Abbiamo già parlato di come possiamo usare le parole in un modo costruttivo e magnifico. Nel post "Il potere delle parole" abbiamo visto come le parole possono trasformare magicamente il nostro atteggiamento nei confronti della vita. A volte però con le parole possiamo anche ferire e fare del male...
Con le parole si possono demolire le persone. F.S.Fitzgerald
Le ferite guariscono, le parole lasciano il segno. Isaac Bashevis Singer
Queste due frasi racchiudono una grande verità, ma molto spesso anche se riconosciamo che le parole cattive possono distruggere le altre persone, non ci tiriamo indietro da facili commenti. Quando parliamo male di qualcuno stiamo facendo qualcosa di terribile. Molto spesso non ce ne rendiamo conto, pensiamo che non ci sia nulla di male, che un piccolo commento, anche se negativo, passa e va senza lasciare il segno. In qualche modo è verissima la prima parte: ogni critica passa e va...
Fortunatamente da piccolo mi è stata raccontata una storiella molto formativa da questo punto di vista. Deve essere stato un aneddoto che riguardava San Filippo Neri, un santo davvero simpatico, tanto che è stato denominato il "buffone di Dio".
Un giorno per spiegare ad una signora il male che si faceva criticando, le disse di recarsi subito a casa e di prendere una gallina dal suo pollaio. Le disse di ucciderla e di portargliela subito, spennandola lungo la strada. Devi immaginare un piccolo paesino di campagna dove tutti a quel tempo avevano un pollaio e qualche animale. La signora non aveva ben capito che cosa ci avrebbe poi fatto Filippo con quella gallina. Forse un po' incuriosita, si precipitò a casa, prese la gallina la uccise e si rimise in cammino per portarla a Filippo e nel mentre spennava, lungo il cammino, la gallina che aveva tra le mani.
La donna era molto contenta perché durante il percorso era riuscita a spennare completamente la gallina. Così felice e sorridente la consegna a Filippo che le dice: "Bene, ora deve ritornate a casa, ripercorrendo la stessa strada e deve raccogliere una ad una tutte le penne della gallina". Immagina la faccia della signora, sicuramente il sorriso le sarà precipitato a terra... con gli occhi sbarrati esclamò "È impossibile! Saranno ormai volate via da tutte le parti".
Già è proprio così. Come ho detto prima ogni critica passa e va... o meglio, va e va... una volta gettata, non si riesce più a recuperare, perché queste parole si spargono ovunque e non si possono più raccogliere. Ecco perché le critiche sono una delle cose peggiori che si possono fare ad un'altra persona. Gli si ruba qualcosa della propria dignità e la si sparge al vento senza più possibilità di controllare e raccogliere il male fatto. Anzi, l'unica probabilità è che questo male si continui a diffondere e ad allargare a macchia d'olio...
Questa storiella così semplice, va davvero a toccare il punto tragico del criticare. È qualcosa che non possiamo controllare, ogni parola negativa prenderà questa strada...
Esprimere critiche sugli altri, inoltre, richiede un sacco di energia e ti distrae da quello che vorresti invece fare veramente. In questo modo la prima cosa che viene a mancare quando critichi, è il rispetto per te stesso. Per questo motivo il rispetto si scontra con le critiche. Prima di tutto perché perdi il rispetto per te stesso, occupando il tuo tempo in cose che non ti migliorano; poi perché, criticando, non rispetti l'intimità, i gusti e la dignità dell'altro.
Abbiamo già parlato di rispetto e del fatto che fondamentalmente il suo significato è legato alla coscienza di non essere soli, di essere sempre a contatto con altre persone. Rimane forse una domanda: cosa rispettare?
Prima di tutti noi stessi e gli altri. Se non riusciamo nemmeno a rispettare i nostri simili, come possiamo poi pretendere di far svolazzare le bandiere dei bravi e buoni ecologisti, amanti della natura, dell'arte, degli animali...?
Nessun commento :
Posta un commento