sabato 21 gennaio 2012

Giovani con gioia ed entusiasmo

Quante ragioni ci sono per essere felici? Quanti motivi riesci a trovare per vivere con gioia? Quando ci mettiamo a riflettere e vediamo la nostra vita, riusciamo spesso a trovare diverse ragioni per fare un bel sorriso e tirarci su. Che cosa ti fa gioire di più? Qual è la ragione più bella che fa nascere il tuo entusiasmo?

Ragioni per essere felici non mancano, eppure non sempre siamo travolti da un sano entusiasmo. Il semplice motivo potrebbe essere il fatto che, se è vero che ci sono buone ragioni per gioire, ci sono altrettante (o quasi) ragioni per essere tristi.

Perché allora reputiamo la gioia e l'entusiasmo due valori positivi indispensabili per la vita di tutti gli uomini, tanto che ognuno di noi ispira ad averli; mentre rifiutiamo e non consideriamo valori la tristezza e lo scoraggiamento? Entrambe sono esperienze che appartengono all'uomo. Tutti i giovani hanno avuto modo di sperimentarle, non serve essere adulti per questo.

Ancora una volta, una risposta facile potrebbe essere il fatto che ai primi due tutti aspirano, mentre alla tristezza e allo sconforto non punta nessun uomo sano. 

Non è da confondere, a questo punto, il sacrificio con la tristezza, perché chi veramente si sacrifica (per esempio una mamma che stanca da una lunga giornata, racconta stremata una fiaba al suo piccolo, cullandolo tra le braccia che ormai non sente più), lo fa con amore. Non si potrebbe chiamare sacrificio, ma diventerebbe qualcosa di diverso, forse un obbligo, una costrizione...

In realtà, c'è un'enorme differenza tra questi due aspetti della nostra vita. Restando valido quanto appena detto, con altrettanta facilità, puoi accorgerti, per esperienza e senza bisogno di alcuna dimostrazione, che la gioia e l'entusiasmo fanno parte di te in un modo diverso. Fanno parte di te appunto, sono realtà interiori, profonde, che nessuno può eliminare dal proprio essere. Non c'è verso: hanno sede dentro di noi.

Se vuoi qualche dimostrazione, possiamo magari partire dall'etimologia stessa della parola entusiasmo che deriva dal verbo enthusiazo, ossia "io sono ispirato" e con le sue due prime lettere, identifica proprio il suo posto: EN = DENTRO.

Oggi, probabilmente, non appare subito agli occhi questa enorme e fondamentale differenza, perché siamo soliti scambiare questi due grandi valori (la gioia e l'entusiasmo) con quella gioia superficiale che molti si mettono letteralmente in bocca (con un "sorriso"). 

Purtroppo, troppe volte ci dicono che la nostra gioia e il nostro entusiasmo dipendono esclusivamente dalla nostra volontà.

Non dobbiamo di certo dimenticare la componete di autosuggestione nell'entusiasmo, ma non dobbiamo scordarci che in fondo anche la volontà fa parte del nostro dentro. Non è qualcosa che troviamo in un libro o che acquistiamo al supermercato. Ecco perché, molte volte la situazione si scambia paradossalmente e ci ritroviamo davanti persone con bei sorrisi, ma che in realtà hanno un'enorme tristezza dentro. Più che sorrisi sono smorfie vuote...

Se vogliamo davvero vivere con gioia ed entusiasmo, dobbiamo conoscere noi stessi, guardaci dentro e vedere ciò che siamo, come siamo e qual è la direzione della nostra vita. Solo i giovani che hanno il coraggio di guardarsi davvero dentro, potranno conquistare e trasmettere questi valori straordinari. Solo questi giovani saranno riconosciuti e ricordati per essere stati pieni di entusiasmo e fonti di gioia. Quell'entusiasmo che rimane, quell'entusiasmo che si radica proprio in profondità, su ciò che uno è, sui propri limiti e sulle proprie qualità. Non è quell'euforia (molto diversa dall'entusiasmo) che ci scatena per un attimo e poi ci abbandona miseramente. 

L'entusiasmo, come la gioia, va oltre. Non rimane solo all'interno, non è una tensione insita nell'uomo che rimane lì e basta. Ha bisogno di emergere e di manifestarsi: l'entusiasmo è magnetico, è contagioso. Non dobbiamo per forza metterci a ballare e saltare come dei matti per entusiasmarci, ma dobbiamo scoprire appunto quell'entusiasmo vivo, profondo, costante. (Anche 4 salti e 2 balli non fanno di certo male). 

Mi fanno sempre ridere quei convegni, quelle riunioni, anche per grandi manager, dove ad un certo punto ci si alza tutti in piedi, ci si fa un bell'applauso, si salta di qua e di là, ci si abbraccia con il vicino e sembra che la gioia sia tutta concentrata in quella stanza... peccato che poi questo stesso entusiasmo non si metta nel salutare, una volta usciti, quel collega, quel vicino di poltrona, che qualche minuto prima avevamo abbracciato con così tanta euforia.

Masse euforiche e isteriche hanno, perfino, osannato i più grandi e terribili dittatori della storia. Si può dire veramente che c'era gioia ed entusiasmo in quei momenti?

Chi capisce in profondità il valore della gioia e dell'entusiasmo, capisce sé stesso. Comprende che guardandosi dentro spesso, prima di arrivare a quell'ENtusiasmo, si devono passare alcuni momenti difficili. Non è facile e nemmeno divertente scoprire e riconoscere i propri limiti e i propri difetti, ma c'è una gioia incredibile nell'accettarli e nell'apprezzarli, facendoli diventare delle caratteristiche proprie e che ci rendono unici. Con questo non voglio dire che non dobbiamo, se ne abbiamo la possibilità, superarli e migliorarci, ma dobbiamo anche essere reali con noi stessi e arrivare a quella bella sicurezza di poter ridere dei nostri difetti.

Solo un giovane che arriva a questo traguardo, alla conquista della gioia e dell'entusiasmo, può sperare di realizzare sé stesso, perché come diceva Emerson: "Niente di grande fu mai compiuto senza entusiasmo" e la cosa più grande che tu possa realizzare sei proprio TU!

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