mercoledì 7 marzo 2012

Cos'è il tempo?

"Una volta il tempo era considerato come un fiume che scorre incessantemente e sempre in avanti, ma oggi questa immagine è superata. La percezione del tempo, proprio come la visione, è una costituzione del cervello ed è molto facile da manipolare sperimentalmente. Tutti conosciamo le illusioni ottiche nelle quali le cose appaiono diverse da come sono, meno note sono le illusioni temporali". Eagleman

La percezione del tempo è soggettiva e sembra dipendere dal nostro cervello. La scienza (e più precisamente le neuroscienze) stanno dimostrando l'esistenza di una specie di orologio interno che misura la durata di un evento breve o l'intervallo tra due momenti. La percezione del tempo è quindi un complesso fenomeno cognitivo che coinvolge i neuroni della corteccia cerebrale e alcune reti neurali.

Il tempo è qualcosa che ha sempre affascinato gli uomini. Fa da sempre parte della vita dell'uomo e ogni persona sa che cosa è il tempo. Viviamo nel presente, ricordiamo il passato e immaginiamo il futuro. Viviamo nel tempo. Probabilmente però se dovessi chiederti una definizione ti verrebbe utile la riflessione di S. Agostino: "Cos'è dunque il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede non lo so più"

La questione sul tempo non è tanto se esista o meno, il problema del tempo è sempre racchiuso nella definizione, nel cercare di inscatolarlo e limitarlo in una dimensione precisa. In passato si parlava di uno schema del tempo a ciclo, idea legata alla società contadina del tempo; successivamente si è arrivati a vedere il tempo come un punto adimensionale, come un istante su una linea che va dal passato al futuro. 

Oggi, forse grazie alle moderne neuroscienze, ci si sta avvicinando ad una nuova visione del tempo. Un tempo più umano, più a misura dell'uomo. Un concetto di tempo variabile e adattabile alle diverse esigenze di una persona. Un tempo modificabile...

Il tempo così concepito passerebbe dall'essere un mistero all'essere un amico, un qualcosa di positivo per l'uomo e non l'inesorabile passaggio di istanti da un passato ad un futuro. Tra qualche tempo forse nessun uomo arriverebbe più a dire: "non ho abbastanza tempo", "il tempo è tiranno"... e forse dei segni che lascia il tempo potremmo ritrovarne una traccia proprio nel nostro cervello.

La questione del tempo è stata diverse volte fondamento delle trame di diversi film. Ricordiamo l'ultimo "In Time" di Andrew Niccol con Justin Timberlake, dove tra gli uomini e il tempo si è instaurato un rapporto così morboso che scaturisce in un timer digitale e nella monetizzazione del tempo (questa volta è il denaro a diventare tempo, e tempo prezioso).

Il tempo e la sua percezione è modificabile, agendo sul nostro cervello? La memoria del passato può subire cambiamenti e sembrarci più vicina temporalmente, quasi diventare il nostro presente? Può un uomo vivere nel passato o nel futuro? Si può arrivare a curare con il tempo, sfruttando il nostro orologio biologico? Come si potrebbe misurare un tempo relativo?...

Lo sapevi che il tempo percepito a sinistra è più veloce, quindi ciò che vedi alla tua sinistra viene percepito con una durata più breve? Interessante vero? C'è molto di più e puoi scoprirlo durante la IV edizione del Festival di scienze e arti "Infinitamente" che si terrà a Verona dal 15 al 18 marzo 2012. Il festival ha il suo centro nelle neuroscienze, scienze cognitive e intelligenza artificiale, ma è supportato anche da altre discipline: dalla storia all'economica, dalla letteratura alla matematica, dalla musica alla genetica.

Un'occasione da non perdere per approfondire un tema come questo. Io non credo proprio che mi farò scappare questa occasione e tu?

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