"Il 6 ottobre, il pianeta è andato in black-out per 2 minuti e 17 secondi. Tutto il mondo ha visto il futuro." Queste frasi sono l'introduzione agli episodi di un'ottima serie televisiva, purtroppo terminata dopo la prima stagione di 22 episodi: FlashForward. È una serie televisiva che prende spunto dal libro fantascientifico Avanti nel tempo (FlashForward) dello scrittore Robert J. Sawyer.
Il blackout misterioso fa sì che quasi tutte le persone del mondo perdano i sensi e vedano alcuni istanti della propria vita nel futuro. Ovviamente il libro e il telefilm sono diversi, ma l'idea è la stessa. Cosa cambierebbe se vedessi il tuo futuro? Cosa dovresti fare?
In un episodio un personaggio si domanda: "Quando c'è stato il backout e l'intero mondo ha visto il futuro, ci siamo tutti chiesti se le visioni si fossero avverate...". È certo che sapere che cosa ci aspetta, esserne certi cambierebbe radicalmente la nostra vita. La serie televisiva è interpretata dall'attore, che forse ricorderai per "Shakespeare in Love", Joseph Fiennes (fratello minore di Ralph) e dà tantissimi spunti per chi vuole scervellarsi, non solo per capire i misteri della trama, ma anche per quelli che sono interessati ai temi del libero arbitrio, della speranza, del destino, dell'attesa.
Vorrei soffermarmi proprio sul carattere temporale di ognuno di noi. Sulla temporalità che deriva dal nostro corpo, dal nostro stato fisico e non solo. Il nostro corpo infatti non occupa solamente uno spazio. Il mio corpo infatti mi pone sempre qui e mai là, inoltre mi fa stare in un adesso.
L'adesso è la prima realtà che ci troviamo di fronte quando pensiamo al tempo legato al noi stessi. Però, noi uomini, non abbiamo solo l'adesso, abbiamo anche un prima e un dopo. Viviamo cioè un presente (l'adesso) che ci fa risentire il passato e immaginare il futuro. Solo l'uomo può considerare se stesso nella sua totalità che comprende la sua storia passata e la speranza del futuro.
Siamo costitutivamente protesi verso il futuro. Ecco perché la tematica di FlashForward è così interessante e coinvolgente, proprio perché il futuro è la forza gravitazionale del tempo. Vivere nel presente significa avere un futuro, un futuro pieno di possibilità, ricco di progetti che magari partono da un passato e che si realizzeranno in un presente.
Il mio futuro, il tuo futuro, il futuro di tutti ha però una caratteristica essenziale. È un avvenire incerto. Ho parlato di caratteristica essenziale, perché credo che se si cambiasse questa incertezza propria del futuro, verrebbe meno qualcosa che fa parte di noi: la speranza.
La speranza quindi fa parte di ognuno di noi. È parte della nostra costituzione, non possiamo vivere senza. Per questo il grande Cicerone diceva, una frase entrata nel linguaggio comune: "Finché c'è vita, c'è speranza" e Giacomo Leopardi affermava qualcosa di magnifico: "Io vivo, dunque io spero, è un sillogismo giustissimo".
Ritornando alle domande iniziali, ossia cosa cambierebbe se conoscessimo anticipatamente cosa ci riserva il futuro, probabilmente non si potrebbe più vivere nella speranza. Se il futuro perde la sua incertezza, viene meno anche il guardare dell'uomo verso esso con speranza.
Ecco che viene d'obbligo sottolineare la differenza tra speranza e attesa. Non si possono confondere i due termini, anche se entrambi si riferiscono ad un tempo futuro. Se vedessimo con chiarezza in nostro futuro come in FlashForward, credo rimarrebbe valida la frase di Faletti: "Il buio e l'attesa hanno lo stesso colore".
L'attesa, infatti, è aspettare, lasciare passare le ore e i giorni affinché si realizzi un futuro già previsto, senza alcuna novità. Aspetto qualcosa che so che sta per arrivare. Attendere è una sorta di passività, non ci spinge all'azione, non presenta quella forza gravitazionale che è il futuro per il tempo e per la nostra vita.
La speranza, invece, crea sempre nuove possibilità, ci mette davanti a molteplici soluzioni, idee, fantasie che si potrebbero realizzare. E la più bella di queste possibilità è l'amore. Per questo si dice che amare è sperare.
La bellezza della nostra vita, della vita dell'uomo è proprio il fatto che non possiamo staccarci dalla speranza, fa parte di noi. È un elemento questo che viene fuori anche nel telefilm FlashForward: anche se i vari personaggi hanno visto il proprio futuro, non sanno vivere realmente nell'attesa, non sanno solo "aspettare", ma sono spinti a "fare"... sono comunque spinti da quella speranza che ci caratterizza tutti, quasi come se non potessero accettare che qualcuno possa toglierci questo dono meraviglioso: la speranza!!!
Mi viene da concludere con un'immagine, una metafora, riprendendo un ragionamento di Kierkegaard. L'attesa è scoccare la freccia guardando il bersaglio, la speranza invece è scoccare la freccia andando con la mente oltre il bersaglio. Solo la seconda freccia avrà la possibilità di raggiungere il bersaglio e fare centro. La speranza è quel quid che ci dà la possibilità di raggiungere le nostre mete.
Solo il tempo potrà dar ragione a questo ragionamento. E il tempo è ora!
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