mercoledì 14 settembre 2011

Le migliori parole per te

Hai mai ascoltato un numero o assaggiato un colore? Hai mai provato la sensazione di amare un numero od odiarlo? Sai che alcune persone hanno un "ascolto colorato"?

Tutte queste stranezze, vanno sotto il nome di sinestesia, che dal greco significa unione di sensazione (syn + aisthesis). È un particolare fenomeno neurologico benigno ed automatico che prevede che la percezione di uno stimolo da uno o più sensi provoca una reazione di un senso diverso. Si potrebbe dire che i sensi si confondono e le percezioni provenienti da sensi diversi si mescolano.

Questa particolarità non si apprende ed è qualcosa di completamente diverso dalle allucinazioni. Per capire meglio di cosa sto parlando, puoi pensare ad un'esperienza che sicuramente anche a te è capitata: quando vedi un cibo che ti piace, non hai solo una sensazione visiva, ma associ ad essa anche un gusto. Questo è normale, non preoccuparti. Ci sono persone però, come per esempio Mozart, che vedeva il colore delle note.

Due sono le forme pure (ossia dove una sensazione è percepita completamente come un'altra) più comuni. Una è l'ascolto colorato (sonoro-visiva), dove suoni e musica sono percepiti come forme, simboli e colori; l'altra quella che scambia un grafema con un colore, quelli che vedendo un numero o una lettera, percepiscono un determinato colore.

Affascinante come cosa, se aggiungi il fatto che in alcune situazioni possono aiutare a memorizzare le informazioni, o possono far diventare dei geni musicali come Mozart, queste sinestesie diventano davvero fenomeni straordinari. Come ho detto all'inizio non si possono apprendere purtroppo.

Possiamo però imparare a fare altro, qualcosa di apparentemente simile: capire che tipo di linguaggio usiamo più spesso. Solitamente ognuno di noi ha un canale preferenziale di sensazioni e riceve e trasmette agli altri prevalentemente secondo questo canale. Mi spiego: c'è chi prevalentemente immagina le cose, chi invece le ascolta con le orecchie e chi ancora le sente con la "pancia".

Tu sai qual è il tuo canale preferenziale? Puoi scoprirlo abbastanza facilmente. Per esempio, non è la stessa cosa dire: "Questo mi suona meglio" oppure "Questo lo vedo decisamente bene". Hanno in fondo lo stesso significato, ossia che qualcosa ci piace, ma rappresentano due modalità diverse di ragionare e di pensare.

A che cosa ti potrebbe servire capire qual è il tuo canale, la tua modalità preferita? Innanzitutto, ti porterebbe a conosce qualcosa in più di te (che non è mai poca cosa); poi ti permetterebbe di migliorarti e cercare di assumere e potenziare gli altri due canali; infine, potresti cercare di capire quali sono i canali preferiti degli altri per comunicare al meglio con loro.

Come ti accennavo in questo post, ci sono parole che identificano queste preferenze:
1) Chi immagina le cose utilizzerà prevalentemente verbi come visualizzare, immaginare, mettere a fuoco, oscurare, guardare, mostrare, brillare, oppure frasi come a occhi, dare un'occhiata, in vista di domani, un sguardo d'insieme, mi sembra chiaro...

2) Chi ascolta con le orecchie userà verbi come dire, parlare, raccontare, sintonizzarsi, intendere. Le sue frasi potranno essere sono tutt'orecchi, non mi suona bene, parola per parola, descrivere in dettaglio...

3) Chi invece sente con la "pancia" potrebbe usare verbi tipo addolcire, afferrare, toccare, mordere, gettare e le sue frasi avranno sempre a che fare con gli altri sensi (non vista e udito), per esempio, sotto pressione, ti aspetto con ansia, testa calda, basi solide, provo qualcosa di...

Non è semplicissimo capire subito qual è la nostra prevalenza. Più facile è cercare di prestare attenzione a quelle degli altri. Un metodo abbastanza easy è cercare di segnare le parole che usi quando racconti qualcosa, facendo attenzione soprattutto ai verbi.

Altra cosa che puoi fare è cercare di provare a creare frasi che contengano tutte e tre le modalità... difficile? Solo questione di esercizio.

Sono certo che dopo aver fatto un po' di pratica non potrai che vedere il mondo prestando maggiore attenzione alle mille sensazioni che ti provoca.

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