martedì 17 agosto 2010

Mondiali paralimpici a Eindhoven


655 atleti, 54 Paesi, 10 rappresentanti italiani, tenacia, costanza, sacrificio, talento, coraggio, voglia di mettersi in gioco, movimento, agonismo, fiducia di credere in se stessi sono le caratteristiche dei mondiali paralimpici, l'equivalente dei mondiali olimpici per atleti con disabilità fisiche.
Oggi sono davvero rimasto con il fiato sospeso: nella gara dei 200 sl Francesco Bettella, atleta padovano di 21 anni, ha dato tutto se stesso per recuperare una partenza non bellissima che lo ha visto ottavo dopo la prima vasca. La grinta di Francesco è stata grandiosa e bracciata dopo bracciata ha recuperato molte posizioni arrivando a conquistare la medaglia di bronzo con il suo terzo posto. Grande Francesco!
Questi atleti mi sorprendono ad ogni competizione visto che già sono stati infranti più di una ventina di record mondiali. È entusiasmante guardarli, ammirarli ed applaudire per tutto quello che fanno e per i risultati che stanno ottenendo.
In solo 2 giornate, il gruppo azzurro ha conquistato 2 medaglie: quella di Francesco e l’argento di Cecilia Camellini che ha realizzato anche il record italiano nei 200 misti.
Le gare non sono finite, le possibilità di medaglie sono ancora reali visto che i Mondiali di nuoto Ipc 2010 si concludono il 21 agosto.
Molte sono le speranze per i giovani che compongono la squadra italiana e vi consiglio di vedere qualche gara seguendo le dirette da Eindhoven su www.paralympicsport.tv o guardando su www.youtube.com/paralympicsporttv.
Potresti così scoprire “un mondo parallelo” come lo definisce la stessa Cecilia: “Sarebbe un modo di veder riconosciuto il mio impegno e per diffondere quello che io ho sempre definito un mondo parallelo che in molti non conoscono forse perché troppo distante dalla vita reale. Quello delle disabilità”.
Questi giovani atleti rappresentano e mi trasmettono tanti valori. Il coraggio di affrontare sfide per molti inconcepibili, la felicità che emanano ad ogni vittoria, la speranza che hanno dopo le sconfitte, la passione che dimostrano per lo sport e per i loro compagni di squadra, la creatività di reinventarsi un modo di nuotare e di fare sport, l’impegno che mettono ad ogni allenamento, la determinazione, la tenacia… soprattutto la dignità che posseggono come ognuno di noi.
Posso solo concludere dicendo che non bisogna avere paura dei propri sogni, che ognuno può raggiungere i propri obiettivi. Questi giovani mi danno una motivazione formidabile per sognare sempre più in grande. Grazie ragazzi!

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