(Questo post l'ho iniziato a scrivere oggi pomeriggio - lunedì - (...) poi il computer ha iniziato a fare qualche dispettuccio, così ho dovuto post-icipare la stesura completa...). Qualcuno direbbe che peccato, che disdetta, che tristezza... non dopo aver letto qui sotto! ;-)
Continuiamo le puntate del lunedì, dedicate al controllo delle emozioni: oggi parliamo della tristezza.
Lunedì 27 giugno hai imparato come dominare l'ira e la rabbia; l'11 luglio, invece, hai capito come poter affrontare la paura... oggi cerchiamo di capire insieme come poter vincere la tristezza.
Che cosa è la tristezza? Perché alcune persone sembrano sempre tristi? Perché altre lo diventano in seguito ad un qualsiasi evento negativo? Perché alcuni cadono in una tristezza così profonda dalla quale non riescono più a risalire gli abissi e si ammalano?
Da che cosa dipende la tristezza? Quali sono le cause più frequenti? Quali sono i rimedi per vincerla?
Rispondiamo alla prima domanda: la tristezza è un'emozione che deriva dall'idea di aver perso qualcosa, di non poter più raggiungere la felicità, dal pensiero del fallimento, di una vita senza speranza...
"Domandarsi perché quando cade la tristezza in fondo al cuore come la neve non fa rumore" diceva Lucio Battisti in una sua canzone. È proprio questo uno dei problemi della tristezza: che ci penetra senza far rumore o meglio diventa una grande cella di isolamento dove ci chiudiamo, perché in noi prevale l'egoismo.
La tristezza ha due caratteri di riconoscimento, due manifestazioni tipiche: ritarda e paralizza. Chi è triste e avvilito si muove lentamente, le sue idee non sono rapide e scattanti, sono annebbiate da una nuvola scura. Non si ha voglia...
Quando siamo tristi vediamo solo noi stessi, ci chiudiamo agli altri e quando ci capita di parlare con qualcuno lo facciamo per sottolineare la nostra sofferenza e la nostra impossibilità ad uscirne.
Il grado di tristezza è proporzionale a ciò che abbiamo perso, o meglio, a quanto più importante era per noi quella cosa, al valore che le davamo e ancora le diamo. Molte volte è su questo punto che ti devi concentrare per uscire da questo stato grigio, cercando di analizzare la reale importanza di ciò che non hai più.
È davvero la cosa più preziosa che esista? Sei sicuro al 100% che senza non potrai mai più essere felice? E' una perdita totale e irreparabile?
Già con queste domande potrai capire meglio quanta verità c'è nel tuo atteggiamento. Chiediti una cosa: sono triste o sono egoista?
Esistono diverse cause di tristezza: essere troppo perfezionisti; essere dei veri pessimisti; vivere nel negativismo (diventerete quelle persone che sempre parlano male degli uomini... dimenticandovi che state parlando principalmente di voi stessi, a meno che non siate dei gibboni); voler passare sempre da vittima agli occhi altrui, per farsi compiacere; dover sentirsi sempre apprezzati; voler negare ed avere estrema paura della sofferenza...
C'è poi una causa caratteriologica, una sorta di predisposizione alle idee tristi e agli atteggiamenti pieni di sconforto: la malinconia. Quella sorta di "gioia di sentirsi tristi" come la chiamava Victor Hugo. Quell'atteggiamento di fondo che ti fa vivere in modo passivo, non ti fa prendere delle decisioni concrete e importanti, non ti permette di essere propositivo (nessuna iniziativa, perché sei paralizzato).
Vediamo alcuni rimedi a questo atteggiamento di fondo, che ti aiuteranno a superare la tristezza:
1) Prova a farti le domande che abbiamo detto sopra.... quelle che hai già letto.
2) Cerca di vivere con realismo e semplicità. Non essere troppo esigente con te stesso, cerca di imparare a provare soddisfazione nelle piccole cose, nei gesti quotidiani.
3) Impara ad amare quello che fai: il tuo studio, il tuo lavoro... Non farlo solo perché si deve. Puoi veramente appassionarti e rendere unico e speciale ogni mestiere.
4) Circondati di persone solari, ottimiste, soddisfatte e contente della propria vita e che ti aiutino a vivere emozioni positive tutto il giorno.
5) Sorridi, sorridi e sorridi. È un rimedio che propongo spesso, proprio perché è il più efficace e non costa nulla (solo lo sforzo di muovere alcuni muscoli, che sono comunque meno di quelli che azioni quando hai l'aria triste e afflitta)! Non devi sorridere senza motivo, come un pazzo o un imbecille... Devi avere il coraggio di sorridere, devi goderti le occasioni per sorridere, per tutte le cose belle che ci sono nel mondo, per i doni che ti sono stati dati.
Sorridere è un modo per aprire una breccia nel viso e chiuderla nel cuore!
6) Cerca di trovare i veri valori della vita, quelli che ti possono aiutare a crescere e a diventare una persona migliore ogni giorno.
La cosa che a volte mi rende triste, è la consapevolezza che oggi molti giovani, e non solo, vivono in una tristezza esistenziale, un vuoto, hanno perso la cosa più importante: il senso della loro vita, la bussola che gli può indicare la direzione per vivere pienamente.
Cerchiamo di far si che la bussola di tutti spinga sempre nella giusta direzione, verso quel polo magnetico rappresentato dai valori positivi!
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