martedì 19 luglio 2011

Il valore della giustizia


Era un primo pomeriggio di 19 anni fa... un episodio che ha segnato l'Italia, gli italiani e probabilmente il Mondo. Un pranzo in famiglia con moglie e figli, un viaggio verso la casa della madre per accompagnarla poi dal medico, come farebbe un bravo figlio... Un'esplosione... 6 persone uccise con 100 kg di tritolo in una Fiat 126: Paolo Borsellino e 5 uomini della sua scorta.

Un personaggio, Borsellino, che ha segnato le istituzioni e la società italiana. Un ricordo quello di oggi che mi fa pensare non tanto alla mafia, all'impossibilità di fare del bene... al contrario, l'esempio di quest'uomo mi dà una grande speranza... un esempio di coraggio... un esempio di giustizia!

È attualissimo parlare di giudici, magistratura, diritto, giustizia, bene comune... Ma che cos'è davvero la giustizia? È un valore fondamentale? Una virtù, come quella dipinta da Giotto nella Cappella degli Scrovegni di Padova? Viene prima il diritto o la giustizia?

Vorrei dedicare questo post alla giustizia, perché credo che solo se riusciamo a capire veramente cosa significa, solo se riusciamo a comprendere fino in fondo che è un valore che ci chiama in prima linea, come se fossimo tutti al fronte in una battaglia tra bene e male, solo così possiamo avvicinarci ed afferrare il coraggio di questi uomini che hanno dato la loro vita per questo immenso valore.

Dante nel canto XVIII del Paradiso lega la giustizia alla terra e, oserei dire, a tutti gli uomini, arrivando a far disegnare ai "giusti" la frase "Amate la giustizia voi che governate la terra". Se guardi bene questo concetto, puoi scoprire che ognuno di noi ha questa responsabilità, ogni singolo uomo ha il compito di governare la terra.

Giusto è ciò che si deve attribuire a ciascuno, né più né meno. La giustizia è l'azione che rende questo principio reale, ossia, dare a ciascuno il suo. È la costante e ferma volontà di dare agli altri uomini ciò che è loro dovuto.

Da qui possiamo trarre la prima importante caratteristica della giustizia. Essere giusti non significa trattare tutti allo stesso modo, come tanti pretendono oggi, ma riuscire a cogliere le differenze tra le persone e saperle trattare nel modo in cui spetta loro. È questo un punto importantissimo per i genitori e per gli educatori: pensa se ogni genitore trattasse i proprio figli tutti allo stesso modo, senza tener conto del carattere di ciascuno, senza cogliere le singole esigenze... Questo esempio ti fa capire subito che l'uguaglianza non è sempre giustizia.

Ok, fino a questo punto tutto facile, vero? Proviamo a complicare un po' le cose? Dai, lasciami fare un voletto sulle nuvole per qualche riga... poi torno a terra, promesso!

Se la giustizia è dare a ciascuno il suo, significa che prima di essa ci deve essere qualcos'altro. Che cosa? Semplice. Il fatto che ogni uomo riesca ad attribuire a se stesso e agli altri ciò che gli è proprio. Quindi il primo atto è un atto di attribuzione: riconosco me stesso e l'altro e riconosco ciò che gli è dovuto.

Solo dopo questo primo atto posso esercitare la giustizia. Da questo puoi capire che la giustizia non è dare a tutti nella stessa misura, ma secondo il bisogno e le urgenze. Da questo è facile notare che serve riconoscere l'ordine insito nella natura dell'uomo. L'uomo può, grazie alla sua ragione, attribuire il giusto.

Un ultimo passo: seguendo un ragionamento logico, ogni uomo, con un barlume di intelligenza e di onestà, arriva a dire che il diritto, la legge positiva, segue la giustizia. Quello che voglio dire è che non è il diritto che rende una cosa giusta o ingiusta. Il diritto positivo, umano, quello che viene promulgato dal legislatore, per essere giusto, deve seguire questo stesso primo atto di attribuzione.

A questo punto, da solo, puoi capire perché si può parlare di "leggi ingiuste". Quando il legislatore segue l'individualismo, il collettivismo, l'utilitarismo e si dimentica della natura dell'uomo, può emanare delle leggi ingiuste, che non corrispondono alla realtà della giustizia e ad un vero atto di attribuzione.

Ritorno all'esempio di Borsellino che ci fa capire quanto sia importante il valore della giustizia, che si deve lottare fino alla fine per esso. Si rende evidente il legame fortissimo di questo valore con il valore del coraggio, perché è una sfida grandissima, riuscire a riconoscere il vero di ogni uomo. Non tutti hanno questo coraggio!

Ultima annotazione. C'è un legame tra il perdono e la giustizia? Certamente, il perdono è la più alta forma di giustizia, perché "la cosa peggiore che esista al mondo è la giustizia separata dall'amore" come diceva Francois Mauriac.

La giustizia potrà assumere varie forme di interpretazione... molti potranno dire la loro sulla giustizia (chi dirà che il giusto è quanto pattuito, chi invece che il giusto è secondo le capacità individuali, alcuni arriveranno perfino a dire che il giusto non esiste in nome dell'assoluta libertà...). Che dicano, che dicano... il valore della "giustizia" non cambierà, rimarrà sempre uguale, un riferimento certo per gli uomini. Per questo, sempre, ci saranno uomini coraggiosi che si batteranno per la vera giustizia!

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