Tu credi nei miracoli? Spero per te di sì.
In fondo il miracolo (miraculum) non è altro che una cosa meravigliosa. Mi fa sempre sorridere quella pubblicità di un prodotto cosmetico, dove la solita modella dice "Io credo alla scienza, non ai miracoli". Hai presente? Ogni volta mi passano per la mente due idee: 1) se la scienza è certezza, perché mai si dovrebbe "credere" in essa? 2) la scienza non è per caso qualcosa di meraviglioso (un miraculum)?
Ti starai chiedendo perché all'inizio di un fine settimana, che per molti sarà dedicato al riposo, ti parlo di miracoli. Semplicemente per farti conoscere il Miracolo sul ghiaccio. Non voglio parlarti della speranza emersa circa un mese fa circa il fatto che i ghiacci dell'Artico potrebbere aumentare la loro superficie nel prossimi dieci anni (risultato emerso dalla ricerca del NCAR - National Center for Atmosferich Research). Intanto porta a casa anche questa bella notizia!
Il Miracolo sul ghiaccio di cui ti voglio parlare (se sei Americano o un appassionato di sport probabilmente avrai già capito) è quello raccontato in un bel film diretto da Gavin O'Connor del 2004 intitolato "Miracle" con Kurt Russel. Il film è una produzione della Walt Disney Productions. Un film per tutti, soprattutto per chi ha voglia di sognare.
Un film ci sta proprio bene per l'inizio del week-end, non trovi?
Miracle on ice per il popolo degli Stati Uniti rappresenta il miracolo avvenuto durante il torneo di hockey su ghiaccio dei XII Giochi Olimpici Invernali del 1980 e in modo particolare ad una partita svoltasi a Lake Placid. Una storia vera quindi, non solo un film.
La storia di una squadra, di un allenatore che ha saputo credere nei suoi ragazzi, la storia di un telecronista che ha fatto sognare ed entusiasmare i tifosi. La storia di un sogno impossibile che diventa realtà! Un miracolo.
Tutto inizia il giorno prima dell'incontro, quando il giornalista Anderson scrive "A meno che il ghiaccio non si sciolga, o a meno che la squadra americana non compia un miracolo, come fece quella del 1960, ci si attende che i russi vincano la medaglia d'oro per la sesta volta negli ultimi sette tornei". Questa era ciò che pensava tutta l'America e queste sono le parole che rimangono stampate sul New York Times del 21 febbraio 1980 (giorno precedente la partita).
È una storia vera, un film per quelli che ancora credono e sono disposti a fare gioco di squadra per vincere in campo e nella vita. Per te che credi nella forza del gruppo, nel sacrificio, nella condivisione delle speranze e delle rinunce. Per te che sei consapevole che nella vita le sfide si devono affrontare anche se sembrano insormontabili, senza rinunciare a priori, senza fare le cose, avendo già perso la speranza.
È la storia di un uomo, l'allenatore Herb Brooks (interpretato nel film da Kurt Russel), che ha saputo vincere il pessimismo dei suoi giocatori, tutti universitari e dilettanti, che non credevano assolutamente in loro stessi. Un uomo che durante le partite e gli allenamenti ha saputo trasmettere ai suoi giovani il vero spirito sportivo, ha saputo trasmettere i veri valori dello sport (movimento, gioco e agonismo).
Una storia da vedere, magari in un fine settimana come questo, insieme agli amici. Insieme alla propria squadra della vita... la propria famiglia. Un film per ragazzi, un episodio entrato a far parte della storia del sport americano, che può insegnare dei veri valori.
Lascio la conclusione a quelle parole entrare magicamente nella storia, le frasi del telecronista Al Michaels che commentò l'incontro per l'ABC:
Undici secondi, vi restano dieci secondi, stanno contando alla rovescia in questo momento... restano cinque secondi di gioco! Credete nei miracoli? Sì!
BUONA VISIONE!
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