Circa un mesetto fa, prima della pausa estiva, ho parlato due volte dello sport: un primo post che trattava in breve di doping e di una delle tre principali caratteristiche del vero sport (il movimento); un secondo post sulla componente ludica dello sport (il gioco).
L'estate è veramente il tempo dello sport in generale e ancora una volta, da qualche giorno, si stanno svolgendo i Campionati del mondo di atletica leggere a Daegu, in Corea del Sud. Cerchiamo di prendere spunto da queste gare per parlare della terza e ultima caratteristica essenziale dello sport.
Abbiamo già detto che lo sport deve avere, anzi è, movimento e gioco. Quale sarà la terza indispensabile essenza di questa attività? Un qualcosa che è proprio anche della nostra vita, di ogni essere umano. L'agonismo!
È la più difficile e problematica componente dello sport, perché se da un lato il movimento e il gioco fanno parte dello sport anche se la persona stessa non le ricerca volontariamente (facendo un qualsiasi sport è molto difficile non muoversi e non giocare), l'attività agonistica si deve volere e ricercare.
Cerchiamo di capire meglio... Partiamo come sempre dal significato etimologico, che ci riporta subito ad una dimensione di lotta e superamento (agoné vuol dire infatti lotta). Potrei anche terminare qui, poiché ognuno può capire come tutta la nostra vita è una continua lotta, una battaglia travolgente, intensa, eroica a volte, stupenda da affrontare per chi vive la vita con gioia ed ottimismo... ma rimane pur sempre una lotta.
Così è lo sport. Deve essere un campo dove ci si confronta con sé stessi e con gli altri, dove si mette in gioco il superamento dei propri limiti. Si lotta contro ciò che ci si trova davanti, proprio come nella vita. Ostacoli di tutti i tipi: materiali, fisici, dovuti al confronto con gli altri (sia con i compagni di squadra sia con gli avversari)...
L'agonismo è un elemento imprescindibile della nostra vita umana, ci educa, ci forma e ci modella. Porta con sé una serie di valori e aspetti positivi come la tenacia, la perseveranza, la determinazione, la capacità di stingere i denti e portare a termine un compito, un'impresa.
Ci fa crescere insegnandoci ad accettare le sconfitte nel campo e nella vita di tutti i giorni. Ci fa capire che molte volte non dobbiamo aspettarci solo risultati facili, ma che quelli più intensi sono quelli "sudati". Ci fa comprendere gli altri, arrivando a rispettare anche il proprio avversario (il nemico nella vita di tutti i giorni), d'altra parte, senza di lui non ci potremmo divertire.
Il centro dell'agonismo non è tanto lo sport, ma chi lo pratica. Siamo noi il centro dello sport, così come della vita. Non è importante la vita in sé, ma il fatto che questa vita sia quella di un qualcuno, chiunque esso sia, rende questa vita speciale e unica.
I fini agonistici dello sport sono quelli che tendono al miglioramento di sé, oltre al superamento dell'altro. Questo deve essere chiaro e tenuto sempre in considerazione. Ecco perché il doping è qualcosa di antisportivo e di antiumano: non rispetta il vero miglioramento di sé (poiché ci danneggia e ci distrugge) e non rispecchia un vero superamento dell'altro. Tutto questo è negativo e sminuisce se stessi e gli altri, facendoci vivere in un inganno (come quando nella vita mentiamo o utilizziamo delle subdole scorciatoie).
Lo sport con il suo agonismo, ci aiuta ad accettare i rischi della vita, a valutarli e imparare che ci sono dei rischi che vanno al di là del prevedibile e dell'accettabile, dai quali dobbiamo tenerci alla larga.
Dobbiamo anche ricordarci che c'è tutto un periodo che viene prima della gara, della partita, dalla competizione che ci carica, ci stressa, ci mette in tensione. Questi sono momenti importanti che lo sport porta con sè e che ci insegnano ad affrontare le simili tensioni fuori dal campo, per un esame, un colloquio, un appuntamento...
L'agonismo fa scaturire una tensione, quella verso una meta, un obiettivo da raggiungere, da soli o insieme ad altri. Ci fa capire che questa meta non è sempre facile da raggiungere e che molte volte si può cadere, ci si può sbucciare le ginocchia, ci si può infangare... ma sempre ci si potrà rialzare!
Lo sport deve incentrarsi su vero bene della persona, allora sì che potrà raggiungere tutti i suoi scopi e fini.
Sarebbe straordinario condividere ciò che lo sport ha dato ad ognuno di noi, quello che siamo riusciti ad imparare dallo sport. Cercare di condividere le nostre esperienze nella preparazione di gare, dello svolgimento di una partita tra amici, può aiutare tanti giovani a rivalutare lo sport e a trovare in esso dei valori positivi che potranno arricchire e far risplendere la propria vita.
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