venerdì 16 dicembre 2011

Progetto natalizio: giorno 16

Per capire meglio la forza di donare, mi sono proposto questo "semplice progetto: per 25 giorni fare un regalo particolare. Non semplicemente comprare una cosa ogni giorno e scegliere a chi donarla, ma pensare a qualcosa di davvero speciale, dei gesti insoliti che possano far emergere la vera energia travolgente di un dono. Nel libro Il Mago di Oz, Dorothy afferma: "Nessun posto è bello  come casa mia".

SEDICESIMO REGALO: COPERTE E QUALCOSA IN PIU'

Oggi, è stata una giornata di pioggia... non grandi acquazzoni, almeno qui da me, ma sicuramente una giornata dove si sarebbe dovuto portare sempre con se un bell'ombrello, almeno per sicurezza di non trovarsi sotto la pioggia senza nulla tra le mani. Una vera giornata autunnale.

In questo giorno c'è anche lo sciopero dei mezzi pubblici, che non aiuta certo chi si deve spostare in una giornata come questa. Per chi si muove anche con il freddino in bici, oggi non è che può farlo come al solito, è costretto a spostarsi con l'auto o con un taxi... oppure se proprio non è costretto ad uscire, può rimanere a casa al calduccio e guardare dalla finestra la pioggia.

Ci sono persone però che quest'ultima scelta non possono farla. Ho pensato a loro in questo giorno, a tutti quelli che non sanno dove andare, che non hanno una casa come la intendiamo noi, con mura e finestre. Penso a come sia vera la frase di Dorothy Gale, perché arriva a dire più di quello che dice con 7 parole. Ognuno di noi può capirlo, anche se magari la propria casa sta un po' stretta, sappiamo che c'è sempre un posto dove tornare, c'è sempre un posto "nostro" che ci aspetta.

I senzatetto non hanno questo posto. Ne hanno tanti. Vivono dove capita. Per le strade, sotto i ponti, all'uscita delle stazioni, in qualche angoletto di alcuni luoghi pubblici, dietro alcuni monumenti...

Come fare a rendere vera la frase de Il Mago di Oz anche per queste persone, per chi una casa non ce l'ha o, comunque, non ci può tornare? Veramente non so. È qualcosa di troppo grande per me. Non credo di poter fare un regalo così grande. 

Ho voluto fare qualcosa di speciale lo stesso per alcuni di loro, almeno qualcosa di utile. Sapevo che sarei andato in centro alla sera, così ho preparato un sacchetto con alcune coperte di pile che avevo in casa, non molte purtroppo. In un altro sacchetto ho messo un sacco a pelo. Il mio sacco a pelo, quello che ho utilizzato quest'estate. Ho pensato: a un homeless servirà sicuramente, mentre io non so se lo utilizzerò ancora (in sacco a pelo ci sono stato si e no 3-4 volte) e in caso non sarà adesso, quindi lo potrò ricomprare.

Sapevo dove andare per trovare dei senzatetto, perché si vedono passeggiando per le strade della città (non tantissimi per fortuna); ognuno di noi ne avrà visto almeno uno nella propria città alla sera. Mi sono avvicinato, avevano già preparato il loro posticino con dei cartoni e quello che avevano per coprirsi. Ho cercato di salutarli e di lasciare quello che avevo. Mi sono meravigliato quando mi hanno risposto in un italiano buono e ancora di più quando ho scoperto che erano italiani. Non erano della mia città, ma erano italiani. Senza parole... 

Mi sono fermato con loro qualche minuto, perché volevo capire come fosse possibile una situazione del genere, ma dopo poco ho capito che non volevano parlare della loro vita passata. Li ho capiti, credo non sia facile. Forse avevano letto sul mio viso lo stupore e l'incomprensione. Volevo fare qualcosa di più, ma non sapevo proprio che cosa. Ho anche chiesto se potevo fare qualcosa in più e mi hanno risposto che avevo già fatto molto, perché solitamente nessuno si ferma e nessuno li aiuta.

Quando il più giovane di loro mi ha detto che con quello che avevo lasciato avrebbero almeno passato la notte un po' meglio del solito, mi sono guardato e non ho potuto non togliermi la sciarpa e i guanti. In quel momento non mi servivano più, o meglio, c'era qualcuno a cui servivano sicuramente di più...

Adesso che scrivo questo resoconto, mi sto accorgendo che probabilmente, con questo gesto, sono riuscito a dare una scintilla di quello che significa la frase di Dorothy. 

In fondo, la cosa che rende speciale la nostra casa non sono le mura e le finestre... ma il calore che si respira dentro, gli affetti che ci lega ad essa, tutte le sensazione belle che abbiamo vissuto lì dentro.

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