lunedì 2 gennaio 2012

Progetto Natalizio: giorno 25

Per capire meglio la forza di donare, mi sono proposto questo "semplice" progetto: per 25 giorni fare un regalo particolare. Non semplicemente comprare una cosa ogni giorno e scegliere a chi donarla, ma pensare a qualcosa di davvero speciale, dei gesti insoliti che possono far emergere la vera energia travolgente di un dono. Il Natale è per sempre...

VENTICINQUESIMO REGALO: L'ULTIMO REGALO?

Finalmente riesco a scrivere il resoconto dell'ultimo regalo... il venticinquesimo, quello del giorno di Natale. Riuscirlo a scrivere proprio all'inizio del nuovo anno è una bella occasione per cominciare in bellezza e non lasciare qualcosa di incompiuto del vecchio anno... perlomeno non questo.

C'è però un altro motivo per il quale non ho scritto subito il post sull'ultimo regalo. Diciamo che avrei voluto scriverti qualcosa di grandioso, di fenomenale, uno stupendo e fantastico regalo finale...

La verità è questa: l'ultimo regalo non c'è stato. :-(

Non sono triste per questo, perché ho imparato tante cose e soprattutto qualcosa di speciale che ora cerco di raccontarti. Come sai, se hai seguito questo Progetto Natalizio, alcuni miei amici e non hanno adottato questo progetto e anche loro hanno fatto dei regali davvero interessanti che mi hanno colpito e che, in piccola parte, ho condiviso con te.

Questo è un grande regalo. Mi ha fatto capire realmente che la generosità è magnetica. È irresistibile, ti contagia... è una forza che non può lasciarti indifferente. Affinché questo stupendo valore ti cambi profondamente, non è sufficiente avere il proposito di fare qualcosa di buono e gratuito (già questa è una frizzante idea), bisogna fare .. entrare in azione.

Molti si interrogano su che cosa può fare l'uomo per cambiare il Mondo... Adesso posso risponderti: praticamente tutto! L'unico limite è la nostra fantasia e il nostro impegno. Se poi ci si aggiunge una nostra caratteristica umana il tutto è semplicemente a portata di mano. Quest'ultimo ingrediente è la speranza.

Ho imparato che senza speranza non si potrebbe fare alcun vero gesto di generosità e gratuità, perché fin dall'inizio di penserebbe qualcosa di simile a questo: "A cosa potrebbe servire? Nulla potrebbe cambiare? Anche se io lo faccio, ma sono l'unico, non varrà la pena...". Molti sono bloccati da questo, più che dalla solita scusa del "non ho tempo".

Come sai, nei primi 25 giorni di dicembre ho conosciuto e avvicinato alcuni sconosciuti. Alcuni non li ho nemmeno visti a dire la verità (come per esempio la signora alla quale ho inviato il pacco con il regalo segreto, i bimbi dell'asilo ai quali ho donato i colori, i bisognosi che ho aiutato comprando i biglietti per gli auguri di Natale, i bimbi brasiliani che ho aiutato nella loro formazione impacchettando i regali di Natale in una libreria...). Altri li ho proprio visti in viso e loro hanno visto me. Ci siamo scambiati degli sguardi, abbiamo condiviso qualcosa in più...

Di questi sguardi non ne posso dimenticare nemmeno uno. Come già ti ho detto in un precedente post, non credo di aver fatto molto e per qualcuno che aveva davvero bisogno, mi sembrava di non aver fatto nulla. Mi sono così proposto di non abbandonare alcune persone a cui avevo fatto un dono e di cercare di donargli qualcosa di più...

Forse ti ricordi il regalo che ho fatto il nono giorno... il lavavetri che ho portato alla mostra d'arte. Puoi rileggere il resoconto di questo dono e accorgerti che alla fine avevo scritto di aver trovato un amico. E un amico di certo non si può incontrare solo un giorno... non si può essere amici per un giorno e basta. Quel giorno avevo deciso di donare la mia amicizia e così sono andato a trovare questo "amico speciale" altre volte.

Quello che non sai è che se oggi vai al "suo semaforo" non lo troverai più. Quel giovane non è più lì.... e nemmeno in un altro semaforo. Il mio "amico speciale" ha ora un posticino in cui vivere (siamo riusciti a trovarlo insieme) e un piccolo lavoretto. Parlando insieme vari giorni ho potuto conoscere quello che sapeva fare o che avrebbe potuto imparare. Sono contento perché sta facendo dei passi da gigante: ha deciso di cambiare vita e da "peso per la società", vorrebbe adesso "dare un contributo alla società"

Purtroppo in questo non sono riuscito... non sono riuscito a realizzare i suoi desideri, la sua situazione è ancora traballante e precaria. Le cose non si possono cambiare con lo schiocco delle dita, ma con tanto impegno e un pizzico di caparbietà. Non è semplice far passare chi è vissuto di espedienti ad un sistema di regole da rispettare. Ci vuole tempo per educare ad un corretto senso di libertà chi ha vissuto a cielo aperto e facendo "quel che voleva, senza mai dover dare conto a nessuno". Ci vuole tempo per formare al vero senso di giustizia, per far capire il valore di ogni vita umana, per apprezzare l'importanza della cultura... per far capire che non tutti si approfittano del prossimo...

Ci vuole tempo e per il momento non ho potuto fare di più. So che ha tanta voglia di crescere e di cambiare in meglio e credo che ora sappia che ha un amico su cui potrà contare... per il momento abbiamo concordato di trovarci due/tre volte alla settimana con l'impegno di iniziare una scuola serale dopo l'estate. Per fortuna mi è sempre piaciuto spiegare le cose e ho dato spesso ripetizioni, quindi insegnargli qualcosa non mi è difficile, almeno non come è arduo per lui continuare in questo nuovo percorso.

Avrei voluto fare qualcosa di simile anche per altri. Per esempio per chi ho conosciuto nel sedicesimo regalo: al senzatetto al quale avevo lasciato guanti e sciarpa. Anche qui c'è un retroscena... Il giorno successivo, l'ho ricercato, ero andato nello stesso posto, ma non l'ho trovato. Speravo di poter fare qualcosa in più per lui, per quel ragazzo italiano che dormiva per strada, che probabilmente aveva una casa e una famiglia, ma che per qualche motivo non poteva riavere. O forse sì.

Ho pensato proprio a questo, non rivedendolo più per la strada... mi ero convinto che fosse riuscito a superare le difficoltà e fosse riuscito a togliersi dalla strada... purtroppo la sera del 24 dicembre il mio ultimo sacchetto di cose da mangiare è finito all'uomo che, come ti ricorderai, stava dormendo. Quello che non ti ho detto è che tra le coperte e i cartoni avevo riconosciuto la mia sciarpa... non sai che tristezza.

Come ti ho raccontato non ho voluto svegliarlo, non sapevo nemmeno se era lui, non l'ho visto in viso da quanto si era riparato dal freddo... per quello ho avuto qualche titubanza prima di lasciare il sacchetto... per quello oltre al messaggio di auguri, gli ha scritto il mio numero di cellulare.

Per ora non mi ha richiamato... i motivi posso essere tanti. Io non mi sono arreso e con la speranza nel cuore che sia finalmente ritornato a casa, devo confessarti che ogni volta che passo per le vie del centro il mio sguardo è alla ricerca di quella sciarpa e di quei guanti... c'è sempre qualcosa da fare per gli altri e la generosità non si può esaurire in un solo gesto!

Non sono riuscito a fare un vero e proprio venticinquesimo regalo, ma a distanza di una settimana posso dirti che il Progetto Natalizio si è "concluso" alla grande! Non avrei potuto sperare in qualcosa di più bello; per essere un'idea nata un po' per gioco, un po' per sfida con me stesso, un po' per mettermi in gioco... so che c'è stato un vero cambiamento, forse non negli altri, ma sicuramente in me.

Ecco quindi il mio ultimo regalo: far sì che il Natale sia ogni giorno e so che, con l'aiuto dei miei amici e magari anche il tuo, potrò compiere fino in fondo i miei propositi e sapere di aver contribuito veramente a cambiare in meglio la vita di qualcuno.

Il Natale è per sempre, non soltanto per un giorno, l'amare, il condividere, il dare, non sono da mettere da parte come i campanellini, le luci e i fili d'argento in qualche scatola su uno scaffale. Il bene che fai per gli altri è bene che fai a te stesso.

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