Per capire meglio la forza di donare, mi sono proposto questo "semplice progetto: per 25 giorni fare un regalo particolare. Non semplicemente comprare una cosa ogni giorno e scegliere a chi donarla, ma pensare a qualcosa di davvero speciale, dei gesti insoliti che possano far emergere la vera energia travolgente di un dono. Il filosofo austriaco Otto Weininger diceva: "Malattia e solitudine sono affini. Alla minima malattia, l'uomo si sente ancora più solo di prima".
DICIASSETTESIMO REGALO: UNA VISITA PARTICOLARE
Ci sono malattie che veramente isolano il malato. Quasi tutte mettono in questa condizione, nel senso che più o meno, e in diversi sensi e significati, la malattia ci fa avere e trovare, più di altri momenti della vita, quei tempi di solitudine. Non sempre la solitudine è un dramma. Non è per forza qualcosa di negativo.
Alcune patologie rendono il malato circondato da persone che lo aiutano, che suppliscono alla perdita di autonomia del paziente. Sono quelle malattie che impediscono una piena coscienza, un corretto ragionamento e un giusto movimento. Sono malattie che solitamente non ti abbandonano fino alla fine, si fanno sentire giorno dopo giorno e manifestano la loro presenta in modo costante, togliendoti un qualcosa ogni giorno...
In queste situazioni si sperimenta quella solitudine di chi non può reagire, non può nemmeno manifestare il proprio ringraziamento... e molte volte questa solitudine non è solo nei confronti degli altri, ma arriva a coinvolgere anche il proprio io, quando non si riesce più a capire chi siamo.
Vicino a casa mia c'è una struttura che ospita alcuni malati di questo tipo: malati di sclerosi multipla e di altre patologie neurologiche affini. L'obiettivo è l'assistenza riabilitativa del malato, senza trascurare gli aspetti psicologici e sociali. Si cerca, infatti, di attuare un percorso individuale per ogni paziente in modo da mantenere e potenziare al massimo le capacità residue, quelle cioè rimaste alla persona malata.
Entrare in contatto con queste situazioni non è di certo facile, considerando che i malati sono anche persone giovani, ma che purtroppo non possono più manifestare nei gesti o nei movimenti la loro gioventù. È incredibile e indicibile la forza e la gioia di vivere che questi malati ti trasmettono.
Oggi, un sabato come tanti altri, ho voluto fare una visita a questa struttura. Avevo sentito che era a rischio di chiusura per una serie di problemi. Proprio in questo mese di dicembre si è svolta una raccolta firme per salvare il centro... e so che ha avuto un buon eco nella gente. Speriamo bene.
Certo, una semplice firma, in casi come questo, è un dono grandissimo. Ho pensato di dare un ulteriore sostegno. Un piccolo gesto che potesse dimostrare l'affetto e la vicinanza delle persone che vivono a pochi chilometri dal centro. Così ho deciso da andare a conoscere più da vicino questa struttura e devo dirti che anche questa volta è stato un regalo stupendo.
Questi regali ti danno così tanto, perché ti toccano dentro. Non solo ti fanno fare qualcosa che probabilmente non avresti fatto, ma fanno si che tu possa confrontarti direttamente con situazioni che senti o vedi solamente da lontano. Ti garantisco che sentire ai TG o leggere sui giornali è estremamente diverso dal toccare con mano.
Un paio d'ore passato a visitare la struttura e a salutare qualche ospite malato. In quelle stanze c'era così tanta voglia di vivere, così tanto amore e un'immensità di calore che ti faceva dimenticare tutti i limiti fisici che queste persone dovevano affrontare ogni giorno. Mentre passavo di stanza in stanza... mentre vedevo la sala della riabilitazione... mentre parlavo con gli assistenti... mi rendevo conto di quanto fosse importante la vita. È un dono bellissimo, il dono più grande che abbiamo ricevuto. Non importa come può essere questa vita, l'importante è che abbiamo avuto questo immenso e gratuito regalo. Il gesto di generosità più grande.
Mi sono reso conto di quanto tutti questi pensieri potessero avere uno straordinario collegamento con il Natale, con il suo vero e profondo significato. Ho capito che c'era qualcosa che legava in profondità il valore della vita e la generosità. Un insegnamento che oggi si è finalmente sedimentato nel mio cuore!
DICIASSETTESIMO REGALO: UNA VISITA PARTICOLARE
Ci sono malattie che veramente isolano il malato. Quasi tutte mettono in questa condizione, nel senso che più o meno, e in diversi sensi e significati, la malattia ci fa avere e trovare, più di altri momenti della vita, quei tempi di solitudine. Non sempre la solitudine è un dramma. Non è per forza qualcosa di negativo.
Alcune patologie rendono il malato circondato da persone che lo aiutano, che suppliscono alla perdita di autonomia del paziente. Sono quelle malattie che impediscono una piena coscienza, un corretto ragionamento e un giusto movimento. Sono malattie che solitamente non ti abbandonano fino alla fine, si fanno sentire giorno dopo giorno e manifestano la loro presenta in modo costante, togliendoti un qualcosa ogni giorno...
In queste situazioni si sperimenta quella solitudine di chi non può reagire, non può nemmeno manifestare il proprio ringraziamento... e molte volte questa solitudine non è solo nei confronti degli altri, ma arriva a coinvolgere anche il proprio io, quando non si riesce più a capire chi siamo.
Vicino a casa mia c'è una struttura che ospita alcuni malati di questo tipo: malati di sclerosi multipla e di altre patologie neurologiche affini. L'obiettivo è l'assistenza riabilitativa del malato, senza trascurare gli aspetti psicologici e sociali. Si cerca, infatti, di attuare un percorso individuale per ogni paziente in modo da mantenere e potenziare al massimo le capacità residue, quelle cioè rimaste alla persona malata.
Entrare in contatto con queste situazioni non è di certo facile, considerando che i malati sono anche persone giovani, ma che purtroppo non possono più manifestare nei gesti o nei movimenti la loro gioventù. È incredibile e indicibile la forza e la gioia di vivere che questi malati ti trasmettono.
Oggi, un sabato come tanti altri, ho voluto fare una visita a questa struttura. Avevo sentito che era a rischio di chiusura per una serie di problemi. Proprio in questo mese di dicembre si è svolta una raccolta firme per salvare il centro... e so che ha avuto un buon eco nella gente. Speriamo bene.
Certo, una semplice firma, in casi come questo, è un dono grandissimo. Ho pensato di dare un ulteriore sostegno. Un piccolo gesto che potesse dimostrare l'affetto e la vicinanza delle persone che vivono a pochi chilometri dal centro. Così ho deciso da andare a conoscere più da vicino questa struttura e devo dirti che anche questa volta è stato un regalo stupendo.
Questi regali ti danno così tanto, perché ti toccano dentro. Non solo ti fanno fare qualcosa che probabilmente non avresti fatto, ma fanno si che tu possa confrontarti direttamente con situazioni che senti o vedi solamente da lontano. Ti garantisco che sentire ai TG o leggere sui giornali è estremamente diverso dal toccare con mano.
Un paio d'ore passato a visitare la struttura e a salutare qualche ospite malato. In quelle stanze c'era così tanta voglia di vivere, così tanto amore e un'immensità di calore che ti faceva dimenticare tutti i limiti fisici che queste persone dovevano affrontare ogni giorno. Mentre passavo di stanza in stanza... mentre vedevo la sala della riabilitazione... mentre parlavo con gli assistenti... mi rendevo conto di quanto fosse importante la vita. È un dono bellissimo, il dono più grande che abbiamo ricevuto. Non importa come può essere questa vita, l'importante è che abbiamo avuto questo immenso e gratuito regalo. Il gesto di generosità più grande.
Mi sono reso conto di quanto tutti questi pensieri potessero avere uno straordinario collegamento con il Natale, con il suo vero e profondo significato. Ho capito che c'era qualcosa che legava in profondità il valore della vita e la generosità. Un insegnamento che oggi si è finalmente sedimentato nel mio cuore!
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