martedì 14 giugno 2011

I giovani e la felicità

«Beatus nemo dici potest extra veritatem proiectus» è lo stesso Seneca che ci dice che "Nessuno lontano dalla verità può dirsi felice".

Tutti riconoscono che la felicità è una condizione alla quale ogni uomo aspira, alla quale tutti noi tendiamo. In cosa consiste davvero la felicità? Chi può ritenersi pienamente felice? Possiamo tutti essere felici allo stesso modo o ci sono dei gradi di felicità?

Tutte queste sono domande essenziali per la vita di ogni persona e soprattutto per la vita di un giovane.
I giovani sono alla ricerca della felicità, vogliono essere felici, ma ci rendiamo conto che molti giovani non lo sono... sembrano così lontani dalla felicità, che quasi guardandoli ci appare un valore irraggiungibile e per questo inesistente.

Perché molti giovani che hanno tutto, che hanno più possibilità di quante ce ne erano nel passato, sembrano ogni giorno meno felici?

Vediamo insieme come poter rispondere a quest'ultima domanda, nella speranza di riuscire a risolvere, in questo modo, anche quelle iniziali.

Per prima cosa dobbiamo capire cosa è la felicità.

- È sicuramente un obiettivo comune di tutti gli uomini, una meta di ogni uomo.

- È una meta e non un punto di partenza... infatti, caratteristica propria della felicità è l'autosufficienza, la completezza. Significa che è un bene supremo, il valore per eccellenza, perché una volta raggiunta non cerchiamo nient'altro, non abbiamo bisogno di altro.

- È il compiere e l'adempiere alla propria funzione, esercitando le proprie capacità e potenzialità, realizzando pienamente sé stessi.

Proviamo a vedere adesso cosa NON è la felicità, vedrai che tutto sembrerà più chiaro e, forse, capirai perché non hai ancora raggiunto la felicità:

- La felicità non è semplice appagamento, eccitazione, piacere; sicuramente porta con sé questi sentimenti, ma non può esaurirsi in essi. Infatti, un giovane che segue esclusivamente i suoi piaceri non sempre è felice.
Come abbiamo già detto più volte, non possiamo farci guidare dai sentimenti e dalle emozioni, ma dobbiamo applicare la nostra ragione alla sfera delle passioni. Solo in questo modo esercitiamo tutte le nostre capacità.
- La felicità non dipende nemmeno dal fatto di possedere o no qualcosa.
Questo è il problema più attuale, l'ostacolo più grande che oggi un giovane deve superare per poter raggiungere la propria felicità.
La felicità dipende dal modo di usare quello che ho. Grande differenza c'è tra l'avere una cosa e saperne riconoscere il valore e il giusto utilizzo. Purtroppo, oggi, succede anche con le persone, con i sentimenti... vogliamo, abbiamo, non diamo il giusto valore a ciò che abbiamo tra le mani... e finiamo per non essere felici...

Da qui è nato il concetto di rifiuto, mai esistito nei tempi passati, proprio perché solo oggi qualcuno può pensare che esista qualcosa senza un senso.

Il problema della felicità è questo: se vuoi raggiungerla devi riconoscere la verità (e così torniamo alla frase di apertura di Seneca). Prima di tutto devi riconoscere la verità di te stesso, capire quali sono le facoltà (quelle capacità e potenzialità di prima) che ti rendono quello che sei (ossia un uomo o una donna); poi devi riuscire a dare il giusto valore ad ogni cosa, perché non c'è nulla senza uno specifico senso.

Lo so che non ho esaurito il tema della felicità, tante cose ancora si potrebbero dire, partendo dall'etimologia stessa, ai diversi concetti che abbraccia (come per esempio quello della creatività)... spero però di averti dato qualche spunto per raggiungere questa bellissima meta dove poi potrai riposare.

Magari potrai scoprire che ogni uomo felice ha nel suo cuore un sogno: rendere felici gli altri!
Buona ricerca ;-)

Se sei interessato, qui puoi leggere il meglio di questo blog ;-)

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