La tecnologia viene spesso vista come un
pericolo e una minaccia. In
realtà quando si parla di tecnologia si devono tenere ben fissi alcuni
principi. Il primo è che non tutto ciò che si può fare tecnicamente è giusto
applicarlo alla vita dell’uomo.
Ci sono cioè alcuni esperimenti, ricerche e
innovazioni che calate alla vita dell’uomo risulterebbero controproducenti e
potrebbero arrivare ad annientare l’uomo stesso andando contro la sua stessa
natura. Alcune tecnologie per esempio possono produrre più danni che benefici,
possono provocare disastri ambientali e quindi rivelarsi non solo inutili
all’uomo, ma persino distruttivi.
Questo principio è
facilmente chiaro a tutti, anche se molte volte nella pratica quotidiana
viene dimenticato. Un altro principio importante della tecnologia è che non si può
utilizzare l’uomo. In un primo momento sembra il principio numero uno detto in
altri termini, in realtà è qualcosa di diverso.
Cerchiamo di fare un
breve esempio per capirlo.
In un laboratorio un ricercatore estremamente geniale e promettente ha la possibilità di sviluppare una nuova tecnica che potrebbe far tornare a camminare tutte le persone che oggi si trovano costrette su una sedia a rotelle. Non è un’idea che forse, magari, ipoteticamente, si potrebbe realizzare. È qualcosa di reale che per essere sviluppata necessita di uno studio su alcune persone (un numero modesto di volontari) che sarebbero sottoposte ad un protocollo controllato, ma rischioso, visto che le porterebbe quasi sicuramente alla morte.
In un laboratorio un ricercatore estremamente geniale e promettente ha la possibilità di sviluppare una nuova tecnica che potrebbe far tornare a camminare tutte le persone che oggi si trovano costrette su una sedia a rotelle. Non è un’idea che forse, magari, ipoteticamente, si potrebbe realizzare. È qualcosa di reale che per essere sviluppata necessita di uno studio su alcune persone (un numero modesto di volontari) che sarebbero sottoposte ad un protocollo controllato, ma rischioso, visto che le porterebbe quasi sicuramente alla morte.
In questo caso il
problema non rientra nel primo principio: infatti sarebbe giusto applicare la scoperta finale alla vita dell’uomo. Il problema sta nel modo con
il quale si è raggiunto questo obiettivo finale: l’utilizzo, la sperimentazione
e il sacrificio di alcune vite umane. In poche parole, il famoso detto "il fine non giustifica i mezzi".
Le domande che ci si
pone di fronte alle nuove tecnologie e innovazioni girano sempre attorno a
questi due principi: dove ci porteranno queste novità? Saranno utili all’uomo?
Come siamo arrivati a questi risultati? La ricerca deve avere qualche limite?
Possiamo fare tutto quello che la tecnica ci permette di realizzare?...
Di fronte a tutti
questi dubbi e domande, solitamente si crea una spaccatura, una vera e propria
frattura tra generazioni. Da una parte i giovani che vengono subito attratti
dall’innovazione e dalle nuove tecnologie, molto spesso senza riflettere sulle
conseguenze e sui percorsi che hanno portato a certe novità. Dall’altra parte
si trovano le generazioni più in là con gli anni, che molto spesso vedono nel
nuovo qualcosa di pericoloso e terribile a prescindere dagli utilizzi e dalle
applicazioni.
Non è facile
ricomporre questa frattura, ma possiamo incominciare a riempirla con un po’ di
terra nella speranza di una futura intesa tra le generazioni. La tecnologia in
fondo è utilizzata da tutti, è utile ai giovani e soprattutto agli adulti, che
anche se non se ne rendono conto, ne stanno usufruendo e ne stanno traendo
enormi benefici.
La tecnologia è la
prova che l’essere umano è speciale; l’unico che può pensare a se stesso ed
ideare e progettare invenzioni straordinarie per il bene proprio, quello della propria
società e del Mondo intero. In Italia questo spirito innovativo molto spesso
sembra perso e si sottolineano sempre tutti quei “cervelli in fuga”, mentre ci sono
tanti giovani talenti che in Italia ce la fanno.
Il Forum Ricerca
Innovazione Imprenditorialità dell’Università di Padova, insieme a Technology
Review Italia, ha organizzato il “TR35-Giovani Innovatori”, un riconoscimento
che viene assegnato ai progetti scientifici che sono in grado di contribuire
allo sviluppo di tecnologie utili all’uomo. Il premio è stato ideato dalla
rivista americana Technology Review del MIT (Massachusetts Insitute of
Technology).
Quattro giovani
dell’Istituto Italiano di Tecnologia verranno premiati, proprio oggi,
venerdì 30 marzo 2012, nell’aula magna del Palazzo Bo dell’Università di
Padova.
In ordine sparso li ricordiamo per evidenziare che di talento in Italia
ce n’è molto.
1) Despina
Fragouli,
team leader del Center for Biomolecular Nanotechnologies dell’IIT, per la
realizzazione di carte intelligenti che a seconda della necessità possono
diventare impermeabili, fluorescenti, magnetiche, antibatteriche. Queste carte
intelligenti si potrebbero rivelare utili per qualsiasi esigenza ed occasione e
applicabili per infiniti prodotti, dai bicchieri agli abiti.
2) Matteo
Laffranchi, post-doc
del dipartimento di Advanced Robotics dell’IIT, per la progettazione di nuovi sistemi
meccanotronici ispirati direttamente ai muscoli e ai tendini umani che rendono
gli arti dei robot più flessibili. I futuri robot, grazie a questi sistemi
CompAct, potranno muoversi quasi come noi, in maniera agile ed armoniosa. È stato già realizzato il primo braccio antropomorfo che riproduce l’articolazione
della spalla e del gomito.
3) Monica Gori, post-doc
del dipartimento di Robotics, Brain and Cognitive Sciences dell’IIT, per aver
sviluppato dei dispositivi robotici per la riabilitazione delle disabilità
sensoriali nella prima infanzia. I bimbi con alcune disabilità potranno trovare un valido aiuto nei loro nuovi amici robot.
4) Francesca
Cella, post-doc del dipartimento di Nanophysics, per
aver messo a punto una tecnica per imaging, in grado di realizzare analisi e
radiografie mediche in 3D degli organi e dei tessuti del corpo umano. In questo modo, si avranno, in futuro, immagini tridimensionali e di altissima risoluzione in
un modo non invasivo.
La tecnologia utile all’uomo esiste e i
giovani talenti italiani ce ne danno la prova! Grandi!!!
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