Midnight in Paris è uno dei film che concorre all'84esima edizione degli Oscar per la statuetta più ambita: miglior film dell'anno. Curioso il fatto (per chi ama i numeri) che proprio il 42esimo film del regista di Manhattan Woody Allen, potrebbe vincere l'Oscar numero 84.
Effettivamente un film di Woody non riscuoteva un tale successo ai botteghini, sia negli Stati Uniti, sia in Italia, da diverso tempo ed Allen con Midnight in Paris si guadagna anche la nomination all'Oscar come miglior regista. Aspettiamo la notte del 26 febbraio 2012 per sapere gli effettivi vincitori.
La trama del film, che ho visto a dicembre, quando è uscito qui in Italia, mi ha dato l'opportunità di riflettere su un tema che sembra coinvolgere ogni uomo e i giovani in questo caso non sono risparmiati.
Midnight in Paris racconta la storia di Gil, della sua fidanzata Inez e della loro vacanza, con la famiglia di lei, a Parigi.
Gil, interpretato dal simpatico Owen Wilson, è un aspirante scrittore che si ritrova magicamente catapultato negli anni venti: l'epoca che lui ha sempre sognato di vivere. Non è l'unico "viaggio nel tempo" che Gil subisce nella pellicola, insieme alla conturbante Adriana si ritroverà nella Parigi della Belle Epoque (questa volta è il periodo che Adriana considera di massimo splendore).
Ci si ritrova così davanti a quella sorta di aspirazione, apparentemente intrisa nell'animo di ogni uomo, che tende sempre a disprezzare il momento presente, il posto in cui ci si trova, per guardare con nostalgia e rimpianto un tempo diverso. La domanda scontata a questo punto risulta: tu, sei felice dove stai?
Quanti di noi si ripetono quasi ogni giorno come sarebbe stato bello vivere quando c'era più semplicità, quando c'era un lavoro sicuro, quando si poteva formare una famiglia senza avere il terrore di un terribile divorzio... quanti fantasticano e pongono la propria felicità in un'epoca che non c'è più? Magari quando ancora l'Italia non era unita, quando c'erano i principi, i monarchi, i balli di corte... oppure nel periodo delle rivoluzioni, quando si facevano delle vere e proprie rivolte e non le banali manifestazioni che si fanno oggi, che non portano ad alcun cambiamento...
In tanti mettono la propria felicità nel passato, ma ancora di più sono coloro che pongono la propria gioia nel futuro. Ci ripetiamo che saremo felici domani, quando avremo finito la scuola, quando avremo finito l'università, quando avremo trovato un lavoro, una persona da amare...
Ci diciamo che avremo finalmente raggiunto la pace quando potremo avere una casa tutta nostra, liberi dal vivere controllati sotto lo stesso tetto dei nostri genitori. Pensiamo che saremo contenti sono quando avremo potuto realizzare quella fantastica vacanza, quando avremo vinto quel premio tanto desiderato, quando i nostri amici ci dedicheranno più tempo, quando avremo raggiunto il successo.
Nel frattempo, nel frattempo... il tempo scorre e restiamo imprigionati nella tristezza e nel rimpianto. Restiamo in attesa che la vita inizi e prenda un buon avvio, senza accorgerci che la vita sta già passando, che la vita va avanti e stiamo perdendo proprio i vari e veri momenti per essere felici.
Bisogna solo rendersene conto e decidere di essere felice adesso e dove ci troviamo. C'è sempre qualche problema, qualche ostacolo, qualche decisione, qualche traguardo, qualche fallimento che ci fa pensare che la vita sarebbe stata meglio prima o che ci porta a credere che sarebbe iniziata solo una volta superati. Invece, quegli ostacoli sono la vita, la tua vita, la vita di tutti noi. Quegli stessi limiti sono la nostra felicità.
Non rimandare la felicità al domani, non vivere nel ricordo e nel rimpianto di una felicità perduta. Decidi di essere felice adesso e dove ti trovi!
Grandioso! Bellissimo articolo e quanto mai vero!
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