sabato 10 settembre 2011

L'11 settembre e i giovani


Domani saranno passati 10 anni da quella mattina. Quattro aerei civili furono dirottati, tre raggiunsero, purtroppo, gli obiettivi: due le Torri Gemelle (nel World Trade Center di New York), uno il Pentagono di Washington. Il quarto non colpì l'obiettivo, ma si schiantò comunque, in un campo della Pennsylvania.

Tutti abbiamo guardato direttamente o indirettamente quelle immagini. Ricordo ancora con viva emozione i momenti in cui ho visto alla televisione, in diretta, lo schianto del secondo aereo sulle Torri Gemelle. Sono rimasto, come molti, incollato al televisore, seguendo con indicibile incoscienza quello che stava accadendo... Non capivo perché, ma c'era nell'aria una strana consapevolezza: che tutti in qualche modo eravamo rimasti toccati...

Dopo l'11 settembre non si dovrebbe più essere indifferenti. Servono drammi sconvolgenti, tragedie per farci accorgere che c'è bisogno di collaborazione. Non possiamo girarci dall'altra parte, come forse facciamo ogni giorno. Dobbiamo capire che siamo responsabili indiretti di quello che sta accadendo attorno a noi. Forse non possiamo cambiare il Mondo, ma possiamo dare il nostro contributo.

Momenti come questi ci fanno capire che siamo indispensabili, che ognuno può fare molto. Non serve diventare eroi riconosciuti a livello nazionale o internazionale, ma basterebbe diventare un eroe per un'unica persona o per tre, e che queste tre lo diventassero per altre tre. Wow! Che stupende cose si possono fare agendo nelle piccole cose in maniera straordinaria. 

L'11 settembre ci insegna che si può dare la vita per gli altri. Ci sono persone che ogni giorno, nel silenzio, lontano dai riflettori, metto al servizio i loro talenti, le loro capacità, il loro coraggio per salvare altre vite. 

Vite di sconosciuti. Vite di chi non potrà ringraziarti. Vite che implicano il dono della tua. Sono tanti e in una maniera incredibile quel giorno ci siamo accorti che ci sono. Abbiamo aperto gli occhi, abbiamo scoperto che in questo nostro Mondo il coraggio, la responsabilità per il proprio compito è ancora presente. Sono esempi come i 343 vigili del fuoco e i 60 poliziotti, morti nell'attacco alle torri gemelle che tengono viva la speranza e fanno crescere nei giovani il coraggio di cui c'è bisogno. 

Il vero pericolo, dopo l'11 settembre, è perdere la speranza. Non possiamo permetterlo e permettercelo. La speranza deve crescere nei momenti di crisi. È in momenti come quelli che stiamo vivendo che l'umanità ha fatto emergere tutte le sue potenzialità. Non dobbiamo farci prendere dallo sconforto o dalla paura, non possiamo vivere nell'attesa di qualcosa di brutto, ma avere il coraggio di sperare sempre in qualcosa di migliore.

Ho scritto solo qualche esempio di ciò che possiamo imparare da questa tragedia che ha cambiato il nuovo millennio. Ricominciare, ricostruire, ricordare sono le parole che sono state più pronunciate circa l'11 settembre. Oggi, c'è qualcosa che dà vita, ogni anniversario della tragedia, al World Trade Center e che serve a tenere vive queste tre parole: il Tribute in Light.

88 fari da ricerca impiantati nelle fondamenta delle Torri Gemelle creano ogni 11 settembre uno spettacolo emozionante. 

Per una notte all'anno le Torri Gemelle rivivono così, come due colonne di luce, come la nostra speranza che punta verso la sua origine.

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