Chi siamo? Cosa è l'uomo? C'è qualcosa che ci rende speciali e unici? Siamo diversi dagli animali?
Tutte queste, sono domande che ricorrono nella storia da quando l'uomo esiste. Bhe, già questo ci fa capire una delle nostre caratteristiche distintive... ma ne parleremo dopo.
La risposta alle prime due domande può essere molto semplice: questa determinata persona. Ecco chi è l'uomo. La prima cosa che verrebbe da chiedersi è se sia necessario aggiungere il termine "umana". Oggi, molti dicono di si. Ma se io ti dico solo "persona" a chi pensi? Non aggiungo altro...
Sai da dove deriva questo termine? In origine indicava un personaggio mascherato. L'etimologia è discussa e incerta, ma molti fanno derivare la parola dall'etrusco "phersu" che era proprio il danzatore mascherato.
In Grecia avevano sviluppato parallelamente la parola "prosopon" per indicare colui che sta davanti ai miei occhi, colui che vedo.
I latini hanno allargato il concetto ad una doppia valenza: la classica maschera del teatro (quindi il personaggio in sé), oppure il ruolo che qualcuno recita (quindi l'attenzione non è sull'individuo, ma sul suo ruolo sociale...). Sempre nel mondo latino esisteva anche un verbo "personare" che indicava appunto il risuonare (ossia l'uso della maschera a teatro per far arrivare il suono a tutti gli spettatori).
Il significato di persona che ognuno di noi possiede oggi, non è però quello che abbiamo visto qui sopra, non fa alcun riferimento al mondo del teatro, alle maschere.
Allora da dove deriva questo significato di persona? Dall'esigenza dei cattolici di definire Dio in 3 persone. Questo ha segnato la svolta in senso personalista di tutto il mondo occidentale e non solo...
È però un grande traduttore di Aristotele a dare una delle più citate e caratteristiche sintesi di persona. Rimango affascinato dalla bravura di certe menti di raggiungere una sintesi così bella e profonda. Boezio definisce così persona: una sostanza individuale di natura razionale.
Questa definizione è stata l'unica davvero considerata per secoli, fino a Tommaso d'Aquino che la riprendere cambiandola in: una individualità di natura razionale che sussiste in sé. Ti dico subito che la spiegazione è più complessa della frase stessa.
Ci proviamo?
Per prima cosa la nozione si riferisce a una particolare sostanza individuale, ossia un realtà materialmente individuabile, che ha un aspetto di quantità (carne, ossa e anima per dirla in un linguaggio più comune). La persona non è un concetto astratto.
Non è però neppure "una qualsiasi cosa concreta" (non ci sarebbe differenza tra un uomo, un gatto, un topo, una fastidiosa zanzara...). Ecco perché è di estrema importanza specificarne la natura, che evidenzia l'essenza di questo individuo ed implica una dignità che deriva da un particolare modo di essere: la razionalità. Questa natura si deduce da come l'uomo agisce concretamente, perché il suo agire ci mostra il suo essere profondo.
La natura designa quindi la differenza costitutiva di ciascuno.
Questa stessa razionalità ha fatto sorgere per la prima volta sulla terra un essere capace di porsi interrogativi profondi (e così ritorniamo al fatto che le domande iniziali esistono da quando esiste l'uomo ;-))
Non è necessario però che questa razionalità sia presente in atto, ma basta che sia presente come facoltà. Ecco che chi dorme e non esplica la sua facoltà intellettiva è, anche in quei momenti, persona.
La persona infine è sussistente, sussiste in sé, è una totalità, una realtà unificata.
La persona è un titolo proprio, fondamentale, primario, essenziale dell'essere umano. Sembra così semplice, ma spesso gli uomini stessi si dimenticano chi sono e le conseguenze sono terribili: nazismo, gulag sovietici, controllo (imposizione) delle nascite in India e Cina (ma non solo), sperimentazioni cliniche su altri uomini (come è successo inoculando microbi in bambini Down, o iniettando cellule tumorali in anziani... solo per studiare meglio il decorso di una malattia... per fare qualche esempio).
Conclusione (questa sarà facile)... ahahah, ma ancora mi credi?!?: seguendo quanto detto si capisce quanto sia importante il valore della persona.
Ogni persona è (basta applicare un pò di razionalità, ossia ciò che ci distingue) singolare, irripetibile e unica (proprio perché non è un concetto, ma è una realtà concreta: questo determinato uomo e non quello e non l'altro).
C'è, allo stesso tempo, un altro punto contenuto in questa definizione: il fatto che tutte le persone, proprio perché sono TUTTE persone, sono sostanzialmente uguali in dignità e nobiltà.
Solo grazie a questo nuovo concetto di persona, un concetto che rispecchia alla perfezione la realtà che vediamo, è oggi possibile parlare di valori universali, di diritti universali, di parità, di fratellanza, uguaglianza e di libertà individuale...
Questo è solo un primo accenno al valore grandissimo della persona. Molto ancora c'è da dire e voglio concludere solo stuzzicando un pò la tua curiosità e riflessione.
C'è differenza tra persona e individuo? Come è proseguita la riflessione sul concetto di persona in epoca moderna? Quando si può definire concretamente una persona: in che momento preciso? Chi può dare questa definizione: la scienza, la matematica, la neurobiologia, la società? Esistono persone "non umane"?
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