza contare che pochi minuti fa ho ricevuto un sms e subito dopo ho fatto una telefonata con il mio cellulare. Anche voi in questo momento, se state leggendo questo post, vi trovate ad utilizzare una delle nuove tecnologie.

“Tecnologia” non significa solamente uno strumento, una macchina “neutrale”, ma qualcosa che provoca un cambiamento nella vita dell’uomo, nei sui comportamenti, nel suo modo di comunicare e nel suo modo di vedere se stesso.

“Nuove” non si riferisce al fatto che appare qualcosa che prima non c’era, ma che la tecnologia ha un carattere di novità, perché inserendosi nella vita di ognuno di noi, entriamo in simbiosi con essa, la ricomprendiamo e la vediamo come una protesi di noi stessi. Ecco che si viene a creare una nuova realtà: quella virtuale.

Oggi però la questione è molto più complessa (qualcuno di voi potrebbe dire “perché fino ad ora ti sembrava facile quello che hai scritto?”). Ci troviamo di fronte alla fusione di più forme, mezzi tecnologici e piattaforme: la tv passa per internet, l’internet passa per il telefonino e così via.

Il cambiamento provocato dalle nuove tecnologie sta entrando nella mente e nel cuore dei più giovani e ricordando che “ciò che passa per la testa, esce; ciò che passa nel cuore, mettere radici; ma solo ciò che si insinua nei sentimenti è ciò che realmente rimane e segna i valori esistenziali” possiamo analizzare insieme alcuni problemi di questo cambiamento.

Cercherò di fare un breve elenco di questi problemi:

1. Presentismo: le nuove tecnologie accentuano il presente. Dove si trova il meglio per ognuno di noi: nel presente o nel futuro? Cosa succede della storia? Del nostro passato?

2. Realtà o virtuale? La mente e il cuore, proprio come accade nel film Inception , si può confondere tra reale e virtuale. Cosa dà più soddisfazione: la realtà come la vedo e la “devo” vivere, che a volte è difficile e dolorosa, o la “realtà” virtuale che posso cambiare e manipolare a mio piacimento?

3. Tempo cronologico: possiamo vivere varie storie simultanee, vari “io”: qual è la nostra vera personalità allora?

4. Velocità, rapidità, simultaneità: non c’è spazio per la riflessione. Le informazioni ci arrivano così velocemente che non abbiamo il tempo di verificarle, di farne un’analisi critica… Eliot a suo tempo si domandava: “Dov'è la sapienza che abbiamo perduto nell'informazione?”

5. Tutto diventa un gioco: abituati come siamo a giocare con la rete, con i videogiochi, nintendo, playstation, rischiamo di vivere anche la nostra vita come un semplice gioco? Prendiamo lo studio, i rapporti affettivi come un gioco?

6. Tutto, subito e di tutto! Questo ci porta all’isolamento, all’individualismo, sottolineando come la rete e le nuove tecnologie sono il “Regno del pardosso”. Se da una parte promettono e permettono maggiori contatti, maggior comunicazione, non vediamo sempre più giovani chiusi in se stessi, con problemi affettivi e che non sanno rapportarsi serenamente con gli altri? Un autismo generalizzato?

7. Fretta del risultato: la così chiamata “sindrome del drogato”. Dobbiamo forse riscoprire il valore dell’attesa? Che ogni cosa ha un suo tempo di maturazione?

8. Tutto è mutabile: anche l’uomo non ha più nulla di fisso, nemmeno la sua natura. Se niente è più imprescindibile, tutto può cambiare… viene in mente anche a voi il relativismo che permea la società in cui viviamo?

9. Globalizzazione per tutti? È veramente così, oppure proprio chi avrebbe più necessità di questi mezzi, di queste risorse, viene direttamente escluso dalla comunità dei cibernauti?

10. Identità ed intimità: è veramente salvaguardata? La nostra vita sociale come sta cambiando? Siamo vicini ad una situazione di “ipercontrollo statale”, dove in qualsiasi momento possiamo essere controllati?

Mi fermo a 10, perché è un numero che mi piace. Voglio solo concludere dicendo che le nuove tecnologie comprendono qualsiasi ambito della nostra vita (salute, messaggi, acquisti e vendite, tempo libero, cultura…). Sono convinto che le nuove tecnologie siano una preziosa risorsa che noi giovani abbiamo tra le mani e non possiamo perdere questo potenziale, ma dobbiamo coglierlo e imparare ad utilizzarlo per promuovere una cultura di valori positivi.

Voi come utilizzereste le nuove tecnologie per trasmettere valori positivi?

lunedì 6 settembre 2010

Ecco come usare Facebook

“As of this morning, 500 million people all around the world are actively using Facebook to stay connected with their friends and the people around them.” Queste le parole di Mark Elliott Zuckerberg per annunciare che il social network di Facebook aveva raggiungo 500 milioni di iscritti.

Lo stesso giorno infatti c’è stato anche l'annuncio di un nuovo servizio, Facebook Stories, che permette agli iscritti di scrivere la loro esperienza personale con il social network, in modo da comporre una sorta di storia collettiva di Facebook.

Quanti di voi hanno già scritto la loro storia su fb? Molti ancora non sapranno nemmeno di questa nuova funzione e possibilità. Devo ammettere che anch’io ancora non ho scritto nulla su FB Stories, forse perché ancora non è successo nulla di straordinario o perché, al contrario, non so quale delle tante cose belle raccontare. Bene, un altro punto da aggiungere alla lista delle cose da fare.

Molti dicono che fb rappresenti una dannosa perdita di tempo, che favorisca l’isolamento, per non parlare delle enormi critiche che si sono susseguite per quanto riguarda il problema della privacy.
Altri, come me, credono sia una preziosa
risorsa, che possa favorire la socializzazione e che anche per quanto riguarda la privacy, ammettendo che il problema sussista, potrebbe essere un buon modo per riscoprire il valore della prudenza (che serve a disporre la ragione a scegliere, in ogni circostanza il vero bene e i modi per raggiungerlo). Nessuno obbliga a mettere proprie notizie, foto o commenti in fb, bisogna solo ricordare che ogni nostra azione implica responsabilità.

Probabilmente l’obiettivo di FBStories è proprio in questa linea: raccogliere racconti esemplari dell'impatto benefico del network sulla società.

Bisogna prendere atto che il network inventato da Mark Zuckerberg ha un impatto elevatissimo oggi nei giovani, e non solo, e per rendere questo fatto più chiaro ho riassunto alcuni punti che lo caratterizzano.
Facebook in cifre:
  • più di 6 milioni di minuti sono dedicati a fb a livello mondiale
  • più di 10 milioni diventano fan di qualche pagina
  • oltre 60 milioni di foto caricate settimanalmente
  • oltre 2.000 ogni mese
  • più di 2 milioni di contenuti condivisi
  • gli utenti italiani nel mese di giugno 2010 erano 16,6 milioni
  • circa l'85% degli studenti dei college ha un profilo sul sito
  • il 60% accede al sito quotidianamente
  • l'85% almeno una volta la settimana
  • 93% almeno una volta al mese
  • le persone passano circa 19 minuti al giorno in fb
  • il 10% del tempo che si passa in internet è su social network
  • fb oggi è valutata 25 miliardi di dollari
  • più di 500 milioni di iscritti

La natura partecipativa di Facebook lo ha reso un ottimo strumento per incoraggiare gli impulsi creativi. Gli utenti partoriscono i loro commenti più arguti proprio per catturare l’attenzione. Il tutto incoraggia l’associazione creativa, incoraggia a mischiare concetti a prima vista scollegati tra di loro, un momento chiave del processo creativo. La storia trabocca di intuizioni avvenute grazie a tali collisioni concettuali.

Le persone hanno la possibilità di incontrarsi, conoscersi e raccontarsi storie.
Alla domanda quali sono le notizie importanti, alcuni risponderebbero quelle che leggiamo sui giornali, ma oggi bisognerebbe dire: quelle che appaiono sul tuo muro. (Che responsabilità!)
Facebook non ammette la pubblicazione di materiale che contenga nudità, droghe o violenza (cosa che oggi nemmeno i giornali e i programmi nelle fasce protette fanno).
Non esiste in fb il tasto UnLike, ma solo Like. In questo modo gli utenti sono spronati alla positività, segnalando solamente le notizie e le cose che piacciono.

Aspettando l’uscita di The Social Network in Italia film diretto da David Finche e incentrato sui fondatori di Facebook e sul fenomeno popolare che ha creato, concludo riportando il suggerimento di uno degli attori del film.
Justin Timberlake, che dice di non avere un profilo in fb, afferma che strumenti come fb li trova “utili per coinvolgere il maggior numero possibile di persone in caso di attività benefiche, per esempio”.

Tu per cosa credi possa essere utile o come lo è già
stato per te?

Per verificare l’effetto positivo che può avere fb,
clicca sul tasto di condivisione
che trovi
in basso e condividi la notizia con i tuoi amici, molti potrebbero avere nuove idee e scoprire le opportunità che internet oggi può offrire.

giovedì 26 agosto 2010

Un anniversario speciale

Cento anni fa è nata una donna che ha ispirato milioni di persone, che ha cambiato il destino di una nazione e ha permesso a molti di godere della propria vita e di arrivare in maniera dignitosa alla morte, “Adesso posso morire da essere umano” hanno detto molti di coloro che lei ha accudito.

Oggi (26 agosto), in tutto il mondo, si stanno svolgendo commemorazioni, feste e cerimonie in suo ricordo. Una persona difficile da dimenticare per chi l’ha conosciuta e facile da amare, per quelli che come me hanno letto qualche sua biografia.

Una donna che possedeva energie illimitate, era un’organizzatrice nata e un’animatrice entusiasta di tutte le attività che intraprendeva. Era incessantemente impegnata nella lotta contro la povertà, la fame e tutti i soprusi di questo mondo.

Ha collezionato numerosissimi premi e medaglie, dal Premio Nobel per la Pace nel 1979 alla Medaglia di Cerere della FAO alla Nazioni Unite. Ha conquistato il “Voice of America’s International Women’s Year” per lo sviluppo del ruolo delle donne, il premio internazionale “Albert Shweitzer” dall’Università del North Carolina, il Premio Magsaysay per la Pace, il Premio Templeton, la Medal of Freedom consegnata dal presidente Regan, la Medaglia d’Oro dal Congresso degli Stati Uniti… Nella biografia che ho letto qualche mese fa “Una vita straordinaria” un intero capitolo è dedicato ai riconoscimenti che ha ottenuto.

Non è finita qui, pensate che ha ricevuto non una, ma una serie di laureae Honoris Causa: Studi umanistici dall’Università di Washington, Letteratura in India, Teologia alla Cambrige University, Legge nella Nuova Scozia e una ad Harvard. Probabilmente ne ho lasciata qualcuna per strada, ma credo che questo possa bastare a delineare il profilo di questa donna stupenda.

Ha detenuto un ruolo importante sulla scena del mondo a livello internazionale che è comprovato dai molteplici rapporti e scambi di lettere con presidenti (come George Bush e Saddam Hussein per esempio), autorità, principi e principesse, personaggi dello spettacolo, imprenditori e con le persone più influenti della società dell’epoca. È stata eletta persona più ammirata del XX secolo, ma è sempre stata caratterizzata da una grande umiltà: “Nessuno pensa alla penna, mentre legge una lettera. Vuole solo conoscere l’intento della persona che l’ha scritta.”

Amava e metteva al primo posto il valore della vita lottando in maniera determinatissima contro ogni forma di omicidio, suicidio e infanticidio. Si è schierata più volte per la difesa della vita dei più piccoli arrivando a dire: "Se una madre è capace di uccidere il suo bambino, allora tutto è possibile".

E’ stata una delle più importanti promotrici del ruolo della donna nella società affermando e ribadendo che “Esiste il potere della donna, che nessun uomo può supplire – il potere di dare la vita, il potere dell’amore… La grandezza delle donne sta nel loro amare gli altri, non se stesse”.

Una delle frasi che per me l’hanno caratterizzata è: fare cose ordinarie in maniera straordinaria. Che semplicità e che grandezza, non trovate? Se ci pensate è davvero il segreto di una vita, quello di riuscire a fare le cose di tutti i giorni in modo veramente particolare. Non si deve cercare qualcosa di imprevedibile, di inatteso, di spericolato, ma semplicemente fare il proprio semplice dovere in modo incredibile.

Il suo vero nome era Agnes Bojaxhiu, ma tutti la conoscono come Madre Teresa di Calcutta. Molti l’hanno acclamata santa prima del tempo e ricordando quello che disse prima di morire, mi lascia ancora una volta piacevolmente stupito e quasi incantato per il modo meraviglioso con il quale riusciva a far diventare una cosa difficile, così semplice: “La santità non è un privilegio di pochi. È un semplice dovere, per voi e per me”.

martedì 17 agosto 2010

Mondiali paralimpici a Eindhoven


655 atleti, 54 Paesi, 10 rappresentanti italiani, tenacia, costanza, sacrificio, talento, coraggio, voglia di mettersi in gioco, movimento, agonismo, fiducia di credere in se stessi sono le caratteristiche dei mondiali paralimpici, l'equivalente dei mondiali olimpici per atleti con disabilità fisiche.
Oggi sono davvero rimasto con il fiato sospeso: nella gara dei 200 sl Francesco Bettella, atleta padovano di 21 anni, ha dato tutto se stesso per recuperare una partenza non bellissima che lo ha visto ottavo dopo la prima vasca. La grinta di Francesco è stata grandiosa e bracciata dopo bracciata ha recuperato molte posizioni arrivando a conquistare la medaglia di bronzo con il suo terzo posto. Grande Francesco!
Questi atleti mi sorprendono ad ogni competizione visto che già sono stati infranti più di una ventina di record mondiali. È entusiasmante guardarli, ammirarli ed applaudire per tutto quello che fanno e per i risultati che stanno ottenendo.
In solo 2 giornate, il gruppo azzurro ha conquistato 2 medaglie: quella di Francesco e l’argento di Cecilia Camellini che ha realizzato anche il record italiano nei 200 misti.
Le gare non sono finite, le possibilità di medaglie sono ancora reali visto che i Mondiali di nuoto Ipc 2010 si concludono il 21 agosto.
Molte sono le speranze per i giovani che compongono la squadra italiana e vi consiglio di vedere qualche gara seguendo le dirette da Eindhoven su www.paralympicsport.tv o guardando su www.youtube.com/paralympicsporttv.
Potresti così scoprire “un mondo parallelo” come lo definisce la stessa Cecilia: “Sarebbe un modo di veder riconosciuto il mio impegno e per diffondere quello che io ho sempre definito un mondo parallelo che in molti non conoscono forse perché troppo distante dalla vita reale. Quello delle disabilità”.
Questi giovani atleti rappresentano e mi trasmettono tanti valori. Il coraggio di affrontare sfide per molti inconcepibili, la felicità che emanano ad ogni vittoria, la speranza che hanno dopo le sconfitte, la passione che dimostrano per lo sport e per i loro compagni di squadra, la creatività di reinventarsi un modo di nuotare e di fare sport, l’impegno che mettono ad ogni allenamento, la determinazione, la tenacia… soprattutto la dignità che posseggono come ognuno di noi.
Posso solo concludere dicendo che non bisogna avere paura dei propri sogni, che ognuno può raggiungere i propri obiettivi. Questi giovani mi danno una motivazione formidabile per sognare sempre più in grande. Grazie ragazzi!

sabato 7 agosto 2010

Buone vacanze e buona lettura

Regola N. 1: Rispondere alla chiamata d’allarme immediatamente.
N. 2: Appiccare subito il fuoco.
N. 3: Bruciare tutto scrupolosamente.
N. 4: Tornare senza indugio in caserma.
N. 5: Tenersi pronti nell’eventualità di altri allarmi.

Ecco le regole di un bravo Vigile del Fuoco come vengono riportate nel libro Fahrenheit 451 di Ray Bradbury; un vigile, un incendiario che non deve spegnere gli incendi come siamo soliti vedere noi oggi, ma deve appiccarli per bruciare tutti i libri che ancora la gente legge…
Montag è uno di questi vigili, in un mondo dove nessuno può più leggere, dove i libri sono stati banditi. Lui stesso crede che i libri siano qualcosa di orribile, da cancellare, fino al giorno in cui, durante un intervento, un libro gli cade addosso permettendo allo stesso pompiere di leggere una brevissima frase. Una frase che ha la forza di cambiare completamente la sua esistenza.

Nella luce fioca, vacillante, una pagina rimase aperta e ferma ed era come una penna nivea, con le parole delicatamente dipintevi sopra. In tutta quella confusione, quella fretta, Montag ebbe soltanto il tempo di leggere una riga, ma quella riga gli fiammeggiò nella mente nel minuto successivo come se vi fosse stata impressa con un ferro rovente. “Il tempo sì è assopito nel gran sole del meriggio”. Lasciò cadere il libro immediatamente.

Quella stessa notte Montag, insieme alla sua squadra, dovette ardere viva una donna che non voleva abbandonare gli amati libri. Un fatto che farà riflettere il giovane vigile del fuoco che parlando con la moglie la mattina successiva capisce che: ci deve essere qualcosa di speciale nei libri, delle cose che non possiamo immaginare, per convincere una donna a restare in una casa che brucia. È evidente!

Riesci ad immaginare un mondo senza la minima traccia di libri? Un mondo in cui nessuno più può scrivere, né leggere, né, in fondo, immaginare mondi fantastici, viaggiare con la
mente, rilassarsi gustando le pagine ingiallite di un vecchio libro, sentendone il profumo caratteristico?

Fahrenheit 451 è un libro che fa riflettere sul valore inestimabile della lettura e per questo l’ho scelto per introdurre questo post che vuole essere uno stimolo per trovare insieme e suggerirci a vicenda alcuni libri da portare quest’estate in vacanza, che possano trasmettere e lasciare un’impronta positiva e magari far nascere in noi qualche valore… (in primis quello della lettura).


E ho pensato ai libri. E per la prima volta mi sono accorto che dietro ad ogni libro c’è un uomo. Un uomo che ha dovuto pensarli. Un uomo a cui è occorso molto tempo per scriverli, per buttar giù tante parole sulla carta. Ed è un pensiero che non avevo mai avuto, prima di questa notte (Montag).

Per fare un piccolo esempio, potresti decidere di tornare bambino ed immergerti nel mondo incantato di Narnia, incontrando fauni, ninfe, streghe, animali parlanti, eroi, guerrieri. Ho sempre adorato la creazione di questo mondo da parte del leone Aslan. Fin dagli arbori ha qualcosa di incredibilmente fantasioso.
“Nel buio accadde qualcosa. Si sentì un canto provenire da lontano, e per quanto Digory si sforzasse di capire da dove, non ci riuscì. Una volta sembrava arrivare da tutte le direzioni, un’altra da sotto terra: le note più basse erano così profonde che avrebbero potuto produrle la terra stessa. Era una melodia senza parole e senza ritornello, ma nonostante questo pareva la musica più bella che avessero mai ascoltato. (…) Poi accaddero due cose inspiegabili. Innanzitutto, alla prima voce se ne unirono altre, più di quelle che potreste immaginare. Erano in armonia con la prima mo molto più acute: voci fredde e argentine. La seconda cosa che sorprese i nostri amici fu che il cielo nero si fece trapunto di stelle. (…). Il leone andava aventi e indietro per la terra deserta, cantando la nuova creazione. Era un canto più dolce e melodioso di quello con cui aveva richiamato le stelle e il sole; era una musica gentile e carezzevole. E mentre il leone camminava e cantava, l’erba tingeva la valle di verde. Crescendo intorno al leone come una polla d’acqua che si allarga a vista d’occhio, risaliva i pendii delle collinette simile a un’onda; in pochi minuti raggiunse le pendici delle montagne più lontane, rendendo via via più dolce il giovane mondo. Adesso si sentiva perfino il vento che carezzava l’erba”

Riporto solo qualche riga di questa splendida creazione che si trova a cavallo tra due capitoli del libro Il nipote del mago inserito nella serie Le cronache di Narnia di C.S. Lewis (di cui abbiamo già parlato qui invogliando alla lettura di un altro suo libro Le lettere di Berlicche). Entrando nel regno di Narnia potrete conoscere più da vicino Lucy Pevensie dotata di altruismo e determinazione che difende sempre la verità o Edmund, fratello di Lucy, dotato di coraggio e chiamato il Giusto per la sue prove di lealtà (dopo aver capito le conseguenze di un suo primo tradimento).
Credo sia più bello scoprire da soli le caratteristiche e i valori degli altri due fratelli Pevensie (Peter e Susan) e dei personaggi che si nascondono tra le pagine di Narnia, non è vero?

Potrei scrivere pagine e pagine su libri da leggere (e se vuoi chiedi pure… non tarderò a rispondere), ma non voglio dilungarmi troppo e per questo citerò solamente alcuni libri di un autore che ho particolarmente amato per il suo stile e l’abilità di lasciarci sempre opere piene di valori, di ironia, di personaggi che rimangono nella mente del lettore: Charles Dickens.
“L'arte di Dickens era la più raffinata delle arti: era l'arte di godere di tutto. Dickens ha goduto di ogni personaggio dei suoi libri, e tutti hanno apprezzato i suoi personaggi” ha detto G.K. Chesterton (di cui potete leggere qualcosa qui).

Le avventure di Oliver Twist. Un vortice di avvenimenti ci insegnano che nella vita è necessaria determinazione e forza d’animo per farsi strada ed affrontare i momenti difficili. Una storia che dopo lunghe sofferenze e difficoltà sfocia in un finale molto positivo e ci fa scoprire personaggi estremamente sensibili e generosi.
David Copperfield. Uno straordinario capolavoro che racconta la vita.
Tempi difficili. Dove l’immaginazione, la speranza e l’onestà sono le uniche a sopravvivere alla fine del racconto e il personaggio di Sissy emerge per il gran cuore, l’alta coerenza e la sincerità.
Grandi speranze. Per scoprire che nulla è ciò che appare, che
ognuno può sperare in un futuro migliore, ma deve sempre riuscire a gestire le fortune che gli arrivano inaspettatamente.
Il Circolo di Pickwick. Una serie di viaggi e situazioni paradossali che ci immergono in una grande umanità e in personaggi che sanno esprimere una vera amicizia e tanto umorismo.
La piccola Dirrit. Ci fa conoscere un’orfana generosa, cordiale e gentile che si sacrifica amorevolmente per i propri fratelli e per il padre e nell’umiltà e nel silenzio trova l’amore della sua vita.
Dombey e figlio. Per capire che non tutto deve essere basato sul potere, la ricchezza, il dover arrivare sempre primi e per scoprire quanto può essere grande l’amore incondizionato di una figlia e di una sorella.
Cantico di Natale. Letto da tutti è l’invito a fare il bene. Lo rileggo ogni anno a Natale (e vi consiglio di leggere anche le altre Storie di Natale di Dickens) e il sentimento di generosità che mi pervade a fine lettura è indescrivibile…

Tu?
Quale libro vorresti consigliare ad altri giovani? Quale libro ti ricordi pieno di speranze? Quale personaggio racchiude in sé più caratteristiche positive? Che ne dici di aiutarci a fare una lista di libri scrivendo a fianco ad ogni titolo i valori che secondo te lo rappresentano di più?