domenica 24 luglio 2011

Il valore di Lost

Questa mattina ho rivisto l'episodio finale di Lost a distanza di più di un anno. Ragazzi, è stato davvero super wow!!!

Ti dico subito che è la mia serieTV preferita in assoluto al momento e credo lo rimarrà per molto, visto che il mio tempo per seguire dei telefilm è limitato rispetto a quello di qualche anno fa.

Partendo da questo presupposto, ossia che quello che leggerai qui di seguito è la visione (non voglio dire la spiegazione, perché non mi interessa averci azzeccato, ma solo condividere ciò che Lost mi ha dato e mi sta ancora dando a distanza di un anno...) di un ragazzo entusiasta, che rivedendo il finale di Lost ha continuato a riflettere, ad emozionarsi, ad esaltarsi...

Serve però un'altra piccola premessa (spoiler, spoiler, spoiler): leggendo questo post verranno rivelati molti aspetti della trama del finale di Lost, quindi se non hai ancora visto il finale o la serie completa non andare avanti... almeno che non vuoi sapere in anticipo cosa succede.

"Rivedendo il finale di Lost ho continuato a riflettere"... A riflettere su cosa? Sugli enigmi? Sui misteri racchiusi in 6 anni di puntate? Certo, anche! Soprattutto a riflettere sulla vita, su me stesso e su chi mi circonda.

Partiamo dal fatto dell'aver capito o meno Lost... Se mi domando: "Ricky, hai capito Lost?", probabilmente la risposta immediata è "no". Allora ti starai domandando, perché ci scrivi un post. Infatti, me lo chiedo anche io... probabilmente per dare sfogo al mio entusiasmo, per assolvere una promessa verso alcuni amici... sapendo già che non riuscirò a dire tutto (ma questo fa parte di Lost... e della vita ;-))

Secondo me proprio quelli che non hanno capito, o che almeno affermano questo, in realtà hanno profondamente ragione. Il "problema" è che l'uomo cerca di capire sempre tutto, vuole capire la vita, il suo senso, ha la necessità di farlo, ne ha bisogno, ognuno di noi vuole dare una spiegazione a tutto (io in questo mi metto in prima fila)... e vogliamo farlo, proprio perché la vita stessa realmente ha un senso. Che forse non troveremo qui, dove esiste un ora...

In realtà i misteri non spiegati di Lost sono davvero pochi, se non inesistenti (per chi riesce a tirare le somme e a fare dei collegamenti)... quello che mi ha colpito di Lost è il fatto di aver capito che i tanti misteri, non sono altro che i tanti dettagli della nostra vita, che non riusciamo a spiegare, o meglio ai quali cerchiamo di dare un senso. Molte volte (questi dettagli insignificanti) li facciamo diventare il fulcro, il motivo della nostra vita, la spiegazione di tutto, per poi scoprire, che è solo una parte... che il senso è altrove (come per esempio la botola... che i personaggi di Lost e credo anche molti di noi hanno visto come la soluzione di tutto... per poi scoprire che non lo era).

Lost per me è stato la riflessione su tante domande...

Lost è la risposta alla domanda: spiegazione o mistero? Pensate al contrasto tra i personaggi di Locke e Jack: Locke è sempre stato l'uomo che per primo ha accettato i miracoli, che per primo ha capito l'isola, l'ha compresa come un posto speciale, il primo che ha accettato un destino superiore, uno "scopo finale"... Jack è invece totalmente razionale, l'uomo che cerca in tutto una spiegazione scientifica o logica, un uomo che ha difficoltà a capire il suo ruolo nel mondo, ma che quando lo comprende, va fino in fondo, fino al massimo sacrificio, per salvare se stesso e gli altri.

Quale la risposta allora? Spiegazione logica o mistero? Scienza o fede? Direi entrambe: la "spiegazione" non può far altro che accettare un qualcosa di inspiegabile, o almeno di ancora non spiegabile; il "mistero" deve lasciare spazio alla spiegazione, ad una spiegazione plausibile. La scienza e la fede non si escludono, semmai devono camminare insieme nella vita dell'uomo.... Lost non fa prevalere un destino illogico, una fede irrazionale, ma un "oltre" razionale, accettabile dalla ragione umana. L'estrema razionalità non è infatti qualcosa di reale e questo lo percepiamo dalla difficoltà di Jake (e dal suo rifiuto fino all'ultimo) di accettare la morte e la vita dove non c'è un ora.

Lost è la risposta alla domanda: scelta o destino? Che richiama sicuramente la precedente, completandola. In Lost si afferma che il destino non si subisce, ma si sceglie, si costruisce, si guadagna, mettendo a frutto le proprie diverse capacità. Tutto Lost si svolge su questo filone di destino/libera scelta. Le nostre vite si sviluppano e si muovono in questa continua tensione tra l'essere liberi, la nostra possibilità di scegliere il bene e il male e un destino determinato: il compito della nostra vita. I vari personaggi devono affrontare una serie di prove e di sfide per trovare il proprio compito e sono proprio le loro scelte libere (come le nostre scelte quotidiane) che ci fanno avvicinare o allontanare da questo compito e dal portarlo a termine...

Lost è la risposta alla domanda: egoismo o generosità? E questa volta trionfa sicura la generosità! In Lost nessuno è il vero protagonista, ma tutti sono indispensabili per lo "scopo finale". Ognuno riscatta se stesso nella propria vita, grazie all'aiuto degli altri, e così facendo diventa davvero protagonista unico della propria vita. Se all'inizio pensano solo a se stessi, alla fine capiscono che non si vive da soli. Questo è fondamentale per capire che non si muore da soli, o meglio, non si vive "oltre" da soli.

Geniali sono stati i vari tipi di flash che ci hanno accompagnato in questo stupendo capolavoro di 6 anni. I flashback e i flashforward sono stati indispensabili per comprendere i personaggi, per capire le loro caratteristiche e per conoscerli piano piano, scoprendo in ogni puntata qualcosa di nuovo. Non succede così anche nella vita, quando conosciamo le persone? Qualcuno ci sta subito simpatico, ma la vera conoscenza arriva col tempo e molte volte non è come ci aspettiamo... ma quello che questi flash mi hanno permesso di capire è comprendere e accettare tutte le sfumature dei vari personaggi, perché è così che dobbiamo fare, soprattutto con i nostri amici, accettare i loro limiti.

Poi ci sono degli altri flash... quelli dell'ultima stagione: i sideways. Che dire? Senza parole per la loro straordinaria efficacia. Rappresentano i momenti dopo la morte, ma prima del "passaggio", prima della nuova vita dopo la morte. Come rappresentare questa realtà senza tempo e senza spazio, se non in questo modo sublime?

In questo non-tempo devono ritrovare se stessi (si devono unire due pezzi di loro). Questi sideways sono il modo più bello per rappresentare l'"irrappresentabile" attesa di questa unione... un'unione che avviene attraverso l'amore. Quanto sono belli i momenti in cui ogni personaggio ritrova se stesso? Kate e Claire, per esempio, tramite la maternità, per loro sempre così importante. Rivedi l'episodio finale... con qualche fazzoletto a portata di mano ;-)

L'ultimissima scena è proprio un capolavoro (ho sentito molti dire che è stato un finale banale, mah!). Tutto si ricollega e prende senso. Qualcosa di incredibile: la scena iniziale del telefim ricostruita al contrario nella scena finale della morte di Jack... ma non solo. Il tutto legato in modo magistrale all'ingresso di Jack nella chiesa, il momento in cui Jack stesso capisce e accetta di essere morto, perché come dice suo padre: "tutti muoiono prima o poi, ragazzo. Alcuni prima di te, altri molto dopo." Magistrale perché non esiste un tempo, un'attesa vera tra la morte e il passaggio, perché lì "non c'è un ora".

Se è vero che non si vive soli, è altrettanto vero che non si muore soli, o meglio, non si "va avanti" da soli. Ognuno di noi non deve solamente trovare un senso per se stesso, ma far sì che altri arrivino dove "non c'è un ora". Non capiamo da soli lo "scopo finale", ma sempre grazie a qualcuno.

E' questo il vero valore di Lost, il fatto di rappresentare nel modo più incredibile (per una serie TV), il valore e il significato della vita. Il vero valore di Lost è che dobbiamo "andare avanti", guardare oltre, trovare un senso più grande...

Probabilmente il post più lungo... e ancora potrei andare avanti... so che non ho spiegato nulla (non era l'obiettivo, sicuramente darò le spiegazioni ai miei amici)... so che tante altre cose vorrei dire e condividere come il fatto che tutto quello che abbiamo visto in Lost è reale. Direi di sì, perché reale è anche la vita dopo la morte!

Buona domenica e buon'estate!!!

3 commenti :

  1. Ecco cosa penso io: partendo dal consueto saluto di desmond..anche ripetuto da jack nel finale..ovvero "see you in another life brother"... si può facilmente intuire come il tema lostiano sia legato alla VITA...ciò si evince chiaramente dal finale aperto propriamente "lostiano". Esistono due chiavi di lettura al tempo stesso profondamente connesse tra loro: FEDE-RAGIONE..
    Anzitutto la vita sull'isola è reale: i losties non sono morti nel disastro aereo (lo dice chiaramente Christian Shephard) essi hanno realmente vissuto sull'isola , un luogo di immensa importanza che custodisce la fonte della VITA, dll MORTE e dll RINASCITA. E' proprio x qst caratteristiche che a mio parere la realtà presentateci nell'ultima stagione non è un limbo o l'aldilà bensì una realtà parallela, che, come dice Daniel nella puntata "happily ever after", si è creata dalla generazione di una grande energia: la bomba atomica, esplosa su una grossa sacca elettromagnetica, ha fatto inabissare l'isola e generato appunto una realtà parallela: l'isola è infatti un luogo SPECIALE dalle immense proprietà elettromagnetiche.
    Tale realtà sarebbe un mondo a parte in cui solo le persone dell'Oceanic 815 (o quelle state sull'isola) hanno il potere di creare una connessione con l'altra.

    Ed essendo che esse sono le uniche ad essere state coinvolte nella storia dell'isola, sono le uniche a poter ritrovare il contato con l'altra realtà, ritrovandosi fra loro.

    Quando Cristhian dice a Jack che sono tutti morti, non significa che adesso si tovano in un limbo. Non c'è, difatti, un "ora", giusto? Ma solo un dove....perchè in quella realtà loro non sono morti.
    Ma sono già tutti morti nell'altra.
    Tutti loro sono morti, non nel senso che alla fine vediamo le loro anime che si rincontrano, ma semplicemente perchè una parte di loro, quella dell'altra realtà, ha già vissuto la morte. In un altro luogo, non in un tempo precedente.
    I personaggi della realtà alternativa non sono morti. Semplicemente ricordano la vita e la morte che hanno vissuto nell'altra realtà. Se ne ricordano perchè ritrovandosi hanno ricordato e ricordando hanno ricreato il legame che divideva le 2 realtà.
    E ricollegando le 2 realtà, hanno riacceso la luce dell'isola.
    La cosa che non mi tornava, infatti, era la chiesa..la luce, che fa tanto paradiso....
    Ma quella luce assomiglia incredibilmente alla luce che provbiene dal centro dell'isola. E allora mi si è accesa una lampadina.

    Nella sesta stagione, la madre di Jacob e di Black man dice che quella luce è nell'isola e in altri luoghi.
    Poi mi sono posto la domanda: perchè quella chiesa?
    perchè si ritrovano tutti proprio nella chiesa in cui si erano trovati nella 5a stagione con la madre di faraday? Perchè proprio in quella chiesa aprendo una porta si vede la luce?

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  2. E la risposta l'ho trovata nella puntata 5x06 "316", ovvero la puntata che mostra quando loro vanno in quella chiesa.
    La madre di faraday inzia a spiegare loro che cos'è quel posto e che cos'è l'isola. E dice qualcosa d'importante...
    Dice che sotto l'isola esiste una sacca di energia elettromagnetica e che in giro per il mondo ne esistono altre. Ad esempio ce n'è una proprio al di sotto di quella chiesa. In più tutte quelle sacche sono interconnesse fra loro. LA Dharma usava quella sacca per riuscire a stabilire come trovare l'isola.
    E quindi la luce che vediamo comparire da oltre la porta della chiesa, potrebbe non essere il paradiso, ma la stessa energia che abbiamo visto sull'isola, la stessa energia elettromagnetica che crea distorsioni spazio-temporali.
    E dunque rimarrebbe solo un'ultimo quesito: a che serve attivare quella sacca? perchè si riuniscono tutti lì e perchè progettano di "andarsene", lasciare tutto alle spalle?

    Io credo, ma a questo punto è completamente una mia interpretazione, si tratti della decisione di ricollegare le due realtà, di riaccendere la luce dell'isola, di riportarla in superficie.
    Io credo che il finale possa essere tradotto anche come la decisione di tutti quelli stati sull'isola e che hanno ricordato, di tornare sull'isola e viver ela vita che desiderano vivere veramente, nell'unico luogo che glielo permetterebbe, nell'unico luogo a cui ormai appartengono...
    io NON dico che è una realtà alternativa..IO DICO CHE E' PARALLELA...infatti Desmond "scopre" quella realtà per via dell'elettromagnetismo (fenomeno fisico NON spirituale) a cui è stato esposto..Widmore stesso dice che lui serviva per evitare che realtà cm loro la conoscevano cessasse di esistere: quale miglior modo se non quello di far ricordare tale realtà alle persone della realtà parallela??

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  3. In definitiva il finale suggella a mio parere la vera essenza di LOST ovvero la VITA...mi spiego meglio: i losties hanno SEMPRE lottato per la sopravvivenza, per vivere...e pensare che tutto finisce nella morte (vedi Jack, ecc.) o in una vita triste e solitaria (Kate senza l'amore della sua vita, Claire senza Charlie, Sawyer senza Juliet, Ji Yeon orfana di padre-che mai ha conosciuto- e madre, ecc.) non è GIUSTO poichè significherebbe vanificare tutto ciò che è stato prima.
    Uno dei temi più ricorrenti in LOST è la cosiddetta SECONDA POSSIBILITA', una possibilità che i losties hanno nella vita parallela (da loro "creata",anche se inconsapevolmente, con l'esplosione della bomba ad idrogeno) per vivere insieme, andare avanti insieme...perchè tra loro esiste un legame speciale...un legame "creato" dall' ISOLA che li ha ritrova anche lì ...

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