lunedì 5 settembre 2011

Cosa possono insegnare due Premi Nobel ai giovani?

Oggi vorrei aprire questo post ricordando una persona straordinaria, una donna che ha dedicato la propria vita agli altri, un personaggio che è entrato nei cuori di molti e che a 14 anni di distanza dalla sua morte continua a cambiare il destino di tante persone: Madre Teresa di Calcutta.

Abbiamo già dedicato altri post a questa incredibile suorina. Uno in occasione dell'anniversario della nascita, l'altro per condividere una sua poesia.

Ci sarebbe molto da scrivere su Madre Teresa, una donna che ha suscitato in tanti giovani la voglia di costruire un futuro migliore, che ha acceso in molti l'entusiasmo per creare e trasmettere una corrente positiva di valori nella società. Alcuni giovani hanno raccolto questa sfida lanciata da Madre Teresa ed è nata così Gente Nuova.

In un suo scritto, una poesia, una frase dice: "La rotta migliore? La via giusta". Chiaro, efficace e certamente vero. Ma quale è la via giusta?

Provo a dare una risposta cercando di unire il pensiero di un altro Premio Nobel. Forse accostando il pensiero di Rita Levi Montalcini (Premio Nobel per la medicina nel 1986) a quello di Madre Teresa (Premio Nobel per la pace nel 1979) possiamo trarre un grande insegnamento. Due donne che hanno vissuto tanti anni, che hanno fatto due percorsi di vita estremamente diversi, dedicandosi a passioni differenti. 

Rita Levi Montalicini in un capitolo del suo libro "Il tuo futuro" (dove cerca di elargire alcuni consigli ai giovani) scrive: "La rotta a senso unico per definizione, e cioè la rotta a una sola direzione, è quella della vita". Già in questo punto scorgiamo una similitudine: la coscienza, in entrambe queste donne, dell'importanza della vita. Madre Teresa di Calcutta si è sempre battuta per il valore della vita, per salvare la vita di tanti e lo stesso, dedicandosi alla medicina, possiamo dire abbia fatto la Montalcini.

Proseguendo la lettura di questo capitolo del libro di Rita, la scienziata evidenzia tre rotte a senso unico di natura deviante in senso peggiorativo. Elenco le prime due per completezza, ma vorrei soffermarmi sulla terza, perché credo ci possa servire maggiormente per cercare di rispondere alla domanda inziale: "Qual è la via giusta?"

"Le più comuni rotte a senso unico rientrano in tre gradi categoria: quella del ricorso alle droghe, quella dell'affiliazione ad associazioni criminali e quella, apparentemente meno pericolosa perché dai contorni sfumati, che consiste nella ricerca di falsi valori"

Credo sia importante portare via ancora due righe per sottolineare il fatto, non irrilevante che sia una grande scienziata di fama internazionale a avvertire i giovani sulla pericolosità delle droghe (che molto spesso oggi sembrano caramelle che non fanno male). Lei che ha dedicato la sua vita allo studio del cervello, sa bene quali effetti tragici e pericolosi possono provocare le droghe nella mente di un giovane e di un adulto, arrivando a definire le droghe "una delle più gravi piaghe sociali dei nostri tempi".

Detto questo, vorrei soffermarmi sulla terza rotta a senso unico e a senso negativo. Questa è quella tesa alla ricerca di falsi valori. Una rotta che è sicuramente la più distruttiva, la più subdola, quella che molti seguono senza rendersene conto e che, molte volte, impedisce anche a chi ci circonda di accorgersi che stiamo sbagliando.

Si dice che se non si hanno ben chiari i valori da seguire, si condurrà una vita triste e sofferente. È vero! Forse bisognerebbe specificare che i valori, quelli che possono chiamarsi propriamente così, sono il valori positivi. Solo questi hanno quel potere incredibile da poter donare alla vita di un giovane un senso di certezza, di sicurezza, di totale serenità e coerenza, che pochi purtroppo raggiungono.

La via giusta sembra essere proprio quella dei veri valori, dei valori positivi. E lo è! 

La rotta dei falsi valori è quella che predispone alle altre due rotte negative. Un giovane che segue la via giusta, che ha mosso la propria volontà e ha deciso di seguire dei valori positivi, ne ha fatto una gerarchia e la bussola della sua vita, non cadrà né nella droga, né resterà imprigionato nella tela di associazioni a delinquere. Almeno non per sua volontà!

Rita Levi Montalcini sottolinea, perché i falsi valori sono così pericolosi. Questa terza via infatti si presenta "sotto l'aspetto della perfetta normalità. Non altera le capacità cognitive come accade ai tossicodipendenti, non mette la vita in pericolo come nel caso sopra indicato (quello delle bande criminali), ma altera le capacità di discernere il vero dal falso, il lecito dall'illecito e di distinguere gli obiettivi che meritano di essere perseguiti da quelli che non lo sono. Una volta offuscato, il senso dei valori è difficile da recuperare."

100% d'accordo; ecco perché dobbiamo batterci con tutta la nostra forza, mettere a disposizione le nostre menti giovani per trovare sempre nuovi modi di trasmettere i valori positivi, soprattutto tra i nostri coetanei. Al contrario, proprio come dice la Montalcini: "il prezzo pagato, ed è un prezzo grandissimo, consiste nella perdita del piacere di vivere".

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