Quasi il 46% dei giovani sostiene che la persona umana esiste dal concepimento: un dato incoraggiante per alcuni. Evidentemente per chi non conosce la biologia, il diritto, la filosofia….
Proprio ieri, 11 marzo 2011, un avvocato si è trovato a dover affrontare il problema alla radice, domandandosi: “Quando inizia la vita umana?”. Il documento dell’avvocato Yves Bot appare destinato a riaccendere la discussione etica sul tema degli embrioni umani e sull’inizio della tutela giuridica della vita umana.
Il problema di fondo è che non esiste una definizione univoca del concetto di embrione umano, pertanto bisogna partire innanzitutto da qui. Proprio per questo il sopraccitato Yves Bot, avvocato Generale della Corte di Giustizia Ue (non di certo l’ultimo arrivato), ha affermato che il riferimento non può che essere scientifico.
Le cellule, subito dopo la fecondazione, “costituiscono il primo stadio del corpo umano che diverranno”. Chiaro, conciso ed essenziale! Quindi, anche da un punto di vista giuridico, dal momento della fecondazione, queste cellule devono essere definite come embrione umano.
“Parimenti, deve essere attribuita la qualifica di embrione alla blastocisti (stadio successivo dello sviluppo embrionale considerato in un determinato momento, ossia circa cinque giorni dopo la fecondazione) in quanto, il principio della dignità umana si applica, non soltanto alla persona umana esistente, al bambino che è nato, ma anche al corpo umano a partire dal primo stadio del suo sviluppo, ossia da quello della fecondazione”.
Ad onor di cronaca, le dichiarazioni sono partite da un’altra questione, ossia se l'esclusione della brevettabilità dell'embrione umano riguardi tutti gli stadi della vita a partire dalla fecondazione dell'ovulo o se debbano essere soddisfatte altre condizioni, ad esempio che sia raggiunto un determinato stadio di sviluppo.
È interessante notare come ancora una volta l’importanza del valore della vita (di cui abbiamo già parlato qui) si afferma con forza, fin dal suo inizio. Sembrerebbe proprio che la nostra Unione Europea sia pronta a riconoscere la vita fin dal concepimento e questo non su accordi di maggioranze, non sulla base di opinioni di grandi personalità, ma sulla base dei fatti, giudicando la realtà così come è.
Credo allora che questa percentuale del 46% sia destinata ragionevolmente ad aumentare!
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