venerdì 30 marzo 2012

Le tecnologie utili all'uomo


Come consideri la tecnologia? Come ti poni di fronte alle nuove scoperte che potrebbero rivoluzionare la tua vita e quella di tanti altri?

La tecnologia viene spesso vista come un pericolo e una minaccia. In realtà quando si parla di tecnologia si devono tenere ben fissi alcuni principi. Il primo è che non tutto ciò che si può fare tecnicamente è giusto applicarlo alla vita dell’uomo. 

Ci sono cioè alcuni esperimenti, ricerche e innovazioni che calate alla vita dell’uomo risulterebbero controproducenti e potrebbero arrivare ad annientare l’uomo stesso andando contro la sua stessa natura. Alcune tecnologie per esempio possono produrre più danni che benefici, possono provocare disastri ambientali e quindi rivelarsi non solo inutili all’uomo, ma persino distruttivi.

Questo principio è facilmente chiaro a tutti, anche se molte volte nella pratica quotidiana viene dimenticato. Un altro principio importante della tecnologia è che non si può utilizzare l’uomo. In un primo momento sembra il principio numero uno detto in altri termini, in realtà è qualcosa di diverso. 

Cerchiamo di fare un breve esempio per capirlo.
In un laboratorio un ricercatore estremamente geniale e promettente ha la possibilità di sviluppare una nuova tecnica che potrebbe far tornare a camminare tutte le persone che oggi si trovano costrette su una sedia a rotelle. Non è un’idea che forse, magari, ipoteticamente, si potrebbe realizzare. È qualcosa di reale che per essere sviluppata necessita di uno studio su alcune persone (un numero modesto di volontari) che sarebbero sottoposte ad un protocollo controllato, ma rischioso, visto che le porterebbe quasi sicuramente alla morte.

In questo caso il problema non rientra nel primo principio: infatti sarebbe giusto applicare la scoperta finale alla vita dell’uomo. Il problema sta nel modo con il quale si è raggiunto questo obiettivo finale: l’utilizzo, la sperimentazione e il sacrificio di alcune vite umane. In poche parole, il famoso detto "il fine non giustifica i mezzi".

Le domande che ci si pone di fronte alle nuove tecnologie e innovazioni girano sempre attorno a questi due principi: dove ci porteranno queste novità? Saranno utili all’uomo? Come siamo arrivati a questi risultati? La ricerca deve avere qualche limite? Possiamo fare tutto quello che la tecnica ci permette di realizzare?...

Di fronte a tutti questi dubbi e domande, solitamente si crea una spaccatura, una vera e propria frattura tra generazioni. Da una parte i giovani che vengono subito attratti dall’innovazione e dalle nuove tecnologie, molto spesso senza riflettere sulle conseguenze e sui percorsi che hanno portato a certe novità. Dall’altra parte si trovano le generazioni più in là con gli anni, che molto spesso vedono nel nuovo qualcosa di pericoloso e terribile a prescindere dagli utilizzi e dalle applicazioni.

Non è facile ricomporre questa frattura, ma possiamo incominciare a riempirla con un po’ di terra nella speranza di una futura intesa tra le generazioni. La tecnologia in fondo è utilizzata da tutti, è utile ai giovani e soprattutto agli adulti, che anche se non se ne rendono conto, ne stanno usufruendo e ne stanno traendo enormi benefici.

La tecnologia è la prova che l’essere umano è speciale; l’unico che può pensare a se stesso ed ideare e progettare invenzioni straordinarie per il bene proprio, quello della propria società e del Mondo intero. In Italia questo spirito innovativo molto spesso sembra perso e si sottolineano sempre tutti quei “cervelli in fuga”, mentre ci sono tanti giovani talenti che in Italia ce la fanno.

Il Forum Ricerca Innovazione Imprenditorialità dell’Università di Padova, insieme a Technology Review Italia, ha organizzato il “TR35-Giovani Innovatori”, un riconoscimento che viene assegnato ai progetti scientifici che sono in grado di contribuire allo sviluppo di tecnologie utili all’uomo. Il premio è stato ideato dalla rivista americana Technology Review del MIT (Massachusetts Insitute of Technology).

Quattro giovani dell’Istituto Italiano di Tecnologia verranno premiati, proprio oggi, venerdì 30 marzo 2012, nell’aula magna del Palazzo Bo dell’Università di Padova. 
In ordine sparso li ricordiamo per evidenziare che di talento in Italia ce n’è molto.


1) Despina Fragouli, team leader del Center for Biomolecular Nanotechnologies dell’IIT, per la realizzazione di carte intelligenti che a seconda della necessità possono diventare impermeabili, fluorescenti, magnetiche, antibatteriche. Queste carte intelligenti si potrebbero rivelare utili per qualsiasi esigenza ed occasione e applicabili per infiniti prodotti, dai bicchieri agli abiti.

2) Matteo Laffranchi, post-doc del dipartimento di Advanced Robotics dell’IIT, per la progettazione di nuovi sistemi meccanotronici ispirati direttamente ai muscoli e ai tendini umani che rendono gli arti dei robot più flessibili. I futuri robot, grazie a questi sistemi CompAct, potranno muoversi quasi come noi, in maniera agile ed armoniosa. È stato già realizzato il primo braccio antropomorfo che riproduce l’articolazione della spalla e del gomito.

3) Monica Gori, post-doc del dipartimento di Robotics, Brain and Cognitive Sciences dell’IIT, per aver sviluppato dei dispositivi robotici per la riabilitazione delle disabilità sensoriali nella prima infanzia. I bimbi con alcune disabilità potranno trovare un valido aiuto nei loro nuovi amici robot.

4) Francesca Cella, post-doc del dipartimento di Nanophysics, per aver messo a punto una tecnica per imaging, in grado di realizzare analisi e radiografie mediche in 3D degli organi e dei tessuti del corpo umano. In questo modo, si avranno, in futuro, immagini tridimensionali e di altissima risoluzione in un modo non invasivo.

La tecnologia utile all’uomo esiste e i giovani talenti italiani ce ne danno la prova! Grandi!!!

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