martedì 6 dicembre 2011

Progetto natalizio: giorno 6

Per capire meglio la forza di donare, mi sono proposto questo "semplice" progetto: per 25 giorni fare un regalo particolare. Non semplicemente comprare una cosa ogni giorno e scegliere a chi donarla, ma pensare a qualcosa di davvero speciale, dei gesti insoliti che possano far emergere la vera energia travolgente di un dono. Il sesto regalo è stato incredibilmente favoloso... è proprio vero che "far sognare i bambini non ha prezzo!"


SESTO REGALO: FAR SOGNARE UN BIMBO

"Oggi, vorrei raccontarti una storia, anche se inizia con il classico C'era una volta, vedrai che è la vicenda più affascinante e divertente che tu possa immaginare...". Detto questo ho incominciato a leggere la storia che ho trovato in un libro per bambini, ovviamente era una storia di Natale...

Il regalo di questa mattina è iniziato proprio così, ma devo farti una piccola premessa per farti capire veramente di che cosa si tratta. Questa mattina era in ospedale, come spesso succede, con il mio bel camice e sotto la tutina azzurra. Sapevo già dal giorno prima che avrei finito subito dopo pranzo, così mi è venuto in mente di fare il mio gesto di generosità proprio lì in ospedale. 

Ho aspettato l'orario dopo il pranzo e quindi mi sono diretto in pediatria. Sono entrato in una stanza (decisa semplicemente per il coloratissimo disegno che c'era sulla porta) e mi sono trovato davanti un bambino, un maschietto, con la sua mamma.

Ho salutato entrambi e ho spiegato alla mamma (in separata sede per non rovinare la sorpresa al bimbo) che avrei voluto semplicemente leggere una storia a suo figlio. Le ho anche spiegato in breve del mio progetto natalizio e vi confesso che le difficoltà di questo regalo sono partite proprio quando ho notato che la signora muoveva il capo su e giù, perché non riusciva a dirmi un "Sì" con la voce, visto che i suoi occhi si stavano riempiendo di lacrime... Che momento difficile... così ho esclamato: "Bene, tu come ti chiami?", rivolgendomi direttamente al bimbo.

Dopo aver rotto il ghiaccio, gli ho chiesto se potevo leggergli una storia. Il bimbo, con un bel sorriso (cosa che prima non aveva) mi ha detto un bel "sì", aveva ormai capito che non ero lì per visitarlo o per fargli qualche prelievo e in poco tempo si era completamente rilassato e disteso nel suo lettuccio.

Avevo, infatti, pensato che tenendo il camice, avrei fatto sognare doppiamente questo bambino. Così, mi sono seduto anche io sul bordo del suo lettuccio e ho iniziato a leggere: "C'era una volta..."

Ecco, dopo nemmeno la prima pagina, una seconda difficoltà. "Ma non sai fare le vocine?": mi ha detto il piccolino. Le vocine??? E adesso??? Non potevo certo tirarmi indietro, così ho iniziato a inventarmi e a provare a fare delle vocine o vocione a seconda dei diversi personaggi.

Oltre alle sue risate, veniva spesso anche a me da ridere... e sto sorridendo anche adesso mentre ricordo queste scene. La lettura è andata avanti, fino a quando mi sono reso conto che da un pezzetto non sentivo più le sue risate. Ho alzato lo sguardo e il bimbo stava dormendo beatamente... probabilmente stava sognando... chissà!

Credo che in quel momento anche i miei occhi si stavano riempiendo di lacrime di gioia... così piano piano, mi sono alzato, ho lasciato il libro che avevo con me alla mamma e l'ho salutata, ringraziandola.

Wow! Super, super, super questo progetto!!!
Cosa mi aspetterà domani?

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