Appena ho visto quest'immagine ho trovato il titolo del post. Solitamente prima scrivo e poi in base a quello che è venuto fuori, scelgo l'immagine. Questa volta è successo il contrario. La foto che vedi qui a lato rappresenta l'essenza di quello che vorrei dire: che ogni giovane, ognuno di noi, ha la possibilità di essere felice. Ogni giovane, però, ha la stessa capacità di diventare triste e disperato.
Siamo davvero noi artefici del nostro futuro? È veramente tutto nelle nostre mani? Probabilmente proprio proprio tutto no, ma gran parte della nostra felicità o del fatto che siamo tristi dipende da noi stessi.
Abbiamo già parlato di cosa è la felicità e in cosa consiste la tristezza (e di come cercare di vincerla). Il tema della felicità trova oggi uno spazio enorme nei vari dibattiti ed è stato da sempre frutto delle discussioni dei grandi filosofi fin dall'antichità.
"La felicità è l'aspirazione comune alla condizione umana; ma chi può considerarsi felice? In che cosa consiste la felicità? E, soprattutto, in che modo e dove si può cercare per trovarla e possederla? Il tema della felicità con i suoi interrogativi, attraversa, dunque, la storia dell'uomo e, ponendosi all'intersezione tra valori morali, sociali e religiosi, accende nel suo variegato e tormentato cammino rapporti problematici di natura antropologica e teologica" Questo è quello che si può leggere nell'introduzione del libro a cura di Giuseppe Badilo "La felicità" di Sant'Agostino.
La tristezza è la perdita irreparabile, o che noi reputiamo tale, di qualcosa che abbiamo e che vogliamo e alla quale diamo un grande valore. Se perdiamo, bruciato nel caminetto, un foglio di carta bianco senza significato, non siamo tristi, se invece questo foglio rappresenta l'unica lettera che nostra nonna ci ha scritto quando ancora era in vita, probabilmente questo ci farà diventare tristi.
La felicità al contrario è possedere o assicurarsi un "tesoro". Non nel senso monetario, ma nel senso di qualcosa di valore, nobile. La felicità infatti si compone del pensiero del "tesoro", della volontà che lo possiede e del senso di soddisfazione che ne deriva, solitamente accompagnato da un bel sorriso.
In soli 4 passi puoi scoprire come la felicità può essere nelle tue mani.
A) Credi in quello che fai. È un po' come dire credi in te stesso. Questo è il primo passo per essere felici. Non perché dobbiamo crederci migliori degli altri, ma dobbiamo vederci per quello che siamo e comprendere che anche abbiamo delle capacità, delle risorse. Credere in quello che fai significa dare importanza alle tue azioni, significa imparare a capire che ogni cosa che facciamo ha delle conseguenze e per questo dobbiamo comportarci al meglio, ma non dobbiamo farci frenare dalla paura di sbagliare.
B) Vivi invece di sopravvivere. Non trascorrere le tue giornate vegetando, ma impegnati. Molti giovani sentono il vuoto di una vita priva di ideali. Riempi la tua vita di energia, grinta, passione, di sacrificio, di punti di riferimento. È vero che è sempre più difficile per i giovani trovare dei saldi punti di riferimento, ma non possiamo farci sopraffare dalla staticità del pessimismo. Fatti conquistare, invece, dalla vitalità dell'ottimismo!
C) Apri il tuo cuore! La felicità è gratuita, non si può comprare. Non è quindi nella ricchezza e nemmeno nel potere. Molti esempi ci fanno vedere che le persone ricche non sono veramente felici, il che non esclude che un milionario non possa essere felice, ma lo sarà solamente se non fissa il suo sguardo esclusivamente sulla sua ricchezza. La vera felicità non si fa vedere se siamo egoisti, mentre spunta quando apriamo il nostro cuore agli altri con verità e sincerità. Allora sì che la felicità risplende e illumina il mondo!
D) Vorrei essere al MIO posto. Quante volte hai ripetuto la frase: "Vorrei essere come lui" o "Vorrei saper fare le cose così". È giusto porsi queste domande, ma è altrettanto giusto fare un passo in più, subito dopo. Devi pensare che anche tu hai le capacità di diventare "così", non una copia, non un clone, ma puoi prendere a modello delle persone che ammiri. Questa è una cosa bellissima se ci pensi, perché sottolinea il fatto che ognuno di noi può riconoscere negli altri qualcosa di bello, di nobile. Allora stesso tempo devi pensare che non è così difficile imparare qualcosa dagli altri, un modo di parlare, un modo di ragionare, un modo di agire. Bisogna solamente prestare molta attenzione e cercare di capire la strategia, la sequenza delle azioni da compiere. Proprio come quando si fa una torta.
La cosa che devi pensare è: "Posso migliorare me stesso guardando gli altri, imitandoli, ma nessuno farà mai le cose come le faccio io, solo io ho quel modo speciale di farlo".
Detto questo, posso solo aggiungere che se vuoi davvero essere felice, devi circondarti di persone che ti possano aiutare ad esserlo, persone solari, con bei valori, con grandi sorrisi, altri giovani che probabilmente hanno capito
il segreto della felicità e sanno affrontare con coraggio e
determinazione la tristezza. Sono giovani così che possono aiutarti a
trasformare la tua tristezza in felicità!
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